La nuova evangelizzazione
Urge una nuova evangelizzazione e quindi vivere intensamente l’Anno della Fede che inizierà a ottobre, a 50 anni dall’apertura del Concilio Vaticano II. I Documenti del Concilio contengono una ricchezza enorme per la formazione delle nuove generazioni cristiane, per la formazione della nostra coscienza. Occorre utilizzare con zelo il Compendio e il Catechismo della Chiesa Cattolica: nell’incertezza di questo periodo storico e di questa società esso offre la certezza della fede completa della Chiesa! La chiarezza e la bellezza della fede cattolica sono ciò che rendono luminosa la vita dell’uomo anche oggi! Questo in particolare se viene presentata da testimoni entusiasti ed entusiasmanti per l’incontro attraverso il noi ecclesiale, sacramentale con il Crocefisso risorto oggi- Autore:
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«Nel Vangelo, Gesù avverte i Dodici che potrà accadere che in qualche località vengano rifiutati. In tal caso dovranno andarsene altrove, dopo aver compiuto davanti alla gente il gesto di scuotere la polvere sotto i piedi, segno che esprime il distacco in due sensi: distacco morale come dire: l’annuncio vi è stato dato, siete voi a rifiutarlo – e distacco materiale – non abbiamo voluto e non vogliamo nulla per noi (Mc 6,11). L’altra indicazione molto importante del brano evangelico è che i Dodici non possono accontentarsi di predicare la conversione: alla predicazione si deve accompagnare, secondo le istruzioni e l’esempio di Gesù, la cura dei malati. Cura dei malati corporale e spirituale. Parla delle guarigioni concrete delle malattie, parla anche dello scacciare i demoni cioè purificare la mente umana. Pulire, pulire gli occhi dell’anima che sono oscurati dalle ideologie e perciò non possono vedere Dio, non possono vedere la verità e la giustizia. Questa duplice guarigione corporale e spirituale è sempre il mandato dei discepoli di Cristo. Quindi la missione apostolica deve sempre comprendere i due aspetti di predicazione della parola di Dio e di manifestazione della sua bontà con gesti di carità, di servizio e di dedizione.
Cari fratelli e sorelle, rendo grazie a Dio che mi ha mandato oggi a ri – annunciarvi questa Parola di salvezza! Una Parola che è alla base della vita e dell’azione della Chiesa, anche di questa Chiesa che è in Frascati. Il vostro Vescovo mi ha informato circa l’impegno pastorale che maggiormente gli sta a cuore: formare i formatori. E’ proprio quello che ha fatto Gesù con i suoi discepoli: li ha istruiti, li ha preparati, li ha formati anche mediante il “tirocinio” missionario, perché fossero in grado di assumere la responsabilità apostolica nella Chiesa. Nella comunità cristiana, questo è sempre il primo servizio che i responsabili offrono:a partire dai genitori, che nella famiglia compiono la missione educativa verso i figli; pensiamo ai parroci, che sono responsabili della formazione nella comunità, a tutti i sacerdoti, nei diversi campi di lavoro: tutti vivono una prioritaria dimensione educativa; e i fedeli laici, oltre al ruolo già ricordato di genitori, sono coinvolti nel servizio formativo con i giovani e gli adulti, come responsabili nell’Azione Cattolica e in altri movimenti ecclesiali, o impegnati in ambienti civili e sociali, sempre con una forte attenzione alla formazione delle persone.
Il Signore chiama tutti, distribuendo diversi doni per diversi compiti nella Chiesa. Chiama al sacerdozio e alla vita consacrata, e chiama al matrimonio e all’impegno come laici nella Chiesa stessa e nella società. Importante è che la ricchezza dei doni trovi piena accoglienza, specialmente da parte dei giovani; che si senta la gioia di rispondere a Dio con tutto se stessi, donandola nella via del sacerdozio e della vita consacrata e nella via del matrimonio, due vie complementari che si illuminano a vicenda, si arricchiscono reciprocamente e insieme arricchiscono la comunità. La verginità per il Regno di Dio e il matrimonio sono entrambe vocazioni, chiamate di Dio a cui rispondere con e per tutta la vita. Dio chiama: occorre ascoltare, accogliere, rispondere. Come Maria: Eccomi, avvenga di me secondo la tua parola (Lc 1,38).
Anche qui, nella comunità diocesana di Frascati, il Signore semina con larghezza i suoi doni, chiama a seguirlo e a prolungare nell’oggi la sua missione. Anche qui c’è bisogno di una nuova evangelizzazione, e per questo vi propongo di vivere intensamente l’Anno della Fede che inizierà ad ottobre, a 50 anni dall’apertura del Concilio Vaticano II. I Documenti del Concilio contengono una ricchezza enorme per la formazione delle nuove generazioni cristiane, per la formazione della nostra coscienza. Quindi leggetelo, leggete il Catechismo della Chiersa cattolica e così riscoprite la bellezza di essere cristiani, di essere Chiesa di vivere il grande “noi” che Gesù ha formato intorno a sé, per evangelizzare il mondo: il “noi” della Chiesa, mai chiuso, ma sempre aperto e proteso all’annuncio del Vangelo.
Cari fratelli e sorelle di Frascati! Siate uniti tra voi e al tempo stesso aperti, missionari. Rimanete saldi nella fede, radicati in Cristo mediante la Parola e l’Eucarestia; siate gente che prega, per rimanere sempre legati a Cristo, come tralci alla vite, e al tempo stesso andate, portate il suo messaggio a tutti, specialmente ai piccoli, ai poveri, ai sofferenti. In ogni comunità vogliatevi bene tra voi, non siate divisi ma vivete da fratelli, perché il mondo creda che Gesù è vivo nella sua Chiesa e il Regno di Dio è vicino. I Patroni della Diocesi di Frascati sono due Apostoli: Filippo e Giacomo, due dei Dodici. Alla loro intercessione affido il cammino della vostra Comunità, perché si rinnovi nella fede e ne dia chiara testimonianza con le opere di carità» [Benedetto XVI, Omelia a Frascati, 15 luglio 2012].
Il Signore, Buon Pastore presente sempre da Risorto con il dono del suo Spirito nella sua Chiesa, la guida mediante il ministero del Papa e dei Vescovi in comunione con lui e animandola carismaticamente. Essi sono custoditi dallo Spirito santo, affinché insegnino e governino i fedeli nella verità cioè portandoli all’incontro con Cristo e assimilandoli a Lui come Popolo di Dio per tutti. Non si può parlare di fedeltà a Cristo, senza la fedeltà al provvidenziale magistero della Chiesa: “Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato” (Lc 10,16). Non si cammina quindi nel retto sentiero e nella volontà di Dio senza accogliere tutti i ventuno Concili Ecumenici, oggi anche i Documenti conciliari del Vaticano II, che vanno letti in ginocchio. Il cardinale Siri, in La giovinezza della Chiesa (p. 184): il Concilio è finito e gli atti da esso approvati sono santissimi… Noi che abbiamo sentito i venti, che siamo stati fermi sul cassero anche in una tensione agonica, siamo testimoni che la nave non ha vacillato e gli atti conciliari sono come se i venti non fossero mai esistiti. Perché sono gli atti conciliari da leggersi bene, e a nulla, senza di questi varrebbe o male avrebbe il leggere questo o quell’autore. Tuttavia se la nave è uscita indenne non è detto che i venti siano cessati… la Chiesa è preparata alle giornate di pioggia assai meglio di quanto lo fosse prima. Ma le giornate di pioggia ci saranno”. Ora le stiamo vivendo, ma con il Catechismo e il suo Compendio abbiamo la rotta.