Il senso religioso in 16 film 9 - "Miracolo a Le Havre" di Aki Kaurismaki
"Dio spalanca la porta del Cielo agli innocenti..."- Autore:
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Il bambino nascosto
“Miracolo a Le Havre“ regia di Aki Kaurismaki (2011)
Idrissa è un ragazzino di colore che approda clandestinamente nel porto di Le Havre dentro il container di un nave: per evitare l’arresto, fugge e viene accolto da Marcel, un lustrascarpe.
Non solo, tutti gli abitanti del quartiere di Marcel collaborano, diventando suoi conniventi nell’ospitalità di Idrissa: si tratta di persone piene di genuina umanità, che si conosce e si sente legata da un sentimento di
affettuosa appartenenza. Nel film, si vede la Francia popolare dei romanzi di Simenon, delle canzoni d Edith Piaf, delle facce proletarie di Jean Gabin e di Simone Signoret, immortalate al cinema con “Il Porto delle nebbie” e "Casco d’oro”. C’è un piccolo bar dove viene servito il calvados; c’è un fruttivendolo che dà le primizie del suo negozio a Marcel perché sua moglie è all’ospedale; c’è una vicina di casa che fa finta di chiedere a Marcel i soldi del piccolo appartamento, dove ritorna ogni sera; ci sono due donne che vanno a trovare la moglie del lustrascarpe all’ospedale e la confortano leggendole un racconto
fantastico di Kafka. Insomma, un microcosmo di uomini e donne semplici e umili, dal cuore aperto, dalla solidarietà spontanea e non esibita, dai gesti e dalle parole essenziali, rivelatori di un desiderio di bene che aspetta solo l’occasione per manifestarsi ed operare. Idrissa è il volto che si offre loro per vivere un’esperienza di accoglienza. Un anziano ispettore di polizia ,che dice di non “amare la gente”, è ormai prossimo a scoprire Idrissa, ma… Ci sono due battute di Marcel che definiscono la bellezza di questa moderna favola: “….il lustrascarpe, insieme al pastore, è il mestiere più vicino al popolo e che più rispetta i precetti del Discorso della Montagna…” ; “...Dio spalanca la porta del cielo agli innocenti…”