Ambra Angiolini, per sposarsi attende i pacs
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Apprendiamo da un’intervista su Il Corriere della Sera, che Ambra Angiolini, compagna del cantante Francesco Renga, vive la convivenza dalla quale è nata la figlia Jolanda come “un incubo”.
I due sono innamorati e convivono felicemente da quasi quattro anni, senza alcuna intenzione di sposarsi. Il 3 gennaio 2004 è nata Jolanda. E con lei sono arrivati i problemi burocratici. «Ho scoperto di recente, grazie a una puntata del mio programma (“Cominciamo bene estate”, con Mirabella, la mattina su Raitre) quando è venuta ospite una donna avvocato che se non sei sposata, per lo Stato l’unico parente riconosciuto è la mamma. Nessun’altro. Se poi Francesco non mette per iscritto che la casa, se invece succedesse qualcosa a lui, deve restare a me e alla bambina, noi teoricamente ci troveremmo senza un tetto».
e attende i pacs per sposarsi.
«Non escludo di sposarmi un giorno ma non certo perché la burocrazia ha vinto». E come si immagina un giorno il suo matrimonio? «Ho fatto il maschiaccio per anni, ma ora vorrei che fosse l’uomo a chiedermelo. Insomma non vorrei quelle cose dove io preparo tutto e lui si veste da sposo giusto per compiere l’atto. Comunque io non ho particolare voglia di sposarmi e Francesco per ora non me l’ha chiesto, quindi va bene così. È un argomento sul quale spesso giochiamo e ironizziamo. La verità è che io avrei il terrore che Francesco non si presentasse all’appuntamento perché c’è una puntata di CSI e si dimentica. Ma per un eventuale matrimonio il mio sogno sarebbe: poca gente, nessuna bomboniera, no ai pranzi abbuffate. Dove? Nel giardino di casa nostra. Comune o chiesa? Chiesa, più per lui che per me». E se nel frattempo arriva la legge? «Io mi auguro che arrivi per tutte le coppie che ne avranno bisogno. Conoscendomi sarà certamente così: il giorno che arrivano i Pacs, io mi sposo».
Una domanda sorge spontanea, perché non si sposa civilmente?
Per le coppie che convivono e non vogliono sposarsi ma solo regolarizzare alcune situazioni della loro vita, (eredità, successione nei contratti ecc…) se già non vi sono, si cerchino leggi che siano di aiuto, ma chi invece attende i pacs per sposarsi, si sposi, può già farlo.
L’impressione è che del matrimonio spesso si vogliano i diritti, ma non si abbia voglia di assumersi i doveri, non credo che assecondare questa tendenza aiuti a costruire una società più civile.