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“Castighi di Dio”: Cattolicesimo e libere interpretazioni

Autore:
Melacarne, Paolo
Fonte:
CulturaCattolica.it
Desidererei contribuire a rispondere al sig. Elio Giannatempo che nella sua lettera non condivide l’intervento a Radio Maria del prof. Roberto De Mattei sulla calamità in Giappone.
Ringrazio intanto il sig. Elio perché mi ha obbligato a leggere tutto il testo dell’intervento di De Mattei prima di comporre questa risposta e ho così potuto constatare quanto poco rispetto si ha in Italia per le parole altrui: i giornali hanno completamente travisato la sua relazione.

Gentile sig. Elio,
lei si proclama, come è suo diritto, “cattolico credente”. Vale però per tutti (sia per me che per lei) la regola che uno è “cattolico credente” solo se crede che Gesù Cristo è quel Signore risorto che ha fondato la Chiesa, questa Chiesa. In altre parole anche se io posso liberamente proclamarmi cattolico la verità della mia proclamazione dipende solo dal fatto che io creda effettivamente le stesse cose che la Chiesa Cattolica crede e propone.
E’ convinto, in tutta coscienza, che quanto lei afferma corrisponda al deposito della fede Cattolica come viene insegnata dalla Chiesa? Qualora non fosse così lei non sarebbe Cattolico. La cosa non avrebbe alcunché né di strano né di immorale: essere Cattolici non è un obbligo ma una libera scelta. Come ogni scelta però essa pone dei vincoli di coerenza: per i Cattolici non vale “il libero esame” delle Scritture. Tutti (io, lei) dobbiamo chiederci ogni giorno se la nostra interpretazione dell’esistenza è coerente col Cattolicesimo.
Le è certamente permesso arrivare a conclusioni diverse da quanto la Chiesa insegna perché la Chiesa non è al di sopra della sua coscienza. Quel che non è corretto è dirsi Cattolici e contemporaneamente essere non-Cattolici su quanto si professa e si afferma. Gesù lo disse subito: “Volete andarvene anche voi?” non è obbligatorio restare.

Lei scrive: “Credo che esista un qualcosa di non definibile, e di non spiegabile, ma che istintivamente percepisco come buono e superiore che io chiamo Dio. Credo che le Scritture lascino un messaggio preciso di amore e tolleranza, di perdono e fratellanza, di libertà.
Questa affermazione, in sé legittima, mostra precisamente quello che il Cristianesimo NON è. Il Cristianesimo è l’annuncio di un intervento personale di Dio nella storia, un Dio che viene a portarci il messaggio del suo amore verso di noi. Da questa notizia dell’amore di Dio per noi nascono poi, come nostra risposta, quando ne siamo capaci, i nostri amori, le nostre fratellanze, il nostro perdonarsi e la nostra libertà.
Il nostro amore per Dio e i fratelli è dunque una conseguenza. Il Cristianesimo non è la legge che regola il nostro amore tra di noi e verso Dio ma, al contrario, è la rivelazione dell’amore di Dio verso di noi. Questo racconta la Scrittura.
Quello che lei percepisce istintivamente come buono e superiore non è fede cattolica. La prego: non se ne abbia a male: anche quello che posso percepire io, da solo, non conta niente. Conta solo quello che Dio ha detto e fatto. Quello che dice Dio è “Parola di Dio” e quel che opera Dio è fatto “da Dio”. Quel che possiamo dire e fare noi ha un valore molto relativo.
Se Dio non la ama allora lei è “fregato” per tutta l’eternità: nulla resterà di lei. Legga 1Corinzi 15,13-19 e consideri le conseguenze veramente drammatiche di quelle parole.
Senza questo passaggio fondamentale tutto quel che è scritto nel Vangelo (e non temo di essere irrispettoso) è “fuffa”, ossia buone intenzioni, proposte anche da tanti altri, specie dopo di Gesù.
Se chi l’ha educata “cristianamente” s’è limitato a darle tanti buoni sentimenti ha fatto un grave peccato di omissione. Purtroppo succede spesso.
Tanti sono i credenti che intendono il cristianesimo come una “buona morale di vita” ma questo non è il cristianesimo. Non si può utilizzare la Bibbia a rovescio: non si può prima postulare l’esistenza di un Dio secondo la propria personale percezione e poi usare la scrittura come dichiarazione dei nostri diritti e doveri reciproci. Nel Cristianesimo è esattamente il contrario: prima si legge nella Bibbia chi Dio è e che cosa fa; poi, scoperto che Dio è la nostra salvezza viviamo in fratellanza con gli altri (o almeno: ci proviamo!). Vede la differenza?

