Un Pacs indietro
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Pacs, ossia, Patto Civile di Solidarietà, in altre parole, la possibilità per coppie conviventi, anche dello stesso sesso, di formalizzare la loro unione, di assumersi i diritti delle famiglie e di tralasciarne i doveri.
Nei comuni dove sono stati istituiti i registri per le unioni degli omosessuali, non vi è stata la corsa alla “regolarizzazione” ma nessuno lo dice, è troppo “alla moda” potersi ergere a paladini di uno sfrenato liberismo, poter tacciare chiunque dissenta di oscurantismo, o di “visione confessionale” della società.
Non buttiamola sulla religione, certo, ci sono molti cattolici che difendono la famiglia, (meno male), ma non occorre essere cattolici per capire che l’Art. 29 della Costituzione (La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
Il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare) tutela il diritto della famiglia e il futuro della società.
Le coppie di fatto eterosessuali, che vogliono regolarizzare la loro unione hanno a disposizione il matrimonio civile.
Le coppie di fatto composte da persone dello stesso sesso siano esse omosessuali o no, devono avere la possibilità di disporre in materia di eredità, di assistenza ospedaliera ecc… ma il loro non è un matrimonio.
Non nascondiamoci dietro alla classica foglia di fico, è chiaro che la “battaglia per i pacs” è il primo passo verso le unioni omosessuali e verso la richiesta di adozione.
Basti vedere la battaglia di questi giorni a Bruxelles, dove l’intenzione del governo belga di discutere il prossimo ottobre un progetto di legge per concedere alle coppie omosessuali la possibilità di adottare dei figli, ha scatenato la protesta.
Il Belgio pare non vedere l’ora di “prendere per mano” Olanda e Spagna nella gara a demolire i canoni della famiglia tradizionale
Le associazioni gay non ne hanno mai fatto mistero, gli argomenti sono sempre gli stessi: “Meglio due uomini che un istituto”, “chi dice che due persone dello stesso sesso sono meno genitori di una coppia eterosessuale con problemi” ecc…
Pertanto, ci preoccupano quei politici che alla ricerca di voti e di consenso scrivono lettere agli amici per tranquillizzarli e dichiarano il giorno dopo che la loro idea di Pacs non è “zapateriana”, ma non sanno dirci qual è.
Di seguito la corrispondenza Prodi-Grillini:
Romano Prodi scrive all’amico Franco Grillini per tranquillizzarlo, i PACS sono NEI SUOI pensieri e nei suoi programmi, ci mancherebbe altro.
Carissimo Franco,
apprendo dalle colonne di un quotidiano nazionale di aver provocato “delusione” tra quanti, nell’Arcigay, si attendevano uno specifico riferimento ai PACS già nel breve testo che riassume solo le linee generali del mio programma per le primarie. Voglio perciò rassicurare te e quanti, eventualmente, avessero condiviso un sentimento di tal genere.
Da parte mia, come tu stesso ricordi, il problema non è stato affatto cestinato. Ma, al contrario, troverà certamente soluzione nel programma finale dell’Unione.
Come ho detto più volte nei mesi scorsi, e come sai, condivido con gli altri leader dei partiti dell’Unione l’ipotesi di una proposta universalistica che affronti, regolamenti e risolva il tema dei diritti delle coppie di fatto basate su un vincolo diverso da quello del matrimonio. Una proposta avanzata già in Parlamento da 161 parlamentari dell’Unione e che trova la mia condivisione.
Con molta amicizia,
Romano Prodi
Franco Grillini, rassicurato e contento ringrazia, ora, “rimosso l’ostacolo” gay e lesbiche sanno chi votare alle primarie.
Bologna, 9 settembre 2005
La lettera che Romano Prodi mi indirizza contiene due punti molto importanti che segnano per il movimento dei diritti civili e gay e lesbico italiano un discrimine importante. Per prima cosa Prodi dice che la proposta del Pacs sarà a pieno titolo nel programma dell’Unione e ciò mette fine una volta per tutte ai timori che da più parti erano stati sollevati, anche giustamente, sulla politica e sul programma dell’Unione stessa in materia di diritti di libertà e di riconoscimento delle nuove famiglie in campo giuridico. Vale la pena ricordare che proprio l’assenza dal programma della coalizione di centrosinistra aveva autorizzato una parte del centrosinistra stesso a porre il veto nella 13^ legislatura a qualsiasi provvedimento volto a riconoscere i diritti delle coppie conviventi, comprese quelle dello stesso sesso. Ora questo ostacolo viene definitivamente rimosso da Romano Prodi con un impegno esplicito e vincolante per tutta la coalizione.
Il secondo punto rilevante della lettera di Prodi è la condivisione del progetto di legge di cui sono il primo firmatario e che è stata sottoscritta da 161 parlamentari dell’Unione, progetto attualmente in discussione presso la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati.
Ora, è del tutto evidente che, mentre nel centrosinistra c’è una proposta chiara su questo tema, persino nel centrodestra c’è chi si interroga sull’opportunità di approvare una normativa sulle coppie di fatto comprese quelle dello stesso sesso. Ciò che si profila, quindi, è un’ampia maggioranza trasversale capace, nella prossima legislatura, che ci auguriamo sia del centrosinistra, di approvare rapidamente ed entro il 2006 la proposta sul Patto Civile di Solidarietà. Proprio per questo i militanti glbt che fanno riferimento al centrosinistra possono partecipare prima alle primarie e scegliere con cognizione di causa il candidato premier molti dei quali si sono pronunciati sulle questioni poste dall’Arcigay e dal movimento nel suo complesso; quindi possono valutare, e qui mi rivolgo a tutti, se è opportuno sostenere alle prossime elezioni quei partiti e quei candidati che esplicitamente sostengono obiettivi e istanze del nostro movimento. A partire ovviamente dal candidato premier. Prodi lo ha fatto, e positivamente, come si evince dalla lettera che pubblichiamo in esclusiva su Gaynews, e lo ringraziamo di cuore. Sta ad ognuno di noi far pesare nelle primarie del centrosinistra prima e nell’urna delle elezioni politiche poi quel voto glbt che può e deve essere orientato per far vincere le nostre idee e le nostre battaglie che sono universalistiche e di libertà.
Franco Grillini