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Politica: questione “amorale”?

Fonte:
CulturaCattolica.it
"La questione morale esiste da tempo, ma ormai essa è diventata la questione politica prima ed essenziale perché dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzioni"
La questione morale - Enrico Berlinguer - Repubblica, 1981

Chiariamo subito che la mia non è una riflessione sulla moralità di questo o quel politico, anche se è indubbio che le telenovelas political-pruriginose di questi tempi vanno per la maggiore, ma sono anni oramai che il “buco della serratura” fa audience.

Il problema è un altro, è che avendo perso il senso di ciò che è bene e di ciò che è male, usiamo i “valori” come fossero un elastico, li tiriamo dalla nostra parte, li usiamo per i nostri fini, giudichiamo senza voler essere giudicati, ed il giudizio non cade sul comportamento, sul “peccato” ma sul peccatore.
Paradossalmente, più si inveisce contro l’ingerenza della Chiesa quando richiama tutti gli uomini al rispetto di certi valori, più un moralismo laicista imperversa.

Non c’è qualcosa che è bene o male in assoluto, ma dipende da chi lo fa, da chi lo racconta, da chi ascolta o guarda.
Così può capitare che per un tizio fotografato sulla pubblica via mentre “contatta” un transessuale si invochi la libertà di usare del proprio tempo libero come si vuole, e che di un altro fotografato in casa propria in compagnia di giovani donne si dica che dovrebbe renderne conto al paese.

Già il paese, ma cosa chiede il paese alla sua classe politica, cosa si aspetta dalla sua classe politica?
Che sia moralmente sana, che non commetta atti impuri, che sia fedele al coniuge o che governi con oculatezza il bene pubblico, che faccia l’interesse dei cittadini che lo hanno votato e anche di quelli che non lo hanno votato.

Sarebbe perfetto avere politici moralmente irreprensibili, tutti dediti alla res pubblica e allo stesso tempo alla famiglia e magari anche al volontariato, ma la realtà è altra. Non esistono “uomini perfetti” e i politici sono uomini e donne con i difetti di tutti, ma giudicare i loro “atti impuri” non spetta a noi, renderanno conto a Dio se ci credono, alla moglie o marito e alla loro coscienza.

Meglio un politico con una famiglia da manuale ma favorevole all’aborto, alla fecondazione in vitro, ai matrimoni gay, o un politico con una famiglia “sgarrupata” uno che non è riuscito a mantener fede a “quel sempre”, ma che è disposto a battersi perché la famiglia sia valorizzata dalla politica, perché il quoziente familiare venga finalmente approvato, perché agli omosessuali vengano riconosciuti i diritti civili ma non vengano equiparati alla famiglia, perché l’istruzione sia pubblica e di qualità e sia riconosciuto ai genitori il diritto di scegliere la scuola per i propri figli, insomma, cos’è meglio?

E' certo che una politica gossipara, non aiuta la gente ad avere fiducia su chi dovrebbe avere a cuore il bene del paese, e lottare con tutti i mezzi perché il bene comuni trionfi.

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