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Esame di maturità: "ripenso al tuo sorriso"

Fonte:
CulturaCattolica.it

Nella traccia di uno dei temi sottoposti agli studenti per la prima prova scritta dell’esame di maturità 2008, c’era anche una poesia di Montale, tratta da “Ossi di seppia”
Si chiedeva al candidato di individuare e commentare le parti in cui si parlava del ''ruolo salvifico e consolatorio svolto dalla figura femminile'', peccato che la poesia “ripenso al tuo sorriso” sia stata dedicata dal premio Nobel ad un uomo, il ballerino russo Boris Kniaseff.

Naturalmente l’arcigay ha pensato al complotto, il presidente Aurelio Mancuso, ha dichiarato: ''forse si temeva che gli studenti rimanessero basiti davanti ad un testo così ' bello dedicato da un uomo ad un altro uomo”.

Penso invece che semplicemente si sia trattato di aver preso poco sul serio il proprio lavoro.
Qualcuno deve aver pensato che visto il testo, non poteva che trattarsi di una poesia d’amore.
Se chi ha scritto il testo del tema d'esame non la ricordava o non l'aveva studiata, prima di affidarsi all'intuito avrebbe potuto fare una ricerca in interne, avrebbe così scoperto che era dedicata ad un amico russo.

“Ripenso il tuo sorriso è una delle poesie più liriche di Montale, dedicata a un compagno di scuola” spiega la poetessa Luisa Spaziani, che è stata a lungo legata sentimentalmente al poeta. “È bello e strano – dichiara la poetessa – che l'abbiano scelta per gli esami di maturità. Mi compiaccio molto di questo fatto. ‘Ripenso al tuo sorriso’ non ha nulla a che fare con le donne, non ha agganci politici o sociali. È un invito a tornare a leggere la poesia nei suoi valori musicali e emotivi”.

E allora da questa gaffe abbiamo imparato a leggere o rileggere una bella poesia, e speriamo che qualcuno al Ministero abbia imparato che agli studenti va chiesto impegno e serietà, prima di tutto dandone dimostrazione pratica.

Ripenso al tuo sorriso

Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un'acqua limpida
scorta per avventura tra le pietraie d'un greto,
esiguo specchio in cui guardi un'ellera e i suoi corimbi;
e su tutto l'abbraccio di un bianco cielo quieto.

Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano,
se d'al tuo volto si esprime libera un'anima ingenua,
vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua
e recano il loro soffrire con sé come un talismano.

Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie
sommerge i crucci estrosi in un'ondata di calma,
e che il tuo aspetto s'insinua nella memoria grigia
schietto come la cima di una giovane palma...

Eugenio Montale

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