Vilnius, città della misericordia
- Autore:
La chiamavano così nell’Ottocento, questa città barocca, capitale della Lituania, cristianizzata nel XIV sec., la più giovane delle nazioni cristiane europee. Vilnius sembra uscire da un grande bosco, di cui si trovano ampie tracce nell’abitato. La porta dell’Aurora, una delle antiche vie di accesso alla città, conserva uno splendido quadro della Madonna della Misericordia - sec. XVII -, a cui si aggiunse una montatura in argento dorato con rose, garofani, tulipani battuti in risalto e una grande mezzaluna d’argento ai piedi della Vergine. Ritenuta miracolosa, l’immagine venne inserita in una cappella neoclassica e una scala in pietra, spesso percorsa in ginocchio, conduce i pellegrini davanti al quadro. “Madre della Misericordia, imploriamo la tua protezione”, si legge sopra l’altare. Qui, nel 1993, Giovanni Paolo II lasciò in dono il suo zucchetto che, quando era ancora cardinale a Cracovia, aveva mandato di nascosto a Vilnius non potendo recarsi di persona poiché le autorità polacche gli avevano negato il permesso. Oggi è esposto in una bacheca ai piedi della scala d’accesso all’icona della Vergine, simbolo della tradizione cattolica di Vilnius. Non lontano sorge il piccolo santuario della Divina Misericordia, dove si trova l’originale del quadro di Gesù Misericordioso apparso a suor Faustina Kowalska che visse alcuni anni a Vilnius. Realizzato nel 1934 da E. Kazimirowski, il quadro segue fedelmente la visione di suor Faustina, proclamata santa nel 2000. Nell’ultimo messaggio scritto e non pronunciato da Giovanni Paolo II, il tema proposto è ancora la Misericordia. “Quanto bisogno ha il mondo di comprendere e accogliere la Divina Misericordia”, si legge nel testo. In modo imprevedibile e strano, il tema del perdono, quindi della Misericordia, è tornato attuale a Vilnius. Una mostra, DI LUCE IN LUCE - SCIENZA, ARTE, TEATRO - con una spettacolare esibizione, accanto a riproduzioni di quadri, letture di brani di architetti, poeti, scrittori e scienziati, accompagnate dalla musica, propone una ricostruzione in laboratorio di fenomeni atmosferici inerenti alla luce. Per questo sono utilizzati paesaggi subacquei, piscine mobili, laser, cascate d’acqua. Tutti gli effetti sono ritrovati sulle tele d’importanti pittori di cui la mostra offre una carrellata in video. La sorpresa giunge alla fine quando si scopre il filo conduttore del percorso, l’idea, cioè, che la conoscenza nei diversi campi del sapere sia riappropriarsi di un’eredità di cui l’uomo si scopre destinatario amato e perdonato. Conoscere è entrare in rapporto non solo con l’oggetto della conoscenza, ma anche con il segno che l’oggetto è. Accedere alla verità della cosa, alla sua conoscenza profonda, ci fa sentire amati e voluti, perciò, inevitabilmente perdonati nel limite e nella sproporzione che la conoscenza stessa, sempre imperfetta, contiene. Cerco e scopro di essere cercato. Conoscenza e perdono: due parole non più lontane, estranee, ma amiche in un’esperienza umana in cui l’uomo si scopre soggetto voluto, desiderato. Sono state registrate 13000 presenze di pubblico, moltissime scolaresche, persone di ogni età che uscivano commosse. In Lituania l’ateismo è diffuso, la mentalità diffidente, ma il bisogno di verità non è cancellato. E la verità è amore, perdono.
E poi ci vogliono far credere che Dio non c’entra.