14 ottobre 2004: Lettera aperta all'Ambasciatore d'Italia, accreditato presso il Venezuela, Dott. Gerardo Carante
- Curatore:
- Fonte:
Caracas, 13 Ottobre 2004
Eccellentissimo Signor Ambasciatore,
Ieri 12 Ottobre, la colonia italiana, tuttora residente in Venezuela, ha ricevuto, inorridita, la notizia che la statua di uno dei nostri compatrioti più illustri in tutta la storia dell'umanità, Cristoforo Colombo, era stata attaccata, distrutta e vilipesa.
Sul piedistallo, oramai vuoto, capeggiavano scritte di accuse contro il famoso navigante, quali assassino, fautore di genocidi e stupratore. Offese riferite a fatti avvenuti, durante e dopo, i viaggi intrapresi dall'esploratore genovese. Forse non è grave il fatto in sé, quanto la campagna xenofoba appoggiata dall'attuale regime che, come tutti i governi totalitari, hanno disperatamente bisogno di modificare le proprie radici storiche, per poter così giustificare le successive repressioni.
Questo, illustre Dott. Carante, è il ringraziamento del Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Signor Hugo Chavez, alla celerità con cui, Lei stesso, a nome del Governo italiano, nonché della colonia italiana in Venezuela, (?) accettava e riconosceva i risultati del Referendum Revocatorio del 15 Agosto del 2004, quando la nostra colonia, qui residente, nutriva, e nutre tuttora, forti dubbi su un probabile broglio elettorale? Questioni di alta diplomazia? Difesa della SmartMatic, società concessionaria della Olivetti, e incaricata dell'automazione del processo elettorale? O, semplicemente, vassallaggio? Difficile dirlo, e soprattutto, capirlo.
Uno dei massimi grandi scrittori di politica, Nicolò Machiavelli, asserisce nella sua opera, "Il Principe", che il vassallo, in quanto tale, non deve essere premiato, bensì, nella sua condizione, di paggio o vassallo, deve essere soggetto al disprezzo, giacché non ha avuto, né avrà mai, il lignaggio per opporsi ai desideri del principe. Colui che merita rispetto, e pertanto regali, è proprio il nemico più potente, e di conseguenza, più pericoloso.
Posso affermare, sia da parte mia, come per la maggior parte della colonia italiana, che ci sentiamo profondamente offesi per l'accaduto, soprattutto quando è evidente l'istigazione ufficiale, al punto che, lo stesso Presidente Chavez, ha deciso di cambiare il nome e l'essenza della giornata del 12 Ottobre, ribattezzandola: "Giornata della resistenza indigena". Sappia, comunque, che sentirsi offesi non significa aver timore di un futuro che si profila particolarmente incerto. Oggi, come Lei certamente saprà, è stato condannato, a 5 anni e 4 mesi di carcere, l'ex Generale Uson, per un delitto di opinione, legge che, oramai, è in uso solo nella Cuba castrista. Un delitto, e una condanna al carcere, semplicemente per aver espresso un'opinione?
Non temiamo, Signor Ambasciatore, e tanto meno vogliamo essere dei vassalli, bensì cittadini di un mondo, e di una Nazione, libera e giusta.
Maria Luz FdC
(SALVIAMO VENEZUELA)