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“Adveniat regnum tuum, fiat voluntas tua...”

Autore:
Pannuti, Francesca
Fonte:
CulturaCattolica.it

«Questa mattina, … mi trovavo fuori di me stessa, e non vedevo altro che fuoco, pareva che si apriva la terra e minacciava ingoiare in sé città, monti ed uomini, pareva che il Signore vorrebbe distruggere la terra, ma in modo speciale pareva a diversi tre punti, uno distante dall’altro, e qualcuno di questi anche in Italia; pareva tre bocche vulcaniche, che chi mandava fuoco ed allagava le città, e dove si apriva la terra e succedevano orribili scosse di terremoti; io non capivo tanto bene se stavano succedendo o pure dovranno succedere; quante rovine. Eppure, la causa di ciò è il solo peccato, e l’uomo non vuole arrendersi, pare che l’uomo si è messo contro Dio, … , che spavento, che raccapriccio! Mi sentivo morire a vedere tutte queste scene dolorose, avrei voluto soffrire qualunque cosa per placare il Signore. Quando appena il Signore si è fatto vedere, ma chi può dire come? Ho detto qualche cosa per placarlo, ma non mi dava retta, poi mi ha detto: “Figlia mia, non trovo più dove riposare nella mia creazione. Fammi riposare in te e tu riposati in Me e taci”». La data di questo scritto non è 24 agosto 2016, bensì 7 aprile 1906. Il titolo: Libro di Cielo. “Il Regno della mia Divina Volontà in mezzo alle creature. Il richiamo delle creature nell’ordine, al suo posto e nello scopo per cui fu creata da Dio”; l’autrice, una poverissima donna, la Serva di Dio, Luisa Picarreta, Terziaria domenicana, vissuta a Corato in Puglia quasi 82 anni, di cui una sessantina passati a letto. La sua fu una vita sacrificata, in stato di vittima totalmente offerta a Dio e alla Chiesa, nella completa obbedienza. Se non è inusuale trovare annunci di catastrofi, simili ai precedenti, tuttavia ciò per cui i 36 quaderni scritti da questa donna, giunta appena alla seconda elementare, costituiscono un unicum sono la solare bellezza che sprigionano, in una prospettiva di gioiosa speranza autenticamente evangelica, unita a chiarezza metafisica impeccabile, che fa da sfondo ad una dottrina mistica di altissimo livello, accessibile a tutti. A sentire quelle parole sembra, invece, che ci sia poco da essere lieti. Il crudo realismo di alcune pagine degli scritti che descrivono l’enormità delle colpe a cui sono arrivati gli uomini e persino i pastori della Chiesa, mette ben in evidenza come la Giustizia di Dio viene costantemente “baciata” dal Suo Amore, che cerca le “strategie” più audaci per salvarci anche in tempi come questi in cui l’uomo, con un’incredulità e un’immoralità spinte alle estreme conseguenze, sta mettendo la propria volontà, svincolata dalla verità, al posto di Quella divina. E’ qui che si inserisce il messaggio più dirompente di questi scritti: i mali estremi prodotti da questa umanità non impediscono a Dio di realizzare ciò che è contenuto nella preghiera del Padre nostro: “adveniat regnum tuum, fiat voluntas tua sicut in coelo et in terra”: “venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo, così in terra”. «Coll’insegnare il Pater Noster, Io stesso mettevo nelle loro mani il diritto di riceverlo, e mi impegnavo a dare un regno sì santo, e ogni qualvolta la creatura recita il Pater Noster acquista una specie di diritto di entrare in questo regno; primo, perch’è preghiera insegnata da Me, che contiene il valore della mia preghiera; secondo, ch’è tanto l’amore della nostra Divinità verso le creature, che facciamo attenzione di tutto, notiamo tutto, anche i più piccoli atti, i santi desideri, le piccole preci, per ricambiarli con grazie grandi, possiamo dire che sono pretesti, occasioni che andiamo trovando per dirle: “Tu hai fatto questo, e Noi ti diamo questo, tu hai fatto il piccolo e Noi ti diamo il grande» (libro 29, 30 giugno 1931). E continua poco dopo: «A Me tutto è possibile, me ne servirò delle stesse tempeste e di nuovi eventi per preparare coloro che devono occuparsi di far conoscere la mia Volontà. Le tempeste servono a purificare l’aria cattiva e anche a sgombrare cose nocive. Perciò Io disporrò il tutto, so fare tutto, ho i tempi a mia disposizione. Quindi lascia fare al tuo Gesù, e vedrai come la mia Volontà sarà conosciuta e compiuta». Questo annuncio, che riecheggia le parole dette alla Vergine dall’Angelo, “nulla è impossibile a Dio”, mostra il Suo Amore inspiegabilmente tenace che si rivolge alla creatura con tre Fiat: la parola che dà inizio alla creazione, la risposta di Maria all’Angelo e il “Fiat voluntas tua”, che Egli vuole compiere a partire da Luisa. Qui, poi, si spiegano benissimo l’intento di Dio nel crearci e i motivi di fondo della totale fiducia e speranza che ci sono richieste oggi: «Che tempo solenne, che punto indimenticabile, che foga d’amore fu la creazione dell’uomo, tutte le nostre qualità divine strariparono fuori e festeggiarono la sua creazione, e per compimento della nostra festa, gioia e felicità, scossi dal nostro stesso amore, guardammo la macchina di tutto l’universo e gli facemmo dono di tutto, costituendolo re di tutte le cose create, per poter dire a Noi e a lui: “Re dominanti siamo Noi, re e dominante è l’opera delle nostre mani, il caro figlio partorito nello sbocco del nostro amore”… Non sarebbe forse disdicevole ed indegno per un re fare del suo figlio un vile servo, mettendolo fuori della sua reggia, in un povero tugurio? ... Ora, questo nostro amore fu spezzato dall’uomo, e col sottrarsi dalla nostra Volontà Divina, lui stesso si tolse l’impronta della regalità e le divise di re, ma da parte nostra nulla si cambiò e persistemmo nella Volontà nostra di fare dell’opera delle nostre mani il figlio re, non servo, e perciò in tutta la storia della Creazione ritorniamo all’assalto e al compimento del nostro Volere, e ne chiamiamo una di questa stirpe e mettendo tutti da parte, come se nessun altro esistesse, rinnoviamo la solennità della creazione del primo uomo… Ciò facemmo con la Sovrana Regina, e non spezzando Lei il nostro amore e conservandosi la vita del nostro Volere, tiene il titolo ed il diritto di Regina». In questi tempi, poi, dopo la Redenzione realizzata da Cristo, toccò a Luisa fare da iniziatrice del piano di Dio per riportare l’uomo nell’ordine in cui fu creato, la vita nella divina Volontà. Poiché, infatti, l’atto creatore fu, di per sé, un atto di adorazione di Dio verso se stesso, Bene supremo, Bellezza inarrivabile, ciò esige anche oggi che la creatura razionale si disponga a ricambiare in modo adeguato tale manifestazione di predilezione. Dio non vuole perdere i diritti della Sua creazione. Come può, però, accadere da parte di una semplice creatura? Solo se si instaura nell’anima il Regno invocato dal Padre nostro, vale a dire se la creatura penetra nella profondità della Volontà divina (che è Dio stesso), tramite l’esercizio delle virtù e dei doni, fino a dare pieno compimento all’azione della grazia in sé, così da poter vivere nella, della e per la Volontà divina, cioè nella completa consonanza della sua volontà con quella divina, per poter dire nella realtà che “non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me”. E’ così che potrà darGli il contraccambio, la sufficiente riparazione, in virtù delle prerogative di Riconoscenza ed Espiazione che Cristo stesso gli dona in quanto Sue. Ora Dio vuole donare tale compimento di grazia all’uomo proprio oggi, in barba a tutti i soggettivismi, gli idealismi, i relativismi che decantano paradisi mondani, il più delle volte realizzati mediante la violenza, sempre con inganni e tragiche illusioni di felicità. Quest’ultima, tuttavia, resta il vero obiettivo dell’uomo. Ma come raggiungerlo? Qui si comprende come l’uomo può pregustare la vera felicità presente solo in Dio, pure in mezzo a grandi sofferenze, come fece Luisa, fin da questa terra, col realizzare, per dono della Volontà divina, un’intima relazione possibile per tutti con il Suo Amore, a patto che la volontà umana si rimetta a cuore a Cuore, in stato di amorosa sottomissione alla Volontà di un Re, che ha i connotati di Padre, Fratello, Figlio e Sposo, e lo lasci trionfare. Ecco perché sono persuasa che l’uomo di oggi non possa perdere la lettura approfondita di questi scritti, se vuole affrontare con coraggio e speranza i nostri tempi.

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