Mattoncini Lego: "una visione superata dei generi sessuali"
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Alzi la mano chi non ha mai giocato con i mitici LEGO.
I mattoncini di plastica con i quali costruire case, auto, città, aeroporti o stadi di calcio.
Da piccola io adoravo costruire case, con il tetto verde, le finestre bianche e le persiane apribili, ho sempre avuto un debole per le ristrutturazioni e le mansarde, ma crescendo ci ho giocato ancora in compagnia dei miei figli.
Ricordo che un Natale regalarono a miei figli una scatola di Lego con la quale costruire la stazione di polizia, solo che loro erano ancora troppo piccoli per giocarci e allora la notte di capodanno messi a letto i bambini, mentre attendevamo che la pizza in forno arrivasse al punto giusto di cottura io e mio marito ci mettemmo a costruire la stazione con i lego e a mezzanotte stappammo una bottiglia per brindare alla fine lavori e all’anno nuovo.
Ora scopro che in Svezia il “Consiglio etico del commercio contro il sessismo nella pubblicità”, una specie di censore che veglia sulla pubblicità e sugli spot di tutte le aziende, se la prende con la Lego, rea di fare una pubblicità sessista.
Si avete capito bene, - pubblicità sessista -.
Corpo del reato pare sia l’ultimo catalogo, dove sotto la scritta “tutto quello che una principessa può desiderare” c’è una bimba che gioca con cavalli e principesse in una cameretta rosa.
Discriminazione delle discriminazioni!
Sull’altra pagina del catalogo un bambino, gioca attorniato da macchinine e automezzi dei pompieri, in una cameretta azzurra, troppo virile? Che dite?
Insomma, un po’ ingenui questi della Lego.
Era meglio una cameretta verde pisello, un piccolo essere umano di sesso non ben identificato, tanto ha tutto il tempo di scegliere crescendo, e dei giochi per così dire neutri.
Scusate, ma mi sembra davvero un eccesso.
Secondo i santoni che vigilano, la Lego avrebbe rafforzato «una visione superata dei generi sessuali », e avrebbe diffuso degli «stereotipi» «degradanti per l’uomo e per la donna».
Insomma, essere maschio o femmina, non è più di moda, peggio è degradante.
Come dire che è ora che le aziende che producono biancheria intima femminile, la finiscano di sbatterci in faccia belle ragazze con il seno sodo strizzato in completino di pizzo, potrebbe essere un’immagine lesiva della dignità di quegli uomini che si sono fatti mettere dal chirurgo un paio di tette pur mantenendo gli attributi maschili.
Io non credo che siano i giochi e le case che li producono a determinare l’appartenenza sessuale dei bambini, sono ancora convinta che si nasca maschi o femmine e sono tra quelli che dicono che non siamo uguali, grazie a Dio, e non sarebbe giusto omologarci.
Perché c’è un genio femminile e un genio maschile.
E’ giusto che maschi e femmine abbiano la stessa possibilità di realizzare i loro sogni, di fare l’astronauta o la casalinga, ma lo faranno in modo differente, né meglio né peggio, perché siamo differenti e questa differenza è un pregio, una ricchezza, è la bellezza del genere umano.
Se poi ci sono persone che hanno gusti sessuali differenti, liberi di esercitare i loro gusti, ma questo non può determinare le scelte dell’intera società.