Edith Stein e le radici cristiane
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(Edith Stein, Lettera a suor Callista Kopf, 12 febbraio 1928)

Non ne parlerà nessuno in televisione e neanche sui giornali, ne sono certa. Però oggi è la festa di Edith Stein: Santa Teresa Benedetta della Croce, ebrea convertitasi al cattolicesimo, dal 1999 Patrona d’Europa.
Non ne parlerà nessuno, e invece, in questo momento di grave crisi, che prima ancora che economica è crisi valoriale: dimenticanza e occultamento delle nostre radici cristiane e della nostra identità, gli scritti e la testimonianza di vita di questa santa possono e devono essere uno sprone per tutti.
Patrona del nostro continente, ci rammenta che l’Europa è nata da uomini che hanno vissuto la propria fede nella concretezza del quotidiano ed in questo modo hanno saputo creare una cultura che ha posto al centro il valore intangibile della persona, e la libertà.
In questa Europa ora sbrindellata e senza volto da cui, per un distorto concetto di laicità, Dio è stato cacciato in un angolo e gli uomini si sono voluti sganciare dal legame con il Padre, Edith Stein ci ricorda che siamo stati, invece, amati da sempre e, Figli, chiamati per nome. Che ogni vita umana è infinitamente preziosa agli occhi di Dio e che tutti abbiamo una vocazione, un compito.
«Ti ringrazio per avermi chiamata ancora prima di sapere che la vocazione venisse da te. Che cosa vuoi fare di me? Non lo so. Ma considero grazia grande e non meritata avermi scelta ed essere tuo strumento. Come docile strumento vorrei abbandonarmi nelle tue mani. Confido in te: tu puoi rendere utile questo inabile strumento, Vergine sapientissima, benevolentissima, potentissima. Ecce adsum – suscipe me!» (Le secret de la Croix).
Meditare sulla vita e sugli scritti di Santa Teresa Benedetta della Croce è dunque richiamo ad una presenza coraggiosa nella società, specie oggi che, della Chiesa, è tollerato l’impegno etico o sociale, ma la mentalità dominante - in Italia in Europa e nel mondo - fa di tutto per convincerci che nella vita pubblica non c’è posto per Dio, né per i valori fondamentali della fede. Non è così. Qualunque sia il posto che occupano nella società, «le persone possono collaborare come strumento; e poiché non sono strumenti morti, ma viventi e liberi di seguire la sollecitazione della grazia, allora con una certa ragione anch’esse possono essere definite educatrici di persone» (La vita come totalità. Scritti sull’educazione religiosa).
La sua conversione è stata donazione totale e scelta di vita radicale, nella certezza che la “consistenza” dell’esistere non è in ciò che è perituro, ma solo in Colui che ci ha amati per primo, e di un amore fedele. «Cristo non ci ha lasciati orfani. Egli ha inviato il suo Spirito, che ci conduce a tutta la verità; Egli ha fondato la sua Chiesa guidata dal suo Spirito, e ha posto in essa i suoi rappresentanti, attraverso la cui bocca il suo Spirito ci parla con parole umane. In essa Egli ha unito i fedeli in comunità e vuole che l’uno sia per l’altro. Così non siamo lasciati soli». (Nel castello dell’anima. Pagine spirituali).
Solo rileggendo così la storia di questa santa straordinaria: non con nostalgia, non con lo sguardo rivolto al passato, ma attingendo da lei fede, passione, impeto missionario, potremo dare, come cattolici, il contributo di Verità e di Carità di cui necessita l’Europa del terzo millennio, pena la sua implosione.
La strada è indicata, ed è quella di sempre: è la traditio, è il magistero, è la testimonianza dei santi. E’ la sequela alla Chiesa di Cristo. E’ Lui, Guida sicura.
Signore, le onde sono tempestose
e la notte è oscura,
non la vuoi tu rischiarare
per me, che veglio sola?
Reggi forte il timone con la mano
e sii fiduciosa e tranquilla.
La tua barchetta mi è cara,
la voglio guidare alla meta.
Solamente con animo fedele
presta sempre attenzione alla bussola:
essa aiuta a raggiungere la meta
nelle tempeste e nella notte.
L’ago vibra lieve
e torna di nuovo a fermarsi.
Ti indica la direzione
verso cui io voglio il viaggio.
Sii perciò fiduciosa e tranquilla:
guida nella tempesta e nella notte
la volontà di Dio a te fedele
se la coscienza veglia.
Nel tuo cuore abita la pace eterna.
Tu vorresti infonderla in tutti i cuori.
Tu vorresti che traboccasse in essi con impeto,
ma non trovi nessun accesso su questa terra.
Noi non abbiamo orecchi per il tuo lieve bussare,
perciò devi battere con mano greve.
Dopo una lunga notte albeggerà il mattino,
il tuo regno albeggerà con un parto doloroso.
(Edith Stein, Il timone)
La vita di Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce