Che cosa ha detto il Sinodo?
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Si è tenuta dal 5 al 26 ottobre 2008 e ha avuto per tema La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa.
Il Sinodo dei Vescovi è una istituzione permanente decisa da Papa Paolo VI il 15 settembre 1965 e significa un luogo per l’incontro dei Vescovi tra di loro, attorno e con il Papa che lo convoca e lo presiede quale strumento di “consultazione e collaborazione” per lo scambio di informazioni ed esperienze, per la comune ricerca di soluzioni pastorali valide universalmente.
Il numero dei Padri sinodali è stato di 253, di cui 32 nominati direttamente dal Papa, gli altri dalle conferenze episcopali. Benedetto XVI ha anche approvato la partecipazione di 41 esperti e 37 uditori.
I Padri sinodali oltre alle proposizioni date al Santo Padre per un documento post-sinodale hanno inviato un Messaggio al Popolo di Dio, da cui traiamo una traccia.
E Dio dice a ciascuno di noi: “Figlio accetta le parole che ti dico, accogliele nel cuore e ascoltale con gli orecchi” (Ez 3,10).
Dio ha parlato agli inizi stessi della creazione. “In principio era il Verbo… e il Verbo era Dio… Tutto è stato fatto per mezzo di Lui e senza di Lui nulla è stato fatto di ciò che esiste” (Gv 1,1.3). E Dio Padre continua a far risuonare la Sua Parola, il Verbo, il Figlio attraverso la creazione.
La parola divina è, però, anche alla radice della storia umana. L’uomo e la donna, che “sono immagine e somiglianza di Dio” (Gn 1,27) possono entrare in dialogo con il loro Creatore e possono da lui allontanarsi e respingerlo attraverso il peccato, perché Dio che è Amore non costringe mai creature intelligenti e libere: impedirebbe una risposta d’amore. La Parola di Dio di fronte al peccato salva e giudica, penetra nella trama della storia con il suo tessuto di vicende ed eventi.
C’è però una tappa ulteriore che la voce divina, creatrice e salvatrice, percorre dando vita a una autentica storia di amore con Israele suo popolo: è quella della parola scritta sotto la preminente e decisiva azione guida dello Spirito, le Sacre Scritture, memoriale dell’evento della Rivelazione creatrice e salvatrice.
E finalmente “il Verbo/Parola si fece carne”. La Parola eterna del Padre, la Ragione per cui tutto è stato creato e salvato nello Spirito, presente nella creazione, nella storia umana, soprattutto nella storia di Israele, entra nello spazio e nel tempo dilatando questa storia di amore all’intera umanità e la conduce all’estremo, al punto di rivolgersi contro se stesso nella croce per rialzare l’uomo e salvarlo, chiamandolo risorto a quell’unione di amore con Lui che culmina nella Mensa della Parola e dell’Eucaristia riattualizzando tutti i fatti e i detti della fase terrena per assimilare a Lui. E il Gesù Cristo è, quindi, carne fragile e mortale, è storia e umanità in tutto simile a noi, ma è anche gloria, divinità, mistero cioè il divino nella via umana. La Parola divina si fa carne “per opera dello Spirito Santo nel grembo della Vergine Maria”, si è fatta parola per mezzo dei profeti e Risorto, vivo parla ora attraverso le Scritture nello stesso Spirito come allora.
Ecco allora la continuità della “viva Tradizione di tutta la Chiesa” (DV 12) e della fede per comprendere in modo unitario e pieno in Cristo i 73 libri delle Sacre Scritture.
Pur necessaria, la conoscenza storica non si può fermare alla sola “lettera” perché la Bibbia rimarrebbe soltanto un solenne documento del passato, una nobile testimonianza etica e culturale. La conoscenza esegetica deve intrecciarsi con la tradizione spirituale e teologica perché non venga spezzato il continuo divino nell’umano di Gesù Cristo, del suo Corpo che è la Chiesa e delle Scritture. Come Paolo allora anche noi adesso ascoltiamo un Cristo vivo che ci ama, mi ama, con il quale posso ascoltare e parlare, che mi ascolta e mi risponde attraverso la testimonianza delle Scritture, dei Vangeli.
La casa della Parola di Dio è la Chiesa dove essa risuona continuamente, è compresa con la catechesi e resa attuale profeticamente soprattutto nell’Omelia.
Annuncio biblico, Catechesi e Omelia è un leggere e un comprendere, uno spiegare e un interpretare, un coinvolgimento personale e comunitario, con la mente e con il cuore.
Ma come il Crocefisso e risorto ha fatto con i due discepoli nell’itinerario da Gerusalemme a Emmaus spiegando le Scritture, culmina con l’incontro pieno nel Sacramento dell’Eucaristia e nei suoi gesti sacramentali.
Al centro dell’essere cristiani con un nuovo orizzonte di vita e la direzione decisiva c’è l’incontro con la Persona di Gesù Cristo nella “liturgia della parola e nella liturgia eucaristica, congiunte tra loro così strettamente da formare un solo atto di culto” (SC 56).
Casa della Parola sono le preghiere intessute da “salmi, inni e cantici spirituali” (Col 3,16). Un posto privilegiato la Liturgia delle Ore, ma anche la prassi della Lectio divina che si apre con la lettura (lectio): che cosa mi dice il testo? Segue la meditazione (meditatio): che cosa dice Dio attraverso il testo biblico a noi, a me? Si giunge alla preghiera (oratio): che cosa diciamo noi, io al Signore in risposta alla sua parola? E si conclude con la contemplazione (contemplatio): quale conversione della mente, del cuore e della vita chiede a noi, a me il Signore? Come in San Benedetto la Parola di Dio cioè l’assimilazione a Cristo diventa visibile nei testimoni della comunione con Dio e con i fratelli, nel vissuto familiare, in particolari vissuti fraterni, a livello personale e quindi in missione.