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Oltre ogni limite

Autore:
Mattioli, Mons. Vitaliano
Fonte:
CulturaCattolica.it

All’inizio non ci credevo. Il Papa viene invitato da tutto il mondo, la gente viene anche da Paesi molto lontani per vederlo. Ed invece 67 Professori della Università La Sapienza di Roma con gruppuscoli studenteschi lo rifiutano. Mi sono subito venute in mente le parole degli evangelisti nei riguardi di Gesù, del quale Benedetto XVI è il legittimo rappresentante il terra: “Venne tra i suoi ma i suoi non l’hanno accolto” (Giov, I, 11); “Nessun profeta è ben accetto nella sua patria” (Lc., IV, 24).
Se è vero che l’Università dovrebbe promuovere il trionfo della ragione umana, non mi resta altro da pensare che questi Professori e studenti della finalità dell’Università hanno capito ben poco. Probabilmente non hanno letto niente di questo Pontefice che promuove continuamente il primato della ragione e nega ogni fideismo religioso proprio per il grande rispetto che nutre per la ragione.
Altra contestazione si è realizzata quando Giovanni Paolo II ha fatto visita al Parlamento Italiano. Quattro Parlamentari si sono rifiutati di essere presenti all’insegna, mal compresa, della laicità dello Stato. Molti giornali il giorno dopo hanno commentato: “Costoro hanno perso il treno della Storia”. Parlamentari che non sono riusciti a capire i segni dei tempi e dell’evoluzione della Storia.
Lo stesso giudizio penso si possa esprimere per questi altri. Ma con una riflessione più grave: non sanno o preferiscono dimenticare che se La Sapienza è l’Università di Roma, questo lo si deve proprio alla Chiesa (Bonifacio VIII fondò questa Università con la Bolla In Supremae, emanata dal Laterano il 20 aprile 1303), che ha promosso anche la cultura accademia in Europa (Cfr. T.E. Woods, La Chiesa cattolica ha costruito la civiltà occidentale, Cantagalli, Siena 2007, p. 55-74). Inoltre il nome stesso “Sapienza” non indica soltanto il sapere, ma è sinonimo di Cristo, Sapienza incarnata del Padre (da qui anche il significato del nome della chiesa Santa Sofia a Istanbul, oggi moschea).
E’ preoccupante che Professori, che dovrebbero brillare per saggezza e comunicare sapienza, siano ancora superbamente arroccati ad idee del vecchio ’800 ultra tramontate. Nei loro armadi nascondono scheletri che però adorano come idoli. Adoratori di morte, come possono essere aperti alla vita? Quale tipo di cultura possono trasmettere se non sono capaci neppure di camminare al passo con i tempi?
Per quanto riguarda gli studenti: sono giovani, hanno tutta la vita davanti eppure non sono aperti al futuro, anche loro arroccati a pregiudizi sul passato, ormai tramontati. Vivono in una chiusura intellettuale anacronistica per la loro età. Nella loro intelligenza non si rendono conto, purtroppo, di essere strumentalizzati da persone che pur di mandare avanti le proprie idee, li sfruttano ideologicamente.
Ambedue, così superbamente sicuri di loro stessi, non si rendono capaci di comprendere il senso della vera laicità, che non soltanto la Chiesa accetta e difende, ma che è anche condivisa da tanti onesti Laici che si professano agnostici, ma che hanno la maturità di vivere al passo con i tempi.
Una domanda conclusiva: se questi giovani, non ancora grandi ma già invecchiati, sono così prigionieri di un passato, ormai tramontato, quale tipo di società ci aspetta nei prossimi decenni? Gli antichi Latini usano dire: “Cave Canem”.
“Intelligenti pauca”, per chi è intelligente, sono sufficienti poche parole, per comprendere la delicatezza del momento ed il vuoto non solo interiore ma anche intellettuale di queste rappresentanze che pretendono ancora fare da padroni senza rendersi conto che questo genere di dittatura e di dominio sulle coscienze e sui cervelli altrui oggi è per fortuna tramontato.

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