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Il futuro alle spalle

Fonte:
CulturaCattolica.it
“In questo mondo, in mezzo alla dolorosa fatica degli uomini, il compito (…) è di essere fra noi gli specchi dell’immagine di Dio, le riserve della Sua Grazia e del Suo Amore, la memoria dell’Eterno”.
(J. Maritain, Diario di Raissa)

Se Stefano Toppi… toppa
“Abbiamo un grande futuro alle nostre spalle”. Ha detto bene - forse senza saperlo - Stefano Toppi, coordinatore della Segreteria tecnica nazionale delle Comunità cristiane di Base, impegnate a Napoli da oggi a lunedì 30 per il XXXIII Incontro nazionale, quest’anno sul tema: “Donne e uomini credenti per una cittadinanza consapevole. Nuovi processi di liberazione e partecipazione nella Società e nella Chiesa”.
A leggere il programma di quest’anno e a scorrere i titoli dei precedenti incontri nazionali, il punto pare proprio quello centrato da Toppi. Se finalmente si è accorto che “il grande futuro” è alle spalle, significa banalmente una cosa sola e cioè che le Comunità di Base stanno camminando nella direzione sbagliata. Semplice.
Il futuro in effetti è “dietro”: in quella tradizione bimillenaria del cristianesimo e della Chiesa a cui – liberissimi – hanno voltato le spalle. Il futuro (grande) sta lì.
E siccome gli occhi sono sul volto e non sulla nuca, se le CdB desiderano davvero andare verso il futuro, forse sarebbe bene ruotassero di 180°, unico modo per ritrovare la strada e la direzione perdute. Se le parole pronunciate dal segretario nazionale nel corso dell’intervista a Valerio Gigante hanno un senso, il senso porta ad una virata o non porta in nessun luogo. Non è una “sensazione”. E’ lo stesso Toppi a raccontare che “di fatto, la generazione dei giovani che ruota ancora attorno alle CdB, dov’è presente, è più interessata ad impegni concreti nel sociale che a partecipare alle assemblee liturgiche”. Eccolo, il punto. Letto il programma del convegno di Napoli, letti altri interventi di Toppi o di rappresentanti delle CdB (verificare per credere) c’è, sempre – spiace constatarlo – Il Grande Assente: Gesù Cristo, il Risorto, che, fino a prova contraria, si incontra innanzitutto nella celebrazione eucaristica, nei sacramenti, nella preghiera, nella Chiesa. “Dettagli” di cui nei loro raduni non si fa menzione. Lì, gli “esperti” (che quest’anno sono, tra gli altri, l’avvocata X, l’“assessore ai Beni comuni e Democrazia partecipata” Y, l’immancabile scrittore e opinionista Z…) parlano di cose ben più serie, vuoi mettere? Di un futuro alternativo, di una società a misura degli ultimi/e, di religione e politica, di corresponsabilità e democrazia, di fermenti ecclesiali di base, di prassi di liberazione nel mondo in trasformazione… e via discorrendo.
Nel vuoto lasciato dalla “pietra angolare scartata dai (nuovi) costruttori” delle CdB; nell’idea di un Cristo che si è fatto crocifiggere (ma solo per “gli ultimi/e”, mica per tutti!), in cui non c’è spazio per la Resurrezione, in cui di Cristo si dice che è un vero uomo (lettera maiuscola? lettera minuscola?) ma si glissa sul fatto che è anche Vero Dio, che c’azzecca il cristianesimo?

Toppi rat-toppa, ma in Veneto si direbbe “peso el tacon del buso
Ecco il rat-toppo di Toppi. “Vediamo – spiega a Gigante – ragazze e ragazzi della CdB del Cassano di Napoli impegnati nell’insegnamento dell’italiano agli immigrati presso la ‘Scuola di Pace’, quelli di Roma a portare avanti l’esperienza delle cene domenicali insieme ai profughi afghani nei locali della comunità, oppure impegnati a realizzare una società sobria, equa, solidale e in linea con uno sviluppo ecosostenibile”.
E’ cristianesimo, questo? Si è mai visto, nei Vangeli, Gesù impegnato per uno sviluppo ecosostenibile? Siccome a noi cristiani semplici non risulta, tirando le fila del discorso, ci viene da pensare che…

…quando qualcuno afferma (convinto) che “il futuro è alle spalle”, c’è da preoccuparsi: significa che viviamo in un mondo alla rovescia
Non è solo la confusione manifestata nei confronti dei tempi verbali a far sobbalzare la puntigliosa (per le conseguenze sopra indicate); a leggere ciò che pensano, dicono e scrivono le CdB c’è da preoccuparsi sul serio, anche per il metodo che seguono, perché la prospettiva da cui guardano la realtà e la vita è totalmente anti-cristiana. Questo dice Toppi: “Il modo di affrontare questi problemi è stato sempre quello di partire dal basso”. E magari anche fermarvisi – aggiunge la puntigliosa – dato che negli interventi delle CdB non c’è ombra di trascendenza, di dimensione verticale, di rapporto con il Mistero; niente preghiera, niente Aldilà. Solo lo sguardo chino, indaffarato, arrabbiato (soprattutto arrabbiato!), sulle cose di quaggiù.
Aveva ragione Raissa Maritain: “Una sola forza può ancora opporsi alla follia generale: l’intelligenza illuminata dalla fede”.
E così, c’è da sperare che arrivi presto, anzi prestissimo, l’11 ottobre 2012: data d’inizio dell’Anno della Fede. Occorre che le CdB (e noi insieme a loro) riorientiamo lo sguardo, che per i cristiani significa una cosa sola: convertirsi.

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