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Pubblicità IKEA: «Il coraggio uno non se lo può dare»

Fonte:
CulturaCattolica.it

Pare che don Abbondio sia tra i nuovi assunti della IKEA, forse in posti di alta responsabilità tra gli addetti alle campagne pubblicitarie.

Da anni non compro più mobili Ikea. Lo so, ci perdo: sono ben fatti (dicono) ed economici. Ma quando ho visto la réclame, qualche anno fa, in cui si diceva pressappoco così: «Risparmia i soldi sui mobili, per quando ti serviranno per l’avvocato», ho deciso che non avrei più comprato né fatto comprare i loro prodotti. Sì, perché era messa in mostra una coppia che convolava a nozze e doveva arredare la casa. E, si sa, il matrimonio, come l’amore, non è eterno. Sono rimasto disgustato da quella pubblicità, distruttiva di uno dei fondamenti della società, e così ho fatto quella scelta, a cui sono rimasto e rimarrò fedele.
Ancora di più convinto oggi, a seguito di questa notizia tratta dal sito di Repubblica: «Ikea ha eliminato le immagini di donne dalla versione del suo catalogo distribuito in Arabia Saudita. Il quotidiano svedese gratuito Metro ha pubblicato un articolo in cui mette a confronto le due versioni del catalogo della multinazionale: in quella saudita non appaiono donne. Messo dunque in dubbio l'impegno di Ikea per le pari opportunità tra i sessi. Anche il ministro del Commercio svedese, Ewa Bjorling, ha commentato che "le donne non possono essere cancellate dalla società", pur non entrando in aperta polemica con il colosso svedese. In risposta l'azienda ha diffuso una nota in cui si dice dispiaciuta per l'accaduto: "Avremmo dovuto reagire e capire che escludere le donne dalla versione saudita del catalogo è in contraddizione con i valori del gruppo"».
Mi si dirà che conta poco la mia scelta, che non incide sulla politica pubblicitaria di quella ditta. Sarà anche vero, ma mi ripugna dare anche un centesimo a chi se ne infischia dei miei valori, che può irridere tranquillamente, e che poi, però, di fronte al pericolo rappresentato dagli integralisti islamici, cala le brache così platealmente.
Dignità ci vuole, e chiunque può esprimere ciò che considera più caro nella vita. Forse si tratta solo di una goccia, ma mi hanno insegnato che il mare e l’oceano sono fatti proprio da tante gocce. Solo se ciascuno comprenderà che le scelte che fa possono cambiare il mondo, ma soprattutto gli consentono di camminare a testa alta, si potrà sperare in un mondo migliore.
Ricordate questo pensiero: «Il battito delle ali di una farfalla in Asia può portare alla nascita di un ciclone in America centrale»? Noi di CulturaCattolica.it, per esperienza ci siamo accorti che nulla è inutile: anche il piccolo gesto apparentemente insignificante può dare buoni frutti. In moltissimi casi (recenti e lontani – ma avremo modo di raccontarlo anche pubblicamente, e di dirlo a chi ci inviterà) siamo stati testimoni e protagonisti di autentiche novità. Quasi «miracoli».

Non siamo colleghi di don Abbondio, cari amici dell’IKEA!

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