“Non credo che le Scritture insegnino che il Padre invii castighi divini su questa terra affinché debba insegnare alcunché che non sia già scritto nelle Scritture stesse.
(...) Certo... è anche scritto che “Io vi dico che in quel giorno Sodoma sarà trattata meno duramente di quella città”, ma si riferisce a QUEL giorno, non a giorni da noi stabiliti (...) Non è ammissibile sostenere, alla luce degli sconvolgimenti climatici che si stanno susseguendo, che queste siano punizioni divine
”.
Vediamo di capirci: delle due l’una. La prima ipotesi è che Dio si occupi del mondo solo di tanto in tanto (alla creazione, sul mar Rosso, in Gesù, alla fine dei tempi) e per il resto se ne stia in vacanza. L’altra possibilità è che Dio abbia pensato a ciascuno di noi da sempre e si occupi del mondo e di ciascuno di noi in ogni istante (vedi Salmo 138). Questa seconda ipotesi è quella ebraica, cristiana e cattolica. La prima è l’ipotesi deista degli illuministi e non ha nulla né di ebraico né di cristiano né di cattolico. Nella sua citazione lei stesso dimostra che Dio si è occupato di Sodoma (anche) in “QUEL” giorno della storia, non solo alla fine dei tempi.
Ognuno di noi nei momenti di sconforto può anche perdere la speranza di essere assistito ma questo è un limite nostro, perdonabilissimo in tantissimi casi, e non toglie verità al fatto che noi e il mondo esistiamo solo ed esclusivamente perché Dio vuole. Come ho detto sopra, tanti non credono questo e dunque non sono né ebrei né cristiani né cattolici. Se lei vuole essere cattolico indaghi questo problema che è evidente che non ha risolto. Dio non sarebbe Dio se non fosse padrone dell’universo in ogni istante. Dunque il terremoto in Giappone fa parte del disegno di Dio. Se questo la spaventa cerchi e domandi. In fondo ne va della sua vita no?

“Siete proprio sicuro di poter parlare per conto di Cristo?”
Io no di certo. Oltre tutto nella vita mi occupo della mia religione giusto per passione e per il resto il mio lavoro sono i computer. Ma la Chiesa sì che parla per mandato di Cristo. Questo è il Cattolicesimo. Se questa religione non le è gradita è libero di scegliere qualche altro articolo... però in cinquant’anni di cattolicesimo (e tre figli grandi) posso dirle che il laccio della Chiesa non mi sembra per niente stretto: l’interpretazione cattolica della storia a me va benissimo e anzi è per me motivo di serenità e sollievo nelle disavventure.

