I «figli dell’incesto»
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Attenzione: nelle sviste della legge può passare sempre un principio distruttivo dell’uomo e della società.
Avevamo da tempo segnalato il problema dei «figli dell’incesto». Oggi apprendiamo questa notizia, con il commento del garante per l’Infanzia e l’Adolescenza: o vale il detto che «la gattina frettolosa fa nascere i figli ciechi», e quindi la «maggiore attenzione» richiesta sul caso impone una più grave serietà nella discussione oppure siamo di fronte alla malafede di chi spera che la disattenzione dei più faccia passare un principio che scardina alla radice la famiglia e quindi la società (come del resto abbiamo affermato e documentato).
Ci preoccupa il fatto che, di fronte a tante perplessità (venute da molte realtà, di per sé non omogenee quanto a convinzioni ideali), la Commissione Giustizia – stando a questa notizia di agenzia – non ne abbia tenuto conto. Speriamo che l’unanimismo (si parla di bipartisan a proposito della approvazione del provvedimento) ceda di fronte al bene delle persone. E che si sappiano ascoltare i suggerimenti che vengono dalla società civile. Sarebbe certo un buon segno, contro lo strapotere – e abbiamo visto quanto immorale – della politica.
Qui la notizia
Stessi diritti, nessuna distinzione. Nati all’interno del matrimonio o meno, figli sono. Sempre. E ora lo dice anche la legge. La commissione Giustizia della Camera ha licenziato la legge che equipara i figli legittimi a quelli naturali. Si parla di 100mila bambini in tutta Italia: il 20% del totale.
Soddisfatto anche il garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, ed ex portavoce di Unicef Italia, Vincenzo Spadafora: un fatto positivo, dice oggi all’AdnKrono, che «il nostro Paese aspettava da molto tempo». Una pecca, in verità, c’è: «Dispiace solamente che all’interno di questo testo siano state inserite anche altre cose che potevano essere discusse con maggiore attenzione, come le competenze del tribunale per i minori e del tribunale ordinario e il dibattuto tema dei figli nati dall’incesto. Bisogna prevedere delle forme di riconoscimento e di tutela anche per questi bambini, però molte associazioni e molti addetti ai lavori avrebbero preferito che questa discussione venisse fatta al di fuori di questo testo».