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Gli occhi del cuore

Fonte:
CulturaCattolica.it

Diceva la volpe ne “il Piccolo Principe” che “non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”. Sembra una favola per bambini, ma racchiude una verità dell’esperienza. Certo, occorre percepirsi uomini, non abituati a trascurare se stessi, i propri bisogni e i desideri più profondi. Percepirsi vivi, almeno arricciare il naso di fronte all’omologazione generale. La lettura de “Il piccolo principe” fa ritrovare all’adulto quella parte di sé segregata in un punto recondito della coscienza. Si ridestano e risuonano nel cuore sentimenti sopiti. Nel libro è descritta una posizione umana cristallina, piena d’incanto nella sua disarmante ingenuità; colpisce perché tocca una corda del cuore, rimasta lì, sepolta da strati di polvere, magari un po’ sfilacciata ma ancora viva. Niente di sentimentale, tutto solidamente umano poiché ancorato alla realtà dell’Essere, perciò religioso. In questi giorni abbiamo sentito parlare di cuore in un modo tanto semplice quanto potentemente sorprendente, quindi corrispondente. È stato il Papa a stupirci. Ci ha ricordato che “solo con il cuore si conosce veramente una persona”. Se restiamo legati a una conoscenza “secondo la carne”, ci fermiamo all’esteriorità, siamo superficiali. O, come i farisei al tempo di Gesù, conosciamo i comportamenti degli altri, li misuriamo giudicando severamente, ma non conosciamo “il nucleo della persona”. Non per nulla Gesù ha chiesto agli apostoli: “Chi dite voi che io sia?” Solo chi accetta di implicare se stesso fino al livello del cuore può rispondere veramente a questa domanda. Benedetto XVI ha esposto queste osservazioni parlando di San Paolo, l’uomo che ha accettato che l’amicizia con Gesù incontrato sulla via di Damasco chiamasse in causa il suo cuore. Sia si tratti di rapporti umani, sia si tratti del rapporto con Dio, la dinamica in atto è sempre la stessa. Una conoscenza affettiva, un “cuore che parla al cuore”. Nell’ambito dell’ umano, infatti, non è la conoscenza scientifica o analitica o una presunta posizione oggettiva che permette la conoscenza e la comprensione dell’altro. Nel messaggio inviato al Congresso sull’“Humanae vitae”, il Papa si chiede a cosa sia dovuta la difficoltà –anche di molti fedeli- a comprendere il messaggio della Chiesa che difende la bellezza dell’amore coniugale nella sua manifestazione naturale. “La tecnica non può sostituire la maturazione della libertà quando è in gioco l’amore. Neppure la ragione basta: bisogna che sia il cuore a vedere. Solo gli occhi del cuore riescono a cogliere le esigenze di un grande amore”. Cosa significa guardare con gli occhi del cuore? Significa vivere pienamente l’ontologia del nostro essere. Il cuore, luogo delle esigenze elementari donate dalla natura, è un criterio oggettivo proprio poiché donato, non costruito dal pensiero o prodotto di un contesto sociale; il criterio del cuore è infallibile poiché espressione dell’esigenza di bellezza, di verità, di giustizia comuni a tutti gli uomini. “Preso” dall’incontro con Cristo, il cuore non sbaglia, riconosce subito l’immediata corrispondenza con le proprie esigenze. “Io sono tuo”, ci dice Cristo nel Battesimo. A noi tocca corrispondergli. Con il cuore (meditazione del Papa al sinodo).

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