Eutanasia in Europa: ultimo gesto d'amore???
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(Robert Hugh Benson, Il padrone del mondo, 1907)

Parlano, le immagini. A volte straparlano.
Nel “Medioevo buio e oscurantista” (?) che ci ha regalato Dante, Giotto, le cattedrali romaniche e gotiche, gli affreschi erano la Biblia pauperum. “Parlavano” e la gente capiva. Anche i semplici, quelli che non avevano studiato, avevano da altri imparato ad andare via via più in profondità. Un cammino dal significato letterale a quello allegorico, morale, anagogico.
Il nuovo Medioevo in cui viviamo i nostri giorni (questo sì “buio e oscurantista”, perché nichilista, relativista, senza orientamento, senza speranza) è addirittura definito “mondo dell’immagine”. E allora bravo chi, con pochi tratti, sa andare al cuore del problema. In una parola, “vende”: un prodotto, ma anche un’idea sul mondo, sulla vita…
Anche oggi, chi analizza gli spot parte dal significato letterale e poi va su su (o, più spesso, giù giù) a cercare i significati allegorici, subliminali.
Parlano, le immagini. Questa decisamente… straparla. E’ stata pensata per pubblicizzare l’incontro “Euthanasie en Europe – Le dernier geste d’amour” che avrà luogo a Bruxelles al Parlamento Europeo il 5 giugno, in cui chiaramente la campana sarà come al solito una, e una sola.
Tento di descrivere l’immagine (significato letterale). Camera spoglia di ospedale, o di un malato che non è autosufficiente ma ha bisogno dell’ausilio di macchine (che però non si vedono. Solo cavi e spine staccate, svolazzanti). Paziente a letto. Solo, esangue. Dietro la testiera, un grande crocifisso e Cristo che, inchiodato ai piedi, solleva il busto del malato senza forze, ponendogli le mani sotto le ascelle.
Significato allegorico/subliminale: Cristo in croce, al culmine della sofferenza, prova empatia per un uomo sofferente come lui, sulla “croce” come lui (cavi ai polsi, in vita, in testa – quasi corona di spine – sui piedi…) e lo “libera” (per farne che? per portarlo dove? Dall’immagine non è dato sapere).
Significato morale: è vero o no che Gesù (uomo) in vita non ha mai fatto male a nessuno, neanche a una mosca, ed è l’incarnazione (lettera minuscola) della bontà fatta persona (lettera minuscola)?
Se lui (uomo) ingiustamente crocifisso, ingiustamente costretto a soffrire una sofferenza senza senso è così buono da liberare dalle sofferenze chi è malato… facile: prendiamo esempio e facciamo uguale.
Ci sta così simpatico ma così simpatico quell’uomo barbuto che, anche se non crediamo affatto alla storiella che si tratti di Dio, e cioè del Verbo che si è fatto Carne, nel corso del tempo noi atei ne abbiamo fatto la nostra bandiera meglio riuscita.
Lo stravolgimento della Verità: Cristo ad immagine e somiglianza dei… radicali di turno
Qualche esempio, en passant. A seconda dei casi, eccolo, Gesù, in versione “primo vero rivoluzionario della storia”, “primo pacifista della storia”, “primo ecologista e ambientalista della storia”, “primo animalista della storia”, “pauperista doc”, “giusto per antonomasia”, ecc…
Fino a ieri, per la verità, a molti di noi di Bruxelles faceva un po’ ribrezzo quello “scheletrino” inchiodato alla croce (“turba i bambini”, ha detto qualcuno, chiedendo di rimuoverlo dalle aule. “Non è rispettoso nei confronti delle altre religioni”, ha detto qualcun altro. “Rischiamo di non essere sufficientemente inclusivi!” hanno borbottato gli includenti, tutti in coro). Beh, questa volta che c’è da discutere di “eutanasia”, “dolce morte”, “morte dignitosa”, “morte opportuna” (basterebbe dire omicidio o suicidio più o meno assistito, ma è politicamente scorrettissimo, meglio di no…), dato che parleremo di sofferenze inutili e di “ultimo gesto d’amore”, scoradmoce ’o passato, mettiamogli una pietra sopra (al passato e anche a quello che i cristiani si ostinano – creduloni! – a chiamare Il Risorto) e usiamolo. Sì, proprio lui: quello là sulla croce. Del resto, dove lo troviamo un testimonial migliore?
Idea geniale. Perfetta, direi. Se non fosse… blasfema. Non sono una teologa, userò, quindi, la ragione e il buon senso per argomentare. Sono certa che bastano (e avanzano).
Un’immagine blasfema? No problem!
