Condividi:

Un "neonato" di 56 anni

Fonte:
CulturaCattolica.it
La mia prima volta da padrino al battesimo di Giuseppe: la gioia immensa per l'incontro tra due neonati cristiani

Giuseppe Giovanni Paolo Zagra ha due mesi. Io sono diventato cristiano da sei mesi. Di fatto è stato l’incontro tra due neonati cristiani: lui, per nascita da genitori cristiani, io a 56 anni, per scelta dopo essere stato illuminato dalla grazia divina. La mia gratitudine e il senso profondo del Premio Fides et Ratio conferitomi dal mensile "Il Timone"
autore: Magdi Cristiano Allam
Cari amici,
Voglio confidarvi e condividere con voi la gioia immensa che ho provato sabato, 27 settembre, per la prima volta da padrino ad assumermi amorevolmente nei confronti di Giuseppe Giovanni Paolo, di appena due mesi, il dovere cristiano di accompagnarlo nel percorso di fede in Gesù. Un percorso che io stesso ho intrapreso soltanto sei mesi fa. Di fatto è stato l’incontro tra due neonati cristiani: lui, per nascita da genitori cristiani, io a 56 anni, per scelta dopo essere stato illuminato dalla grazia divina.
Devo ringraziare l’amica fraterna Chiara Minelli, docente di diritto canonico all’Università di Brescia, ed il marito Luigi Zagra, chirurgo ortopedico, per avermi accolto in seno alla loro bellissima e numerosa famiglia quale padrino di Giuseppe Giovanni Paolo. Mi sono emozionato e mi ha ispirato tanta fiducia per il futuro vederli insieme, così come mi è capitato ultimamente nella residenza dell’arcivescovo di Bologna, il cardinale Carlo Cafarra, quest’estate. Ben sei bambine che hanno lungamente atteso l’arrivo del primo e unico fratellino: Teresa, la più grande, ha 11 anni; Caterina, 9 anni; Lucia, 7 anni; Maria, 6 anni; Margherita, 3 anni; Benedetta, la piccina, 2 anni. Chiara è sempre in mezzo a loro come una mamma-chioccia, con in braccio Benedetta e talvolta, con uno sforzo che sorprende dato il suo corpo minuto, reggendo con l’altro braccio Margherita. E Luigi è anch’egli presente perché con sette figli ce n’è per tutti!
La cerimonia del battesimo si è svolta in seno alla Cappella della Sacra Famiglia, all’interno della Chiesa di San Agostino, che fa riferimento all’Istituto Salesiano a Milano, in via Copernico 9. Ad officiarla è stato un amico, don Stefano Alberto, meglio noto come don Pino, docente di Introduzione alla Teologia all’Università cattolica di Milano, un religioso di primo piano in seno al Movimento di Comunione e Liberazione. A CL aderiscono anche Chiara e Luigi e, va da sé, la gran parte degli amici intervenuti alla cerimonia religiosa.
Mi sono recato appositamente a Milano in aereo per prendere parte all’evento, iniziato puntualmente alle 9,30, che mi ha regalato una grande gioia. La mia testimonianza da padrino, insieme a quella della madrina Luisa Gatti, che ha fatto una scelta di vita speciale essendo una Memores Domini, una laica consacrata in seno a CL., mi ha fatto rivivere l’evento più bello della mia vita, il mio battesimo ricevuto dalle mani del Papa Benedetto XVI nella notte della Veglia Pasquale lo scorso 22 marzo all’interno della Basilica di San Pietro a Roma, e un altro evento che mi è assai caro, il battesimo di mio figlio Davide lo scorso 6 gennaio, quando aveva poco più di sei mesi, officiato da monsignor Luigi Negri nella Chiesa di San Leo a Carpegna. Davide vi era arrivato particolarmente provato, dopo aver viaggiato in auto per circa tre ore, con l’ultimo tratto assai impegnativo pieno di curve, di salite e discese. Il suo stomachino non aveva retto e quando