La luce della stella
- Autore:
- Curatore:
- Fonte:

“Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse” (Is 9,1). Benedetto XVI ci ha ricordato che, ad ogni inizio anno, questo annuncio risuona nella notte che simboleggia la condizione dell’umanità. Se si ha il coraggio di guardare obiettivamente la condizione delle nazioni, a qualsiasi latitudine si trovino, le tenebre sembrano, effettivamente, ricoprire l’Oriente e l’Occidente. Anche noi, oggi, più che mai abbiamo bisogno della speranza recata da quell’antico annuncio. Abbiamo bisogno della luce, ma cosa è questa luce per noi, da dove ci arriva? La risposta del Papa non lascia dubbi. Ne ha parlato spiegando il significato della luce della stella che ha guidato i Magi: “è la Parola di Dio la vera stella che, nell’incertezza dei discorsi umani, ci offre l’immenso splendore della verità divina”. Ritornano in mente le parole di Marian, la giovane uccisa nell’attentato di capodanno ad Alessandria : “Il potere di Dio dentro di te è più grande delle pressioni intorno a te”. Lo aveva scritto su facebook, lasciandolo in eredità a un mondo ancora indifferente di fronte notizie di cristiani uccisi in Africa come nel Medio Oriente. Sembra che un torpore gravi sull’Occidente, insensibile alle problematiche religiose ed educative, sia per i cambiamenti veloci a cui la società è sottoposta, sia per la mancanza di riferimenti culturali solidi e stabili. La presa di coscienza è lenta, rallentata da un condizionamento mediatico sempre più invadente, spinto nella direzione di un qualunquismo buonista per cui tutto sembra ugualmente insignificante e senza valore. Anche voltarsi alla luce è faticoso per chi si abitua al buio. L’Occidente stenta a intervenire nella difesa dei cristiani perseguitati e, parallelamente, rinuncia alla difesa delle proprie radici. Ci sono “Paesi nei quali si accorda una grande importanza al pluralismo e alla tolleranza, ma dove la religione subisce una crescente emarginazione” perché considerata “come un fattore senza importanza”, relegata ad un ambito strettamente privato. “Bandire dalla vita feste e simboli religiosi in nome del rispetto di chi appartiene ad altre religioni o di chi non crede, è un’altra forma di emarginazione, in particolare del cristianesimo”. Emblematica è l’impossibilità non solo di celebrare il Natale cristiano nella scuola, ma la stessa possibilità di mantenere alla festività il suo nome proprio. La si chiama festa dell’inverno, piuttosto che dell’albero o d’altro. “La libertà religiosa è il primo dei diritti, perché, storicamente, è stato affermato per primo”, ha detto il Papa nel discorso al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede. “L’homo religiosus” deve poter cercare liberamente Dio. E’ un suo diritto fondamentale. Eppure non c’è area della terra in cui, in forme diverse, sotto forme di potere diverse, non si compiano discriminazioni, ingiustizie o violenze fisiche a danno della libertà religiosa e, di conseguenza, della dignità della persona. Lasciare spazio “al potere di Dio” dentro di noi, un potere che è Amore e che splende come luce nella Chiesa, è la strada per non perdersi nelle tenebre del mondo.