“E’ molto più probabile che [le calamità] siano causa dell’uomo e del suo NON raziocinio nello sperimentare armi atomiche”, (...) non siamo autorizzati a massacrare [la terra] in modo indiscriminato. Questo oltre che poco cristiano è anche altamente irresponsabile. (...) nel trentennio che andò dal 1966 fino al 1996 la sola Francia effettuò 139 esperimenti atomici sotterranei. ... stiamo per caso scontando ciò che l’arroganza dell’uomo ha generato e cerchiamo di mascherarla con “Dio”? (...) Tumori, malattie, incidenti, non credo siano punizioni o insegnamenti divini, ma ciò che accade all’uomo perché non curante né delle regole del rispetto reciproco e né delle regole cristiane. L’aumento dei tumori è legato all’inquinamento. L’aumento degli incidenti sul lavoro, o stradali, è causato per mezzo dell’uomo.”
Guardi che sta mescolando cose che non hanno tra loro attinenza. I terremoti ci sono sempre stati e pure i tumori. Solo che un tempo non venivano diagnosticati e la gente moriva per un’infinità di altri motivi. Non sto dicendo che possiamo stupidamente distruggere il pianeta o rovinarci la salute. Sto dicendo che esistono molte catastrofi e molti mali fisici che non dipendono direttamente da azioni umane. Infatti i terremoti citati da De Mattei (Lisbona 1755 e Messina 1908) non sono certo conseguenza di attività nucleare o inquinamento industriale. Possiamo in più notare che il terremoto giapponese quasi non ha fatto vittime proprio per merito (umano) delle leggi edilizie e della preparazione della popolazione. Ha idea di quanti milioni di morti avrebbe fatto un terremoto così nel golfo di Napoli? tre milioni? quattro? Lo tsunami ha fatto 30.000 vittime: sono quelle persone che, abitando sulla costa, hanno avuto meno di sessanta secondi dalla prima scossa per scappare via; i giapponesi sono 130 milioni in un arcipelago montuoso grande circa come l’Italia: è difficile pretendere che non esista alcuna residenza fino a 3 Km da tutte le coste. Infine: il Giappone ha 56 centrali nucleari: 55 si sono spente senza troppi problemi. Una sola sta creando problemi, purtroppo più seri di quel che si sperava ma meno gravi di quanto ci viene propagandato: è molto difficile distinguere la propaganda dalla scienza, anche fra i sedicenti scienziati (vale per tutte le posizioni, naturalmente!). E di sciocchezze su Fukushima ne sono già state dette molte. Finora i morti dovuti alla centrale sono 1 (uno, caduto da un ponteggio). Quelli di Chernobyl sono stati 65 (i rapporti ONU ne prevedono 4.000 per tumori entro il 2066, in 80 anni: io quasi certamente lo saprò dall’aldilà di quanto si saranno sbagliati...).

La parte corretta delle sue affermazioni è questa: esiste tutta una serie di azioni da fare o non fare per limitare il male fisico e anzi promuovere il bene dell’umanità e del creato. E’ su questa base condivisa che possiamo tutti lavorare.
La parte cattolicamente non corretta delle sue affermazioni è: tutte le calamità sono conseguenza del cattivo operare dell’uomo. E’ davvero convinto che tutte le calamità siano colpa di azioni dell’uomo del nostro tempo? Non mi sembra plausibile.

Lei è caduto, non me ne voglia, nel tranello, usato tipicamente dagli atei, di definire la fede cattolica in modo arbitrario per poi stupirsi quando i conti non quadrano.
Provo a spiegarmi. Dio è veramente il Signore creatore dal nulla del cielo e della terra. L’uomo è veramente destinato all’eternità e dunque il tempo che l’uomo passa sulla terra non è un valore assoluto, perduto il quale tutto è perduto (ha letto 1Corinzi 15,13-19 più sopra?).
Gli atei ritengono che la nostra esistenza biologica sia tutto quello che possediamo. Tanti cattolici abboccano all’amo e ne deducono che se Dio ci toglie qualcosa di questa esistenza terrena allora Dio deve essere cattivo. Ma, poiché questa è una contraddizione (Dio non può essere cattivo), allora bisogna demonizzare l’uomo: tutto quanto accade di brutto è colpa attuale dell’uomo.
Gentile sig. Elio, si concentri sull’eternità: in una prospettiva eterna gli eventi che Dio permette in questa parentesi terrena diventano relativi. E poiché Dio li permette, tali eventi non possono che essere alla fin fine buoni anche se tutto questo sfugge al nostro calcolo di povere creature e quindi noi ci disperiamo. I 30.000 morti del Giappone sarebbero morti comunque, prima o poi, e sarebbero stati comunque compianti dai loro amici e parenti sopravvissuti. Che differenza fa, in una prospettiva eterna, che siano morti tutti insieme? L’importante per loro, come per tutti, è salvare l’anima. Il discorso vale però solo per chi crede all’anima eterna e gli atei non ci credono...
Il suo errore (umanamente comprensibile ma irrazionale) assomiglia a quello di chi (come me!) ha paura di viaggiare in aereo. C’è abbondanza di statistiche che dimostrano che l’auto è ben più pericolosa (anche per pedoni e ciclisti...). Ma noi restiamo impressionati perché ad ogni disastro aereo i passeggeri muoiono tutti insieme. E concludiamo che l’aereo è “cattivo” e l’auto “buona”.
Ovviamente le cose poi non sono così semplici come io le ho esposte. Io ho schematizzato un po’ per maggiore chiarezza. Le chiedo di non scambiare la mia semplificazione per cinismo.