arrivammo a Carpegna, oltretutto in leggero ritardo, avrebbe avuto bisogno di un bel riposo. Fu così che per tutta la cerimonia del battesimo pianse e si disperò, con monsignor Negri che andava avanti imperterrito nel rito, tanto da rassomigliare più al rito di un esorcista che deve concentrarsi, costi quel costi, sulla fede in Dio! Con il piccolo Giuseppe Giovanni Paolo è stato del tutto diverso. E’ arrivato addormentato dopo una consistente poppata ed è rimasto addormentato fino alla fine della cerimonia. Neppure quando don Pino gli ha immerso per tre volte la nuca nel fonte battesimale, secondo il rito ambrosiano, Giuseppe Giovanni Paolo non si è minimamente scomposto.
Si è risvegliato solo dopo il nostro trasferimento in un sala dell’Istituto Salesiano dove c’era ad attenderci una torta gigante, insieme a tanti altri dolci e pizzette salate. Che non potevano non richiamare l’attenzione anche di una decina di ragazzi dell’Istituto che, pur non essendo tra gli invitati, si sono presentati e hanno anche loro condiviso la festa. Per fortuna ce n’era per tutti! Lì ho avuto modo di conoscere genitori e parenti di Chiara e Luigi, nonché tanti loro amici. E per me ogni nuova amicizia è un grande regalo ed una immensa gioia.
Finita la festa mi sono trasferito in auto a Modena, dove a partire dalle 16,30 ho partecipato a un incontro pubblico con oltre 400 persone per testimoniare la mia esperienza spirituale che mi ha portato ad aderire alla religione cristiana, al termine della quale mi è stato consegnato il Premio Fide set Ratio. Con questa motivazione: “Con animo aperto e intelligenza libera, ha indagato sul rapporto tra fede e ragione, sperimentandone la fecondità e offrendo al popolo cattolico, con la scelta decisiva della conversione, esemplare testimonianza di coerenza di vita”. Il Premio è stato istituito dal mensile cattolico “Il Timone” che, nell’ambito della realtà cattolica in Italia, si considera vincolato al pensiero e alla testimonianza del Santo Padre Benedetto XVI e annovera, tra i suoi padri spirituali, il cardinale Giacomo Biffi, monsignor Alessandro Maggiolini, monsignor Luigi Negri, monsignor Girolamo Grillo e padre Luigi Fanzaga, direttore di Radio Maria. Per me ricevere un premio che è un inno alla fede e alla ragione, riveste un significato straordinario, dal momento che fede e ragione hanno da sempre ispirato il mio percorso umano e spirituale e che li considero il binomio indissolubile che potrà assicurare il nostro riscatto come persone e come umanità
Dopo la mia relazione e le numerose domande del pubblico, si è formata una lunga coda di persone che desideravano avere una dedica personalizzata sulla propria copia del mio libro autobiografico “Grazie Gesù”. Ho finito soltanto alle dieci e sono rientrato a casa verso l’una di notte. Ero, come spesso avviene, stanco ma soddisfatto.
Grazie Chiara e Luigi per avermi consentito l’abbraccio cristiano con il loro piccolo Giuseppe Giovanni Paolo; grazie a Gianpaolo Barra, direttore del mensile “Il Timone”, e a don Giancarlo Suffritti, fondatore della Comunità Terapeutica L’Angolo che ieri ci ha ospitato nella sua sede alle porte di Modena; grazie a tutti gli amici presenti alla cerimonia del battesimo e a quelli che hanno partecipato alla mia premiazione; grazie a tutti voi che mi leggete e che partecipate nell’impegno comune a promuovere una riforma etica in grado di risollevare le sorti dell’Italia, dell’Europa e del Mondo. All’insegna di Fede e Ragione, Verità e Libertà, Valori e Regole.

Vai a "Ultime news"