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Terremoto, ripartire da ciò che resta

Fonte:
CulturaCattolica.it

3 e 32, la terra trema di notte, la distruzione e la morte colpiscono nel buio, qualcuno dice : “non veniva mai giorno”, venti secondi dicono i sismologi è durata la scossa, venti secondi che hanno cambiato la vita di molti e il volto di quei luoghi sino ad allora familiari rassicuranti.

Si contano i morti, si cercano i dispersi, pare che la macchina dei soccorsi abbia funzionato, lo dice anche Lucia Annunziata su La Stampa, “Stavolta, lo Stato c’è”, il Partito Democratico ha messo a disposizione le cucine da campo delle loro feste di partito, le associazioni di volontariato sono scese in campo, protezione civile, Caritas, Banco Alimentare, tutti si sono mobilitati immediatamente, tutti a scavare, a montare tende, a prestare soccorso, l’appello per la raccolta sangue è stato accolto subito e a mezzogiorno non ce n’era già più bisogno.

Nella tragedia il popolo ha dimostrato d’esserci, è una solidarietà che rinfranca il cuore anche di chi come me non parte, di chi toglie l’audio alla TV e guarda le immagini scorrere, i volti attoniti di chi attende e spera che sotto alle macerie un figlio dia segni di vita, poi il miracolo di Marta 24 anni, estratta viva dalle macerie 23 ore dopo il crollo della palazzina dove dormiva, la sua vittoria è la speranza di molti che ancora pregano che i loro cari siano salvati.

Guardi i volontari al lavoro mentre montano le tende, distribuiscono coperte, la vita scorre in diretta sui nostri teleschermi, sul pc dove ognuno trasmette uno spicchio di realtà.

Guardi la gente in coda, un'anziano baciato in fronte da un giovane uomo, un piccino stretto tra le braccia sicure di sua madre, l'altra notte ci sono state madri morte che con il loro corpo hanno salvato la vita ai figli in un ultimo gesto materno, c’è dignità nei loro gesti, forse la gratitudine d’essere vivi, sopravissuti ad una notte buia che ha cambiato la vita e il metro con cui misurare tutte le cose.

Ora si deve ripartire da ciò che resta e dalla consapevolezza di non essere soli, mai come quest'anno la Settimana Santa ha il volto di chi condivide la croce.

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