E’ evidente che se Dio è Dio non possiamo concludere altro che Dio è signore di tutto, anche di quegli eventi che noi classifichiamo come calamità.
Perché allora Dio permette il male se potrebbe evitarlo? nessun’altra religione né antica né moderna ha mai dato una risposta che a me sembri accettabile. La risposta cattolica è duplice. La prima parte l’ho già esposta: chi crede nella vita eterna relativizza anche le calamità. La seconda parte è questa: Dio stesso è nato, al freddo, ha patito l’esilio, l’incomprensione, l’abbandono, gli sputi, la tortura e la croce. Badi bene: il soggetto è “Dio”, non un uomo qualsiasi. Ecco: se Dio ha affrontato questa umiliazione per rivelarsi a noi allora un significato ci sarà.
Non è la risposta che forse ci aspetteremmo ma è l’unica risposta che abbiamo e, di tutte quelle che io conosco dalle varie filosofie e religioni, è per me la più convincente: se il mio Dio è morto per me allora ho speranza che mi farà vivere.
Le do atto che la terminologia storicamente usata (“castighi di Dio”) può essere fuorviante. Questo comunque è un limite nostro, della lingua e della nostra capacità di esprimere in modo appropriato l’opera di Dio. Ma non si allarmi più di tanto. Capita anche a me. Io da giovane ho passato settimane a chiedermi, studiando l’Esodo, perché mai Dio volesse indurire il cuore del Faraone (sette volte: Esodo 4,21; 7,3; 9,12; 10,20.27; 11,10; 14,4.8) il che mi sembrava illogico. Ma una facile soluzione c’è. Facile per chi crede. Impossibile per chi non crede.

Varie altre cose vorrei obiettare sul finale della lettera ma mi dilungherei troppo. Posso dirle che le sue convinzioni mi appaiono una interpretazione sua personale del cattolicesimo, viziata da un complesso d’inferiorità rispetto alla visione materialistica e atea del mondo. Se lei è cattolico dovrebbe anche sapere che la buona notizia che Dio la ama è quanto di più prezioso lei ha ricevuto in dono. Dunque se da un lato i credenti non devono essere né arroganti né violenti nel proporre il loro credo d’altra parte non è affatto giusto che debbano portare la loro fede “nel silenzio” (sono purtroppo parole sue). La Chiesa ha ricevuto la verità (anzi: la Verità). Non la ha prodotta da sola e dunque non deve vantarsene e considerarsene padrona. Resta però il fatto che ne è depositaria e dunque è assolutamente tenuta a manifestarla al mondo intero. Il Vangelo è chiarissimo su questo punto.

Se vuol sapere del cattolicesimo si rivolga alla Chiesa Cattolica: è l’istituzione che lo conosce meglio... i vari soloni che pontificano nei media non sono cattolici e non sanno di cosa parlano.
Non crede? se io volessi avvicinarmi al Buddhismo a chi dovrei rivolgermi secondo lei? A un pio bonzo buddhista o a Corrado Augias?

Cordialmente.
Paolo Melacarne

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