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Tu chiamala se vuoi "riduzione embrionale"

Fonte:
CulturaCattolica.it ©



Riduzione embrionale: l'intervento di aborto selettivo di alcuni embrioni, risparmiandone altri, in una gravidanza multipla dovuta per lo più ad un procedimento di procreazione medicalmente assistita.
Come è noto, infatti, tanto i trattamenti ormonali per l'induzione dell'ovulazione nell'infertilità quanto le tecniche di procreazione assistita (FIVET, GIFT, ecc.) hanno portato ad un significativo aumento delle gravidanze multiple con il relativo incremento delle possibili complicanze materne e/o fetali. Così, per ovviare alle inevitabili conseguenze negative delle gravidanze multiple, si è cominciato a prospettare nella letteratura la riduzione embrionale, con l'obiettivo di migliorare la prognosi materno-fetale, riducendo a due o tre il numero degli embrioni.

«Ma chi chiacchiera di embrioni lo saprà che a 18 giorni c'è già un cuore pulsante? E che a sei settimane il bambino ha le dita formate? E che tra l'ottava e la dodicesima settimana, quando i medici praticano la cosiddetta riduzione embrionale, cioè uccidono i feti "difettosi" o in sovrappiù, c'è una creatura perfetta di otto centimetri che sente la voce della mamma, si sveglia quando lei si sveglia, s'addormenta quando lei s'addormenta? Com'è possibile stabilire per referendum che è lecito immolare i nascituri sull'altare della ricerca scientifica?».
Smettiamola di raccontarci bugie, di cambiare il nome alle cose, perché la realtà sia "meno vera".

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