Aborto post-natale?

Nel racconto ‘Le pre-persone’, Dick descrive un’America in cui il Congresso ha legalizzato l’uccisione dei figli fino a dodici anni:
...L’unica cosa reale è un orribile furgone bianco con i finestrini coperti di rete metallica, che porta via i bambini che i genitori non vogliono più.
Alcuni genitori usavano un emendamento estensivo della vecchia legge sull’aborto, che permetteva loro di uccidere un bambino indesiderato prima che nascesse: dal momento che non aveva anima o identità, poteva essere risucchiato da un sistema pneumatico in meno di due minuti. Un medico poteva eliminarne un centinaio al giorno, ed era perfettamente legale, perché il bambino non ancora nato non era umano. Era una pre-persona. Lo stesso succedeva col furgone. Solo, avevano spostato in avanti il momento in cui l’anima entrava nel corpo. (...)
Il Congresso aveva elaborato un test molto semplice per determinare il momento approssimativo dell’entrata dell’anima nel corpo: la capacità di risolvere problemi di matematica superiore, di tipo algebrico. Fino a quel momento, c’era solo il corpo, istinti animali, riflessi e risposte a stimoli esterni.... Il Presidente e il Congresso hanno deciso che, una volta superati i dodici anni, si ha un’anima.
Fonte:
CulturaCattolica.it
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Come al solito l’informazione sembra più «deformare» che «informare».
Il sito Virgilio Notizie (riportando però una TMNews) scrive:

«Sdegno dei siti cattolici sul cosiddetto “aborto post-natale”: una interpretazione ardita di bioetica che porterebbe a giustificare l’infanticidio e che riapre il dibattito filosofico su cosa vuol dire essere una “persona”. La questione è stata sollevata da un articolo scientifico pubblicato sul Journal of Medical Ethics da due ricercatori italiani: Alberto Giubilini e Francesca Minerva. Secondo i due autori, lo status morale di un neonato è equiparabile a quello di un feto: nessuno dei due è in grado di attribuire un valore alla propria esistenza, “il fatto che siano persone in potenza - si legge nell’abstract - è moralmente irrilevante” perché manca loro la consapevolezza e quindi non sono “persone”. Di qui l’uso dell’espressione “aborto post natale” al posto di infanticidio: perché, “come l’aborto è permesso in alcuni casi, inclusi quelli in cui il neonato non è disabile, per tutti gli stessi dovrebbe essere autorizzata l’eutanasia dei neonati”.»

Domanda: la notizia è lo “sdegno dei siti cattolici” o “l’aborto post-natale”?
Da un lato, certamente, onore ai cattolici, che sembrano essere gli unici a difendere la vita come valore non negoziabile, come bene “indisponibile” e che hanno a cuore l’umanità e le persone, in qualunque situazione si trovino. «Defensores civitatis» dovranno essere chiamati d’ora in poi. Della civiltà, della cultura e, quindi, dello Stato. Fieri di difendere il bene più prezioso.
Ma dall’altro, basta con la menzogna secondo cui difendere la vita è solo una questione di fede (cattolica in particolare)! Conosco tanti uomini e donne – senza particolare credo religioso – per cui la vita va difesa sempre. È segno di civiltà, non di un’appartenenza particolare. Se mai, appartenenza alla razza umana e degli uomini ragionevoli.

Non ci stiamo alla menzogna così spesso propagandata dai mezzi di «deformazione», bravi solo a mescolare le carte per confondere le idee.
Però è vero: siamo cattolici perché «universali».