L’interpretazione di un fallito
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Ho letto con interesse e attenzione lo scritto di Vito Mancuso a proposito del nuovo libro del Papa sulla «Infanzia di Gesù» e mi ha colpito la sua affrettata conclusione. Così dunque conclude su Repubblica il nostro:
«“Qualsiasi tentativo di armonizzare le narrazioni fino a farne una storia coerente è destinato al fallimento” (La nascita del Messia, Assisi, 1981, p. 677). Ratzinger neppure menziona Brown, ma proprio per questo la sua opera, nonostante alcune belle pagine di taglio spirituale, va incontro al destino prefigurato dal grande biblista americano.»
Ritengo che il lavoro svolto dal Pontefice (e che, certamente, come lui stesso afferma, è passibile di vaglio critico, di discussione e di approfondimento) costituisca un interessante strumento per rivedere – oltre al contenuto specifico della narrazione evangelica – il metodo della odierna esegesi biblica.
Già negli anni scorsi l’allora Card. Ratzinger aveva espresso utili riflessioni per discutere l’esegesi nei suoi fondamenti e nei suoi metodi. Nel I volume della trilogia su Cristo ha in poi formulato in maniera magistrale le sue convinzioni. Ritengo che sia necessario riprendere il suo insegnamento, approfondirlo e misurarsi con la sua profondità e attualità.
Mi pare che le reazioni di Mancuso siano simili a quanto gli scienziati del tempo di Einstein affermavano nei suoi confronti e siano simili al pensiero di coloro che, di fronte alla novità, si trincerano dietro al consolidato, all’ovvio, al già saputo.
Ecco, Mancuso come i teologi che hanno condannato Galileo. Forse senza l’aiuto della Santa Inquisizione, ma col sostegno ancora più potente della «Inquisizione mediatica» che funziona meglio dell’antico Index librorum prohibitorum.
Se bisogna cercare una linea di approfondimento e di discussione, credo che una vicinanza al metodo esegetico ebraico sia di maggiore aiuto. E sia realmente più moderna.
Auguriamoci che questo lavoro, non affrettatamente, sia compiuto. Il non prendere in considerazione questa prospettiva sarebbe il vero fallimento.
Un approfondimento e una correzione