Condividi:

“Il Natale di Cristo”

Fonte:
CulturaCattolica.it
Hodie Christus natus est. G.P. da Palestrina

Giovanni Pierluigi da Palestrina (ca. 1525 – 1594) è considerato il più grande compositore di musica sacra polifonica. Quando si parla di polifonia (più melodie, più voci contemporaneamente), di contrappunto (tecniche varie di scrittura polifonica) Palestrina è il maestro indiscusso. La sua carriera musicale inizia prestissimo e si svolge interamente a Roma e per Roma. Tutta la sua vita, infatti, fu a servizio della Chiesa (la sua carriera artistica conobbe il pontificato di dodici Papi). Palestrina compone rispettando le decisioni maturate nel Concilio di Trento (1545 – 1563). Per questo viene considerato il musicista della “Controriforma”. Di fatto la polifonia, nei primi anni del’500, era diventata più un esercizio tecnico che un mezzo liturgico. L’innovazione di Palestrina è tanto semplice quanto geniale, e nasce dal profondo rispetto della parola. La musica diviene così serva della parola, anticipando così il principio della “Seconda pratica” di Claudio Monteverdi (“oratione signora dell’armonia”). Sebbene il Concilio consigliava il ritorno ad una polifonia leggera, in cui l’intelligibilità del testo non doveva essere oscurata dagli artifizi contrappuntistici e dall’uso contemporaneo di parole diverse, Palestrina utilizzava le tecniche del contrappunto più elaborate, ponendole, però, a servizio del testo e della liturgia. Ascoltando i suoi brani si può notare come le singole parole sono sempre facilmente intuibili (Palestrina ne osserva la corretta accentuazione) e la sonorità è ordinata in maniera da evitare l’enunciazione simultanea di testi diversi. Questo nonostante la dimensione autonoma della condotta delle voci rimanga uno dei tratti che più
caratterizzano la scrittura del compositore romano. Come suggerito sempre dal Concilio, per un ritorno ad una più genuina pratica musicale, Palestrina usa spesso le melodie gregoriane (melodie monodiche e sacre nate nel Medioevo all’interno della Chiesa Cattolica) come fonti tematiche delle sue composizioni.

Il brano che vi propongo, “Hodie Christus natus est” è un’antifona dei secondi Vespri di Natale, composto dunque per la festa che stiamo vivendo.

Questo contenuto è fornito da terze parti (www.youtube.com). Per visualizzare il video è necessaria l'accettazione dei cookie di YouTube.
Accetta cookie di Youtube
Potrai modificare in futuro la tua scelta cliccando "Gestione Cookies" a fondo pagina.
Per saperne di più Ti invitiamo a leggere la nostra cookie Policy.


HODIE CHRISTUS NATUS EST

Hodie Christus natus est: Alleluia.
Hodie Salvator apparuit: Alleluia.
Hodie in terra canunt Angeli, laetantur Archangeli: Alleluia.
Hodie exultant justi dicentes: Gloria in excelsis Deo, Alleluia.

Oggi Cristo è nato: Alleluia
Oggi è apparso il Salvatore: Alleluia
Oggi sulla terra cantano gli Angeli, si rallegrano gli Arcangeli: Alleuia.
Oggi i giusti esultano dicendo: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli”: Alleluia.

Sono evidenti le quattro idee basilari del testo. Ma la musica, posta da Palestrina a servizio della parola, come rende preghiera questo testo?Ecco cosa mi ha colpito. Innanzitutto la parola “Hodie”, che viene ripetuta all’inizio di ogni strofa, (oggi, il giorno di Natale, il Verbo che si fa carne, il centro dell’esperienza Cristiana) è, diversamente dal resto delle parole cantate, in omoritmia, come fosse un corale (la parola “omoritmia” denota il fatto che tutte le voci procedono simultaneamente con gli stessi valori ritmici, pur con melodie diverse). Come a voler sottolineare l’importanza, l’unicità del giorno di Natale. L’esclamazione “Alleluia” che conclude ogni verso potremmo definirla “giubilante”. Infatti, mentre tutto il brano è in 4/4, l’alleluia, essendo in 3/4, è ritmicamente più allegro… una festosità amplificata dal gioco imitativo delle voci. Una vera è propria lode a Dio (questo vuol dire la parola ebraica “Hallelujah”: “Halle” = lodate; “Jah(ve)” = Dio) per la grazia del Natale di Cristo. Il canto degli angeli e l’esultanza dei giusti viene resa perfettamente dai melismi proprio sulle parole “canunt” e “exultant”. Il melisma è un’ornamentazione melodica che consiste nel caricare su di una sillaba testuale un gruppo di note di altezze diverse. Sant’Agostino definisce “giubilo degli angeli” il canto sacro melismatico. Ancora una volta emerge questa gioia, questa festosità per la nascita di Cristo. “Gloria in excelsis Deo” è pressoché omoritmico (i giusti, tutti insieme, esultano dicendo “Gloria”) e “in excelsis”, su registri acuti, porta verso “l’alto dei cieli”. Una semplicità espressiva nascosta dietro le tecniche musicali più raffinate. Ecco Palestrina, “Princeps musicae” e servo della Chiesa, l’uomo (per un periodo frate) che, con le sue oltre cento messe musicate, più di tutti ha messo in musica il fatto
Cristiano.

“Il Natale, svelando il contenuto dello scopo del mondo, pone l’antefatto più importante e decisivo per l’utilità di tutto quello che si svolge nel mondo. È utile vivere nel mondo, vale la pena vivere nel mondo, perché c’è il Natale”.
(Don Giussani)

“Il Natale è l’annuncio che questo ignoto Mistero è diventato presenza familiare senza la quale nessuno di noi potrebbe rimanere uomo a lungo […]. Ma come sappiamo che Cristo è vivo ora? Perché il suo sguardo non è un fatto del passato, continua nel mondo tal e quale attraverso persone che sono il Suo corpo misterioso, testimoni nell’oggi della storia di quello sguardo capace di abbracciare tutto l’umano”.
(Don Carron)

Vai a "Ultime news"