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Giuda e i corvi

Fonte:
CulturaCattolica.it

Nei Vangeli, la figura di Giuda solleva una serie di inquietanti domande. Una tra queste: «Ma perché ha tradito il suo Signore e maestro?»; negli stessi Vangeli tale tragedia sembra non avere una risposta univoca. La letteratura di tutti i tempi ha cercato di scandagliarne le ragioni. Sul sito lo documentiamo. Uno dei più intriganti documenti è il romanzo di Lanza del Vasto, Giuda, appunto.
Mi sono fatto questa idea, e cioè che Giuda abbia consegnato Gesù al Sinedrio nella speranza che questo gesto potesse spingere Gesù stesso, finalmente, a manifestare la sua onnipotenza; per permettere a Gesù di mostrarsi come il Messia atteso. Ma quando vide che quella non era la strada scelta dal Signore, che anzi accettava anche quella morte ignominiosa, si tolse la vita.
Mi sono venute in mente queste considerazioni leggendo quanto alcuni dei cosiddetti «corvi» avrebbero detto in una intervista, rilasciata al solito giornale, Repubblica, paladino di quella moralità moralista che gode quando riesce ad individuare il male (ma rigorosamente solo nell’ “altro”), ed è diventata abilissima a suscitare o ad attizzare odio fortissimo contro i perfidi nemici, che poi sono sempre gli stessi.
Così alcune agenzie di stampa, che, come al solito, si sbizzarriscono nel «copia e incolla»:
- Il corvo in Vaticano, anzi “i corvi” stanno agendo a favore del Papa.
- Sono “quelli che pensano che Benedetto XVI sia troppo debole per guidare la Chiesa”. (Parola, appunto, di uno di loro: di uno di quelli che si sono messi all’opera nella Santa Sede. Operazioni che coinvolgono anche le eminenze).
- Infine, in perfetto stile Repubblica, che ormai non ha nemmeno più bisogno dei giudici, perché le indagini le inizia e le finisce da sola, ecco il motivo, il fine ultimo. Perché questo uomo ha parlato? “Per far emergere la verità. Il ruolo della Chiesa è difendere il valore del Vangelo, non di accumulare potere e denaro. E quello che faccio è fatto in nome di Dio, io non ho paura”.
Così, in nome del proprio progetto di «salvare» la Chiesa, la si distrugge senza pietà; non solo enfatizzando il male morale, ma delegittimandola totalmente di fronte agli occhi del mondo, come una realtà solo umana, che ha tradito ogni possibile valore. Da qui, dalle minacce all’odio violento, il passo è breve.
Bisogna affidarsi al Signore, ai Santi, a San Michele Arcangelo, perché proteggano la Chiesa. Ma soprattutto bisogna riprendere la capacità di testimonianza di carità e verità che sono, da sempre, i caratteri distintivi della Chiesa. Che non può abbandonare il compito educativo che le è stato affidato. Dal suo maestro e Signore, non da Giuda.

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