Le mamme non si toccano
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Nel giorno del dolore, a Gavoi in provincia di Nuoro, verso la Chiesa dove si celebra il funerale di Dina Dore, trovata morta nel bagagliaio della sua auto, colpita alla testa e soffocata dal nastro adesivo che l’avvolgeva, un gruppo di bambini sfila portando mazzi di fiori e uno striscione su cui c’è scritto "Siamo bambini come Elisabetta, le mamme non si toccano...".
Elisabetta è la figlia di otto mesi, che ignara ha assistito alla tragedia, all’evento che ha stravolto il corso della sua vita iniziata da poco, in una sera che poteva essere uguale a tante altre, la mamma che parcheggia l’auto in garage, che slaccia la cintura del seggiolino, la prende tra le braccia, le sfiora le guance morbide con un bacio e dice parole rassicuranti, che sanno di pappa e di amore.
Invece qualcuno è intervenuto, a decidere del destino di quella donna, di quella famiglia, a stroncare la vita di quella mamma e moglie, con un gesto privo di umana pietà.
Un sequestro fallito, una vendetta, forse gli inquirenti un giorno lo scopriranno, di certo si è trattato di uomini che hanno il cuore indurito, che non hanno guardato Elisabetta lasciando che un ripensamento fermasse la loro mano.
Hanno ceduto alla ferocia, nemmeno per un attimo hanno guardato quella donna come a una mamma, nemmeno per un attimo hanno pensato “le mamme non si toccano” e chissà con quale stato d'animo guarderanno i bambini, i loro bambini, o i bambini che frequentano le loro case e le loro donne, chissà se quella frase farà breccia nei loro cuori.
“...le mamme non si toccano” perché almeno questa certezza ai bambini va lasciata, che ci sono braccia sicure tra le quali trovare rifugio.