Incontro mondiale delle famiglie: la famiglia, chiesa domestica
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E’ importante che la famiglia svolga questo suo compito armonizzandosi con tutti gli altri servizi di evangelizzazione e di catechesi, e all’interno della comunione con la comunità ecclesiale. Un altro ruolo importante è il ruolo missionario che può svolgere oggi nella società e nel mondo: “la Chiesa domestica è chiamata ad essere un segno luminoso della presenza di Cristo e del suo amore anche per i «lontani», come già agli albori del cristianesimo Aquila e Priscilla si presentavano come coppia missionaria (cfr. At 18; Rm 16,3s)" (Giovanni Paolo II Familiaris consortio n. 54). Le famiglie cristiane sono una risorsa decisiva per l’educazione alla fede, per l’edificazione della Chiesa e per la sua presenza missionaria nelle più diverse situazioni di vita.
"La famiglia cristiana è chiamata a prendere parte viva e responsabile alla missione della Chiesa in modo proprio e originale, ponendo cioè al servizio della Chiesa e della società se stessa nel suo essere ed agire, in quanto intima comunità di vita e d’amore" (Familiaris consortio, n. 50). La famiglia cristiana è sempre stata la prima via di trasmissione della fede e anche oggi conserva grandi possibilità per l’evangelizzazione in molteplici ambiti.
Cari genitori, impegnatevi sempre ad insegnare ai vostri figli a pregare, e pregate con essi; non abbiate paura di leggere la Sacra Scrittura, siate quasi un piccolo cenacolo (Benedetto XVI, Zagabria 5 giugno 2011)
La famiglia cristiana è il luogo dove si vivono i sacramenti, la famiglia trova la sua forza e la sua sorgente di carità nell’Eucarestia. Il pentimento e il perdono vicendevole in seno alla famiglia cristiana, che tanta parte hanno nella vita quotidiana, trovano il momento sacramentale specifico nella penitenza cristiana. (Giovanni Paolo II Familiaris consortio n.58)
La Famiglia ed il Matrimonio
Il ruolo della famiglia ed il suo riconoscimento pubblico attraverso l’istituto del matrimonio hanno lo scopo di difendere e garantire i diritti di tutti i membri della famiglia, in particolare quelli più deboli; la stessa parola matrimonio ha nella sua etimologia impresso questo significato: matris munus, compito della madre, che quindi non può essere attribuito ad una relazione tra due persone dello stresso sesso, intrinsecamente sterile. Col matrimonio i coniugi si riconoscono reciprocamente e pubblicamente ed assumono una serie di doveri da cui discendono una serie di diritti.
Il valore del matrimonio non è solo religioso ma anche civile, come ci ricorda la Costituzione nell’articolo 29: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”. Il Matrimonio però certamente trova la sua grandezza e compimento nel Sacramento. “Voi mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa” (Ef 5,32s). L’amore sponsale di Cristo verso la Chiesa, sposo che ama e si dona come Salvatore dell'umanità, unendola a Sé come suo corpo è indicato come esempio dell’amore coniugale.
La famiglia, ecco il luogo dove la teologia del corpo e la teologia dell’amore si intrecciano. Qui si impara la bontà del corpo, la sua testimonianza di un’origine buona, nell’esperienza di amore che riceviamo dai genitori. Qui si vive il dono di sé in una sola carne, nella carità coniugale che congiunge gli sposi. Qui si sperimenta la fecondità dell’amore, e la vita s’intreccia a quella di altre generazioni. E’ nella famiglia che l’uomo scopre la sua relazionalità, non come individuo autonomo che si autorealizza, ma come figlio, sposo, genitore, la cui identità si fonda nell’essere chiamato all’amore, a riceversi da altri e a donarsi ad altri. (13 maggio 2011, Benedetto XVI nel ricevere in Udienza i partecipanti all’incontro promosso dal Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia in occasione del XXX anniversario di fondazione dell’Istituto)
La Chiesa indica come modello di famiglia la Santa Famiglia che ci ricorda anche come Gesù ha voluto nascere in una famiglia umana, e così facendo l’ha benedetta e consacrata.
Una comunione indissolubile
La comunione coniugale si caratterizza non solo per la sua unità, ma anche per la sua indissolubilità. Testimoniare l'inestimabile valore dell'indissolubilità e della fedeltà matrimoniale è uno dei doveri più preziosi e più urgenti delle coppie cristiane del nostro tempo. E' doveroso anche riconoscere il valore della testimonianza di quei coniugi che, pur essendo stati abbandonati dal partner, con la forza della fede e della speranza cristiana non sono passati ad una nuova unione: anche questi coniugi danno un'autentica testimonianza di fedeltà, di cui il mondo oggi ha grande bisogno. (Giovanni Paolo II Familiaris consortio n. 20)
Tutti i membri della famiglia, hanno la responsabilità di costruire la comunione delle persone, facendo della famiglia una «scuola di umanità più completa e più ricca» («Gaudium et Spes», n. 52) questo avviene e si manifesta con la cura e l'amore verso i piccoli, gli ammalati e gli anziani; con quello stile di gratuità nei gesti di tutti i giorni; con la condivisione dei beni, delle gioie e delle sofferenze.
La famiglia è chiamata non solo a costruire questa comunione al suo interno ma anche a partecipare allo sviluppo della società costruendo anche in essa questa comunione e mettendosi al servizio alla vita dando un futuro alla società stessa. “Svolgendo questi compiti realizza ciò che ne definisce ad un tempo la sua dignità e la sua responsabilità: famiglia, «diventa» ciò che «sei»!” (Giovanni Paolo II Familiaris consortio n. 17)
L'amore coniugale non si esaurisce all'interno della coppia, poiché rende capaci i coniugi della massima donazione possibile, per la quale diventano cooperatori con Dio per il dono della vita ad una nuova persona umana. (Giovanni Paolo II Familiaris consortio n. 14)
La sessualità si realizza in modo veramente umano, solo se è parte integrale dell'amore con cui l'uomo e la donna si impegnano totalmente l'uno verso l'altra fino alla morte. Se la persona si riservasse qualcosa o la possibilità di decidere altrimenti per il futuro, già per questo essa non si donerebbe totalmente. Il «luogo» unico, che rende possibile questa donazione secondo l'intera sua verità, è il matrimonio. L'istituzione matrimoniale non è una indebita ingerenza della società o dell'autorità, né l'imposizione estrinseca di una forma, ma esigenza interiore del patto d'amore coniugale che pubblicamente si afferma come unico ed esclusivo. (Giovanni Paolo II Familiaris consortio n. 11)
Purtroppo dobbiamo constatare, specialmente in Europa, il diffondersi di una secolarizzazione che porta all’emarginazione di Dio dalla vita e ad una crescente disgregazione della famiglia.
La società di oggi propone una visione individualista in cui si assolutizza una libertà senza impegno per la verità, nella quale le relazioni diventano superficiali e si riduce l’amore a emozione sentimentale e a soddisfazione di pulsioni istintive, senza impegnarsi a costruire legami duraturi di appartenenza reciproca e senza apertura alla vita. Siamo chiamati a contrastare tale mentalità!
“Riconoscere la bellezza e la bontà del matrimonio, significa essere coscienti che solo un contesto di fedeltà e di indissolubilità, come pure di apertura al dono divino della vita, è quello adeguato alla grandezza e dignità dell’amore matrimoniale”. (Benedetto XVI, Veglia GMG Madrid 2011)