Le statuine del presepio: “la Tradizione”
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Da anni cerco “la Tradizione”. Si tratta di una statuina del presepio che appare sempre più rara: sarà forse per una certa complessità nella costruzione che la rende più costosa delle altre perché doppia. Viene denominata Tradizione perché rappresenta una mamma o un papà che accompagnano il piccolo figlio al presepe, indicando il neonato nella mangiatoia, o un angelo nel cielo. Nell’antico presepe di casa mia, quello di zio Piero poi ereditato da papà Michele, ce n’era una sola ed era la più ambita. Ciascuno di noi, sette fratelli, aveva il suo pastore di gesso con tanto di nome scritto sotto il basamento: mia sorella Susy aveva la seccolina rosa, mia sorella Lella la seccolina verde, mio fratello Renzo aveva Baldassarre, io lo zampognaro. La “Tradizione”, intoccabile, era la statuina di papà e mamma. Fu quella che venne più deteriorata nel famoso incidente del pastore vivente. Il sottoscritto volle entrare di persona nella magia del presepe per stare accanto ai pastori come si diceva nella canzone: ”Ah se potessi qui rimanere co’ tuoi pastori fino all’albor…”. La struttura del presepio, imponente, che era fatta ogni anno con assi, chiodi e martello da mio padre, che s’improvvisava maestro d’ascia come nonno Egidio, non resse ed io precipitai a terra con tutti i pastori che uno dopo l’altro si infransero. Chi ci rimise la mano, chi la testa, chi la capretta che portava sul collo; la Tradizione, essendo la più pesante, riportò danni irreparabili. Apprendemmo in quell’anno il potere taumaturgico del Vinavil che rimise le cose quasi del tutto a posto. Solo la Tradizione rimase permanentemente offesa.
M’è venuta in mente “la Tradizione” all’ultima messa del “Rorate” vedendo il mio amico Luigi, padre di tre figli, portarsi all’altare Gabriele di dieci anni che aveva sentito parlare dai nonni di questa mitica messa al buio nella notte dell’Avvento ed aveva chiesto di essere portato. Gabriele si guardava intorno con il suo lumino in mano, ricorderà questa sfida nel primo mattino, questo segno che passa di padre in figlio, senza tante parole. Si tratta di vedere, camminare, andare, come quella notte verso un punto luminoso.
E’ così che si trasmette la fede, attraverso un cammino di accompagnamento verso la mangiatoia, per incontrare un Altro. Si tratta di consegnare i figli ad un’Altra Paternità più forte e solida della tua che è invece di gesso, come quella della statuina denominata la Tradizione.