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Yara

Fonte:
CulturaCattolica.it

Le parole sono sempre inadeguate di fronte alla morte, tanto più di fronte a quella di una ragazzina. Comunque sia arrivata questa morte, è stata ingiusta e non ci sarà atto umano che potrà far giustizia della brutalità compiuta. In questi momenti la nostra impotenza è scoperta ed evidente. Ma neppure un capello del nostro capo andrà perduto. Lo assicura Gesù parlando ai suoi discepoli: “Persino i capelli del vostro capo sono contati”. Così penso a Yara. Alla premura misericordiosa che Dio ha certamente usato per lei, sostenendola di fronte all’orrore del male che le si è parato di fronte. Perché Dio permetta quest’apparente vittoria del male non lo sappiamo. Siamo però, ogni volta, messi di fronte al dramma della nostra responsabilità che deve prendere posizione e decidere di fuggire ogni connivenza con il male, a qualsiasi livello. Chi fa consapevolmente il male vi arriva spesso dopo tante cadute erroneamente giudicate di poco conto. Invece, l’educazione del cuore, dei sentimenti e della volontà, è un’urgenza cui non bisogna mai derogare. È la possibilità di chiamare le cose con il loro nome, di riconoscere il male ma anche lo spazio dell’azione della Grazia che può raggiungere il peggior assassino. La vicenda di Yara è una scossa all’indifferenza che chiude i cuori, che fa sentire soli negli ambienti di lavoro, nelle case. In momenti come questi ci accorgiamo dei legami nascosti che generano la vera prossimità tra gli uomini. Quello che è accaduto a questa ragazzina riguarda tutti, ci è diventata figlia, sorella. Yara è misteriosamente salita sulla croce, per questo è diventata nostra. Giovanni Paolo II, commentando la Via Crucis, disse: “Pesava la croce al Corpo, pesa il Corpo sulla croce: in entrambi i casi è un Peso d’Amore! Amor - pondus! Bisogna dunque che «tutto quello che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita» (1 Gv. 2, 16) - tutto ciò che porta frutto nel peccato dell’uomo e nel «peccato del mondo» - sia, una volta per sempre, bilanciato dal peso di questo Amore: dell’Amore inchiodato sulla croce come il Corpo di Cristo In questo misterioso peso il mondo è redento irreversibilmente. E, attraverso tutte le strade fuorvianti dell’uomo, delle società, dell’umanità, esso si dirige verso i destini che ha in Dio. In Dio stesso. Preghiamo. Spirito di Verità! Permettici sempre di sentire il peso salvifico della croce di Cristo. Permettici di penetrare le tenebre della storia dell’uomo con la luce della Crocifissione!”. Davanti alla morte di Yara, ma soprattutto davanti alla vita nuova iniziata per lei in cielo, chiediamo questa Grazia, perché non abbiamo a pensare che il male abbia vinto, perché il dolore di oggi non si perda nell’oblio, perché ci sia una speranza per chi l’ha amata e per tutti quelli che l’hanno conosciuta solo nel momento in cui si è compiuto il misterioso sacrificio della sua vita.

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