Augurandomi che l’immagine non sia firmata da un sedicente cattolico, inizio col chiedermi che cosa se ne fa un ateo di Cristo, se non “usarlo” non per ciò che è ma – come negli esempi di cui sopra – mettendogli di volta in volta la maschera del ruolo che l’ateo di turno vuole (lui!) farGli recitare, nel teatrino tragicomico in cui, stravolgendo irriverentemente i ruoli, lui (l’ateo) è dio e Dio fa… la marionetta.
Se il disegnatore, chi gli ha commissionato l’immagine, chi l’ha pubblicata, chi la sta diffondendo… avessero fatto qualcosa anche solo lontanamente simile mettendo in scena Maometto o l’Islam, apriti Cielo! Ma il politically correct (e il diavolo) sono scaltri in tutto il mondo, e quindi anche a Bruxelles: sanno, l’uno e l’altro, cosa si può fare e cosa no, quindi il problema non sussiste. I cattolici, si sa, son usi fingere di non vedere o porgere l’altra guancia, mica sguainare la spada!
Un po’ di chiarezza
Prima domanda all’ateo che ha disegnato Cristo. Premessa: quel Cristo lì a destra non è morto, sennò non poteva chinarsi quel poco e muovere le braccia (i razionalisti dovrebbero saperlo!). Non è risorto perché, per chi non crede, la resurrezione è una balla colossale. Ecco la domanda: scartata l’ipotesi che sia morto o che sia risorto, Cristo avrebbe compiuto questo “amorevole” gesto un attimo prima di spirare? E per portare il moribondo dove? In croce con lui? Dove, se, per chi non crede, dopo la morte c’è il nulla eterno?
Spiacente, signor disegnatore/vignettista. Non serve essere teologi, ma l’immagine da lei realizzata, non facesse piangere per quanto è squallida, farebbe ridere per l’ignoranza abissale che sottointende.
Cristo crocifisso “era” ed “è” quell’ammalato che lei ha disegnato a sinistra. Anche Lui (lettera maiuscola) ha avuto la tentazione di chiedere al Padre (lettera maiuscola): “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà”. (Lc 21,42)
L’ha detto Lui che, Figlio di Dio, è onnipotente. Non ha chiesto di vivere né di più né di meno di quanto fosse stato stabilito, e cioè di quando fosse giunta la sua ora.
Per sensibilizzare sull’“ultimo gesto d’amore”, volendo eventualmente pensare ad un altro personaggio e non a Cristo (che è Dio), non serviva inventarlo. Bastava leggere i Vangeli e fare riferimento al ladrone sulla croce accanto a quella di Gesù.
Cristo, vero Uomo (oltre che vero Dio), altroché se ha vissuto empaticamente la sofferenza di chi aveva accanto (noi cattolici sappiamo bene di essere stati “acquistati a caro prezzo”!). Ha sofferto esattamente come lui, ma che ha fatto? Gli ha detto “non ti preoccupare, io che sono il Figlio di Dio ti faccio morire un po’ prima del previsto, così provi meno dolore”? No. Gli ha detto: “Oggi tu sarai con me in Paradiso”. (Lc 23,43)
Mi dispiace per voi: disegnatore/vignettista, Mina Welby, Niccolò Rinaldi, Marco Cappato, Matteo Angioli, che avete promosso l’incontro del 5 giugno ed evidentemente credete di aver fatto un manifesto-genialata (che tristezza, però… Neanche un cane vicino a quel povero cristo malato! Ma ce l’avete un cuore?!).
Non so chi crediate di fregare, con l’immagine “buonista” ma antistorica e blasfema che vorreste usare come grimaldello per spalancare le porte alla legalizzazione dell’omicidio e/o del suicidio assistito in Europa.
Quel che so per certo è che i cattolici non abboccheranno! Per noi cattolici “l’ultimo gesto d’amore” è “esserci”: è stare accanto amorevolmente a chi soffre. E’ accompagnarlo fino all’ultimo suo naturale battito del cuore.
Non abbiamo bisogno di scomodare Cristo, disegnandolo a destra in un manifesto e suggerendogli cosa dovrebbe fare, perché Cristo “è” quell’uomo lì, “è” in quel letto lì. E chi sta amorevolmente accanto ad un sofferente sa di stare accanto a Lui: a Gesù.
Però è vero: Il Risorto (ma è risorto: non è mezzo inchiodato e mezzo no!) ci viene incontro.
Mai letto “Il cinque Maggio” di Manzoni? Vi farebbe bene. Magari prima del 5 giugno: prima dell’incontro sulla legalizzazione del suicidio assistito. C’è bisogno di speranza: è questo l’“ultimo gesto d’amore” che possiamo donare a chi soffre e che abbiamo, tutti, bisogno di ricevere!
“… Ahi! forse a tanto strazio / cadde lo spirto anelo, / e disperò; ma valida / venne una man dal cielo, / e in più spirabil aere / pietosa il trasportò; / e l’avvïò, pei floridi / sentier della speranza, / ai campi eterni, al premio / che i desideri avanza…”