Un nuovo inizio
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Si ricomincia con la scuola.
Come ha detto Cesana al Meeting di Rimini: "Sono libero nel mio lavoro quando questo concorre al compimento del mio destino". Non può che fondarsi sulla tensione al destino una ripresa ragionevole della scuola. Come non essere LIETI e FESTOSI allora per questo nuovo inizio? Un inizio all'insegna della festa.
"La cosa più nobile che fa l'uomo è il lavoro. Ed è la cosa più nobile in quanto più adeguata al destino che ha l'io. La conoscenza dell'io è la grande cosa; è il sentimento dell'io la grande cosa! Allora a uno gli si illumina anche cosa sia il lavoro, e ne gode" (Giussani).
Caspita, il Gius usa addirittura l'espressione NE GODE!
Ma non è troppo questa baldanza? In fondo si parla di ritorno a scuola, a quel mondo grigio stanco e vecchio, con tutti quei problemi legati alla Riforma, quei Collegi docenti indecenti, l'emergenza educativa, il nichilismo, la burocrazia, le attese frustrate, i veleni che il teatrino della politica riversa in termini di polemiche ideologiche...
Che dire dei mass media - già li sento - che affronteranno la riapertura delle scuole all'insegna del caro libri, del caro zaino, del bilancio famigliare? Ma così non c'è inizio, non c'è festa, non c'è senso del destino. Dov'è l'emozione per il nuovo anno che si apre, anno di scoperte, di crescita, di senso del tempo fatto di incognite, fatto di difficoltà e fatica... insomma di quel senso del destino della propria vita che i ragazzi, i tanti, i tantissimi giovani invece avvertono, e fortissimo?
A noi, come già a Simone, vien detto OGGI: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca»
Il destino è una Presenza, non una misura: "Fa' che oggi ci sia lo splendore" (salmo 44!!!). Sì, perché quando non c'è festa, è perché "non è riconosciuto tale ciò che ci è dato" (Giussani). «La realtà invece è Cristo» (San Paolo ai Colossesi).
Senza la coscienza che la realtà è Cristo, non avviene "esperienza" e i problemi i desideri le tensioni i fatti le difficoltà le scoperte che "la realtà getta davanti alla faccia dell'uomo" anziché farci diventare più noi stessi, indicarci il destino, ci uccidono e ci fanno ripiombare nel più cupo nichilismo!
Riprendiamo con questo animo: «State saldi e irremovibili, prodigandovi sempre nell'opera del Signore: la vostra fatica non è vana» (I Cor. 15,58).
La STRADA è guardare lo spettacolo di quel popolo che il Signore costruisce minuto per minuto, giorno per giorno, in cui egli opera, in mezzo al quale lui stesso cammina: il movimento e la sua Chiesa; e ancora la strada è essere semplici come bambini: il che vuol dire desiderare e amare Lui sopra ogni cosa e in ogni cosa, "costi quel che costi" (Ratzinger ai giovani sul Reno). La TRAIETTORIA è la tensione a quel disegno buono che è in tutte le circostanze della vita, principalmente sul lavoro, in cui i segni della sua presenza si rendono visibili.
Ciao.
N.B.: Orsù, riprendiamo! Perbacco, ne va del destino! ne va della nostra partecipazione al mistero che l'Essere fa di sé!
Tutte le citazioni del Gius sono prese dal libro Una presenza che cambia.