Plastica facciale alla bimba down?
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Ophelia ha 2 anni è una bella bimba inglese, la faccia paffuta, e i capelli a caschetto, ha due sorelle più grandi, il suo papà è un chirurgo estetico e la sua mamma una bella donna su cui il bisturi del marito è già intervenuto.
La storia di Ophelia è salita agli onori della cronaca perché i suoi genitori hanno deciso di sottoporre la figlia ad una plastica facciale perché la bimba è affetta dalla sindrome di down.
Questa sindrome conferisce a chi ne è affetto il classico aspetto da - mongoloide – termine che in qualche caso viene usato a sproposito “non fare il mongoloide” ma che in realtà si riferisce al fatto che le persone affette da sindrome di down, somigliano agli abitanti della mongolia, occhi a mandorla, collo tozzo, naso un po’ schiacciato, lingua grossa, in genere queste persone sono basse e hanno tendenza ad ingrassare… il ritardo mentale di cui sono affetti dipende da persona a persona e molto spesso anche dalle sollecitazioni e dalle opportunità che a queste persone sono date di sviluppare le loro conoscenze, la loro autonomia.
La procedura per cancellare dal viso di Ophelia i segni della sindrome di down, è complicata e dolorosa.
Prevede la correzione della forma degli occhi, del setto nasale troppo piatto, delle labbra e della lingua e infine del collo. Non proprio una passeggiata per rendere Ophelia nell’aspetto uguale agli altri, ma non certo per renderla felice.
Perché la felicità dei bimbi down, come di quelli che non sono down, consiste nel sentirsi amati, stimati, apprezzati, l’aspetto è un problema forse per noi adulti, per loro può essere invece un biglietto da visita non per forza scomodo, perché spesso il loro aspetto suscita simpatia e senso di protezione, le persone affette da questa sindrome hanno proprio la capacità di insegnare a chi sta loro vicino la bellezza delle piccole cose, la felicità per i gesti quotidiani.
Tempo fa ad un talk show partecipavano alcuni ragazzi down, belli spigliati, rispondevano alle domande del conduttore con la loro innata e disarmante semplicità, Luca il ragazzo down di cui altre volte vi ho parlato, stava guardando la tv con noi quando qualcuno gli ha detto “guarda quello ti somiglia, sembrate fratelli” Luca ha strizzato gli occhi, concentrato lo sguardo sul video e poi ha sentenziato “no, io sono più bello” risata generale…
Perché la sua idea di bellezza non è quella che abbiamo noi, lui mi guarda ed impietosamente mi dice “sei grassa” ha ragione, ma lui è più grasso di me, eppure non se ne cura, perché lui si ama, e chi si ama si piace.
Insomma, questo per dire che abbiamo affidato alla medicina, alla chirurgia, alla scienza in genere, il nostro desiderio di felicità e non ci rendiamo conto che le risposte che ci offre sono inadeguate.
Facendo un giro sui forum in internet si trovano tante persone contrarie ad intervenire chirurgicamente sui dimbi down, ma anche tanta superficialità, tanti che dicono “perché no, che male c’è?”
C’è che questi bambini hanno bisogno di essere educati all’autonomia, vedere un ragazzo down che prende l’autobus da solo, che va a fare la spesa o a comperare il giornale, integra sicuramente di più quella persona piuttosto che vederla con lineamenti per così dire ‘normali’“.