12 giugno 2004: Caracas virtualmente divisa in due: ultime dal cuore della rivoluzione
- Curatore:
- Fonte:
Caracas, 12 Giugno 2004
Caracas, capitale della ex Repubblica del Venezuela, ed ora, centro del potere della rivoluzione castro - bolivariana. A differenza di altri regimi, fortunatamente già caduti, la macchina chavista non ha potuto dominare completamente la città capitale che, di fatto, è virtualmente divisa in due settori ben definiti: le zone sud e sud - ovest, nelle quali dominano i rivoluzionari, e la parte nord e nord - est, dove la supremazia è, senza dubbio, dell'opposizione democratica. È proprio quest'ultima che Hugo Chavez insulta costantemente, chiamandola fascista, traditrice, razzista infame, eccetera eccetera…
La vita nella città si svolge normalmente e gli abitanti dei due settori praticano un interscambio, così come i vasi comunicanti, permettendo di lavorare, studiare, comperare e, infine, svolgere le attività comuni di un cittadino. Ma, quando si avvicinano i giorni critici, quelli segnati da attività politiche, manifestazioni, dimostrazioni ecc., si chiudono i confini immaginari e si permette il passaggio, soltanto ai simpatizzanti del regime, che possono così manifestare nei quartieri dove vive la maggioranza democratica, mentre, alle dimostrazioni dell'opposizione non è permesso transitare in zone riservate ai gruppi rivoluzionari.
Hugo Chavez, e i suoi collaboratori più vicini, hanno cercato, sin dall'inizio, di far credere in una tragica divisione della popolazione in classi sociali e, ancor più triste, razziali. A ogni riunione, alla quale partecipa come Presidente, accenna al problema razziale, vanagloriandosi di essere lui stesso un "zambo", cioè una mescolanza di negro e indiano, cosa del resto assolutamente vera. Ma, in Venezuela, non è mai esistito un problema razziale e, tanto meno, mescolato al dramma sociale che sta vivendo tutto il Sud America. Creare una guerra di classe, o di razza, è l'unico sostegno ideologico della pseudo rivoluzione castro-bolivariana, un movimento creato solo per prolungare nel tempo la morte già annunciata del regime castrista.
Già da tempo è caduta la maschera delle presunte divisioni sociali. Le statistiche al riguardo affermano che attualmente, sia i cittadini che vivono nel nord della capitale, come quelli del sud, stanno soffrendo gli effetti della terribile svalutazione monetaria che, aggiunta al continuo scalare dei costi, aumento dovuto a indici di inflazione più alti del continente, non permette alla popolazione di raggiungere, in nessuno dei settori, condizioni di vita soddisfacenti.
Proprio per scoprire più da vicino come si vive nel cuore della rivoluzione, siamo entrati nel quartiere capitolino, dove batte il cuore della rivoluzione, El Valle.
"EL VALLE" - Sito nella parte sud ovest della città, è un immenso centro urbano, dove maggiormente risiedono le classi C - D - E, cioè quelle economicamente più depresse, e pertanto, socialmente e politicamente più fragili.
Da una inchiesta, realizzata dalla UCV "Università Centrale del Venezuela", si evidenziano dati senza dubbio interessanti, per determinare come funziona il cuore del movimento bolivariano.
- Il 42% afferma di appartenere al partito rivoluzionario, o chavista.
- Il 38% della popolazione vive in baracche, alcune delle quali senza servizi igienici.
- Solamente il 50% lavora, o comunque, percepisce un'entrata familiare.
- L'87% delle famiglie ha una entrata mensile inferiore, o pari, a 250 euro, quando il costo di vita minimo mensile è di 400 euro.
- L'82% degli intervistati, nonostante le tristi condizioni nelle quali si dibattono, affermano che il loro maggiore problema è la violenza del quartiere e la poca, o nessuna, utilità della polizia urbana, incaricata della sorveglianza.
Uno dei punti di forza del regime Chavista, per sollevare le condizioni disumane delle popolazioni più colpite dalla disoccupazione regnante, sono state alcune iniziative chiamate missioni che, sotto il pretesto di culturizzare e istruire il popolo, rappresentano in realtà, una serie di apporti monetari che il governo fa giungere a quelli che si iscrivono al partito. Si tratta, in realtà, di cifre esigue, 60 o 70 euro mensili, che permettono unicamente la sopravvivenza ai confini della mendicità.
Ma vediamo qual è la risposta dei cittadini residenti nel quartiere El Valle di Caracas:
- Il 93% è a conoscenza dei piani assistenziali, o missioni, del regime.
- Solamente un 47% compra nei magazzini aperti dal regime "Mercal", a prezzi notevolmente inferiori a quelli dei negozi privati.
- Solamente un 17% si è iscritto a una delle missioni per ricevere i fondi previsti.
- Oltre un 56% definisce tali missioni in un rango fra pessime e scadenti.
Uno dei cavalli di Troia per mezzo dei quali, Hugo Chavez e la rivoluzione castro-boilivariana, sono penetrati nelle baraccopoli "Ranchos", è il programma denominato "Barrio Adentro", basato su assistenza medica gratuita prestata da diecimila medici, o pseudo medici cubani, inviati da Fidel Castro, in appoggio alla rivoluzione.
- Oltre un 90% dichiara che conosce il piano di salute "Barrio Adentro".
- Solamente un 18% afferma di averlo utilizzato in alcune opportunità.
Strano ma vero, così funziona il cuore della rivoluzione. Però il controllo della città e della nazione è ferreo attraverso due fattori determinanti, le Forze Armate e i gruppi paramilitari "Circoli Bolivariani", che in qualunque momento possono trasformare i risultati, così come il terrore inginocchia la volontà.
Maria Luz FdC
SALVIAMO VENEZUELA