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Salviamo i cristiani nel Nord Sudan

Autore:
Puttinato, Padre Beppino
Fonte:
CulturaCattolica.it

Il seguito alla separazione del Sud nel 2011, la percentuale dei cristiani (cattolici e non cattolici) nel Nord Sudan, su una popolazione di 30 milioni, è scesa sotto l'uno per cento.
La società sudanese, sia nel Nord che nel Sud Sudan, è da sempre una società pluralistica sotto ogni aspetto (etnico, religioso e culturale). L'indipendenza dal colonialismo a metà del secolo scorso ha portato ad un crescente totalitarismo arabo e musulmano nel governo centrale, dominato dai nordisti.
Con il colonialismo e l'evangelizzazione del secolo scorso, il cristianesimo – presente nel Nord Sudan dal primo secolo - ha raggiunto una piccola ma significativa minoranza nel Nord e una buona maggioranza nel Sud.
La guerra civile tra Nord e Sud degli ultimi 15 anni del secolo scorso e dei primi 5 anni di questo secolo ha riversato nel Nord decine di migliaia di rifugiati del Sud per i quali la Chiesa ha aperto oltre 60 scuole alla periferia di Khartoum e di altre città del Nord.
Queste scuole, in maggioranza primarie, si sono aggiunte a una quindicina di “scuole Comboni” aperte in centro città nella prima metà del secolo non soltanto per i figli dei cristiani ma anche per i figli dei musulmani, che spesso hanno costituito la maggioranza degli studenti.
Ora gli integralisti musulmani, molto influenti nel governo e nei mass media, ragionano nel modo seguente, senza alcuna distinzione: le scuole Comboni, al centro e alla periferie, sono scuole della Chiesa, scuole per cristiani; i cristiani hanno voluto l'indipendenza dal Nord e sono andati al Sud, quindi il governo può prendersi tutte le scuole Comboni..
Le parrocchie dell'Arcidiocesi di Khartoum, costituite in gran parte da sudisti, hanno raggiunto le trentina in anni recenti. Ora circa due terzi dei fedeli sono andati al Sud e i sudisti che rimangono al Nord – sia fedeli che sacerdoti – sono ritenuti a tutti gli effetti stranieri – stranieri nel paese dove molti di loro sono nati e cresciuti.
La situazione di questi, in maggioranza studenti o giovani lavoratori, è al momento confusa e incerta. Il loro è uno dei grossi problemi che si spera arrivino presto ad una soluzione soddisfacente.
E si spera anche che il lavoro della Chiesa nel campo educativo, caratterizzato dal principio della pluralità etnica e religiosa, e non dal totalitarismo razziale e religioso, possa continuare e assicurare la presenza cristiana nel Nord Sudan.

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