Lactofilia: che cos’è l’etica di fronte al denaro?
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Lactofilia. E’ questo il nome di una pratica sessuale che si sta sempre più diffondendo, con relativo ampliamento di “nuovi diritti”. Di cosa si tratti è presto detto: allattamento per adulti. Il termine esatto ¬– proveniente come al solito dal mondo anglosassone – sarebbe Adult Breastfeeding Relationship (ABR), che tradotto significa relazione in cui la donna allatta il compagno adulto.
Questa nuova frontiera dei diritti avanzati è assurta all’onore delle cronache grazie ad una notizia giunta da Oltreoceano. Jennifer Mulford e Brad Leeson sono una coppia di trentaseienni che hanno deciso di praticare l’ABR. Jennifer, che lavora in un bar, ha ottenuto delle ore di permesso per l’allattamento del compagno Brad. Con l’aria che tira, difficilmente, di questi tempi, i datori di lavoro si oppongono ai nuovi diritti, soprattutto se legati alla sessualità. Per Jennifer non si tratta, comunque, di un’operazione semplice, perché per “ingannare” il proprio corpo e convincerlo a produrre latte, lei deve pompare il seno ogni due ore, come se stesse allattando un neonato, anche di notte. Oltre ad assumere prodotti farmaceutici per stimolare la produzione di latte. Secondo i programmi, in ogni caso, Jennifer dovrebbe cominciare ad allattare Brad tra un paio di mesi. I due parlano di un «legame magico» che intensificherà il loro amore, e per quanto riguarda Brad, quest’ultimo, essendo appassionato di palestra, è convinto che il latte della compagna avrà indubbi effetti positivi sulla sua salute e sul fisico.
Incuriosito da questa vicenda, ho provato ad indagare, arrivando a scoprire che l’ABR è molto più diffuso di quanto si possa immaginare. Si sostiene che l’allattamento rilasci l'ossitocina – l’ormone dell’amore – un ormone a base peptidico secreto dalla neuroipofisi che regola l'eccitazione e il raggiungimento dell'orgasmo. Alcune donne hanno persino affermato di avere raggiunto un orgasmo durante l’allattamento. Mi ha colpito la dichiarazione di una neofita della lactofilia, affascinata dall’ABR: «Ogni giorno scopro sempre più persone che praticano la lattazione erotica, e ogni giorno mi convinco sempre di più di volerla fare anch’io. Non sono mai stata incinta, quindi posso solo immaginare lo squisito dolore di un seno pieno e pesante che chiede di essere svuotato. Ho appena iniziato a usare il tiralatte e sono uscite solo due goccioline bianche, ma non vedo l'ora che arrivi il giorno in cui potrò fornire un pasto completo».
Ormai abbiamo capito che la natura è un “optional”. Tutto si può e si deve piegare a piacimento per il solo e unico obiettivo che davvero conta: soddisfare i propri desideri. E se tu osi contrastare questa che è diventata l’unica «Verità Assoluta» rispetto al relativismo etico imperante, sei un bieco oscurantista, uno che vuole imporre la propria morale, un mostro di egoismo che vuol negare l’amore. Chi può permettersi di sindacare le scelte individuali e intime delle persone? Chi può permettersi di impedire ad una barista di allattare il proprio compagno trentaseienne? Chi può permettersi di negare i diritti che derivano da tali scelte? Chi può permettersi di negare a quella barista il diritto ad assentarsi dal lavoro per allattamento? Questo sembra essere – a meno di interventi sovrannaturali – il futuro che ci attende.
Singolare, però, che dietro ad ogni tentativo di trasformare i desideri in diritti, come nella barbara pratica dell’utero in affitto – spuntino sempre le corna di Mammona. Il Dio Denaro, il Vitello d’Oro, resta sempre il comune denominatore di questa follia antropologica. E poteva fare eccezione anche l’ABR? Certo che no! Giunge notizia dalla Cina, infatti, che Il latte materno sia diventato un nuovo lusso per i cinesi ricchi, tanto da essere proposto come bevanda per gli adulti, per i suoi asseriti effetti benefici. E’ più sano e più digeribile. Si è incaricata del nuovo business la Xinxinyu Household Service Company, agenzia di personale domestico, nella provincia dello Shenzhen, al confine con Hong Kong, proponendo balie per neonati adatte anche agli adulti. Lin Jun, un manager della citata società, ha affermato che le balie vengano pagate circa 16.000 yuan (2.560 dollari) al mese – più di quattro volte la media cinesi – e che quelle che producono latte migliore possono ottenere una retribuzione ancora maggiore. In pratica i clienti dell’azienda possono bere il latte attraverso l’allattamento diretto al seno o, se si sentono a disagio per questa particolare modalità di assunzione del prezioso nutrimento, possono scegliere l’opzione del tiralatte. Pare che le autorità pubbliche cinesi non abbiano visto di buon occhio la vicenda, e nutrano serie perplessità di ordine etico al riguardo. Ma che cos’è l’etica di fronte al denaro? Ieri, come oggi e domani, per chi è senza Dio, «pecunia non olet!».