Un martire del nostro tempo: il Dottor Claudio Carosino
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Non conoscevo il Dottor Claudio Carosino; me ne hanno parlato due amici che lo avevano incontrato negli anni della giovinezza durante l’esperienza universitaria. La sua storia ha dell’incredibile. 59 anni, medico di base in quel di Busseto. Uomo di grande fede, si occupava di adozioni a distanza e di formazione sanitaria per i giovani. Ma soprattutto, come ha detto di lui la figlia: “Non faceva il medico, “era” medico”. Parliamo al passato: perché il Dottor Carosino è stato ucciso. Una domenica pomeriggio, tornando per l’ennesima volta a visitare un anziano paziente che lo aveva chiamato, si è trovato di fronte una doppietta spianata: uno solo colpo in pieno petto.
Sono passati tre mesi da questa morte apparentemente assurda, senza spiegazioni, se non rovistando nei misteri oscuri della mente umana e delle sue aberrazioni. Eppure da quel giorno la sua figura luminosa è diventata una testimonianza per molti. Domenica pomeriggio – era la Giornata Missionaria Mondiale – momento da dedicare alla quiete domestica, allo svago, al riposo. Il Dottore era così: non si risparmiava, “la carità non conosce ore”. E’ morto sul campo, proprio in questi tempi in cui la professione medica è sottoposta di frequente a dure accuse di “malasanità”.
E il suo funerale è stato un’apoteosi. Le cronache parlano di una fiumana di persone mai vista prima nella solenne Collegiata di san Bartolomeo a Busseto: tanto da straripare nel sagrato, nei portici, nella piazza vicina. E di un susseguirsi ininterrotto di messaggi di gratitudine, di lacrime sincere, di rimpianto per la sua eccezionale statura umana. Tra le varie testimonianze, una in particolare, quella dell’assessore Mazzera: “In ogni persona sapeva vedere Cristo sofferente. Il Dottor Carosino non è diventato un eroe ora, ma lo è sempre stato in tutta la sua esistenza”.
Lo collochiamo tra i martiri del nostro tempo così segnato dalla violenza e dalla perdita del significato. La sua limpida figura ci testimonia che “si può vivere così”, partecipando alla croce di Cristo fino a dare la propria vita per i fratelli.