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Essere realisti

Autore:
Oliosi, Don Gino
Fonte:
CulturaCattolica.it
La Parola di Dio, attraverso le parole delle Scritture, ha un volto, è persona, Cristo

«La parola di Dio è come una scala sulla quale possiamo salire e, con Cristo, anche scendere nella profondità del suo amore. E’ una scala per arrivare alla Parola nelle parole. “Io sono tuo”. La parola ha un volto, è persona, Cristo. Prima che noi possiamo dire “Io sono tuo”, Egli ci ha già detto “Io sono tuo”. La lettera agli Ebrei, citando il salmo 39, dice: “Un corpo invece mi hai preparato… Allora ho detto: Ecco, io vengo”. Il Signore si è fatto preparare un corpo per venire. Con la sua incarnazione ha detto: io sono tuo. E nel Battesimo ha detto a me: io sono tuo. Nella Sacra Eucaristia lo dice sempre di nuovo: io sono tuo, perché noi possiamo rispondere: Signore, io sono tuo. Nel cammino della Parola, entrando nel mistero della sua incarnazione, del suo essere con noi, vogliamo appropriarci del suo essere, vogliamo appropriarci della nostra esistenza, dandoci a Lui che si è dato a noi» [Benedetto XVI, Meditazione nel corso della prima Congregazione Generale della XII Assemblea, 7 ottobre 2008].

Benedetto XVI, all’inizio del Sinodo nella Liturgia delle Ore, ha proposto una meditazione del salmo 118 sulla Parola di Dio: un elogio di questa Parola, espressione della gioia di Israele, dell’avvenimento che rimanda alla sua origine per poterla conoscere e, in essa, di poter conoscere la sua volontà e quindi il suo volto, il volto del Padre, attraverso il Figlio, nello Spirito Santo.

La tua parola, Signore, è stabile come il cielo.
Si parla della solidità della Parola. Essa è solida, è la vera realtà sulla quale basare la propria vita. Importante la parola di Gesù che continua questa parola del Salmo: “Cieli e terra passeranno, la mia parola non passerà mai”. Umanamente parlando, la parola, la nostra parola umana, è quasi un niente nella realtà, un alito. Appena pronunciata, scompare. Sembra essere niente. Ma già la parola umana ha una forza incredibile. Sono le parole che creano poi la storia, sono le parole che danno forma ai pensieri, i pensieri dai quali viene la parola. E’ la parola che forma la storia, la realtà.
Ancor più la Parola di Dio è il fondamento di tutto, è la vera realtà. E per essere realisti, dobbiamo proprio contare su questa realtà. Dobbiamo cambiare la nostra idea che la materia, le cose solide, da toccare, sarebbero la realtà più solida, più sicura. Alla fine del Sermone della Montagna il Signore ci parla di due possibilità di costruire la casa della propria vita: sulla sabbia e sulla roccia. Sulla sabbia costruisce chi costruisce solo sulle cose visibili e tangibili, sul successo, sulla carriera, sui soldi. Apparentemente queste sono le vere realtà. Ma tutto questo un giorno passerà. Lo vediamo adesso nel crollo delle grandi banche: questi soldi scompaiono, sono niente. E così tutte queste cose, che sembrano la vera realtà sulla quale contare, sono realtà di secondo ordine. Chi costruisce la sua vita su queste realtà, sulla materia, sul successo, su tutto quello che appare, costruisce sulla sabbia. Solo la Parola di Dio è fondamento, la Ragione creativa, il Verbo di tutta la realtà, il Donatore divino di ogni essere dono ed è stabile come il cielo e più che il cielo, è la realtà. Quindi dobbiamo cambiare il nostro concetto di realismo. Realista è chi riconosce nella Parola di Dio, in questa realtà apparentemente così debole, il fondamento di tutto. Realista è chi costruisce la sua vita su questo fondamento che rimane in permanenza. E così questi primi versetti ci ricordano che la conoscenza del reale è sempre un avvenimento perché rimanda all’origine di tutto e di tutti, alla Ragione creativa e redentiva, al Verbo del Padre nello Spirito Santo, al fondamento della nostra e altrui vita come di tutto l’universo e a come costruire la vita.

La tua fedeltà dura per ogni generazione; hai fondato la terra ed essa è salda… Dirigimi sul sentiero dei tuoi comandi perché in esso è la mia gioia
Tutte le cose vengono dalla Parola, sono prodotto della Parola. “All’inizio era la Parola”. All’inizio il cielo parlò. E così la realtà nasce dalla Parola, è “creatura Verbi”, dono della Ragione creativa del Padre nello Spirito Santo. Tutto è creato dalla Parola e tutto è chiamato a servire la Parola. Questo vuol dire che tutta la creazione, alla fine, è pensata per creare il luogo dell’incontro tra Dio e la sua creatura, un luogo dove l’amore della creatura risponde all’amore divino, un luogo in cui si sviluppi la storia dell’amore tra Dio e la sua creatura. La storia della salvezza non è un piccolo avvenimento, in un pianeta povero, nell’immensità dell’universo. Non è una cosa minima, che succede per caso in un pianeta sperduto. E’ il movente di tutto, il motivo della creazione. Tutto è creato perché ci sia questa storia, l’incontro tra Dio e la sua creatura. In questo senso, la storia della salvezza, la Ragione rendentiva, l’alleanza, precede la creazione, la Ragione creativa. Nel periodo ellenistico, il giudaismo ha sviluppato l’idea che la Torah avrebbe preceduto la creazione del mondo materiale. Questo mondo materiale sarebbe stato creato solo per dare luogo alla Torah, a questa Parola di Dio che crea la risposta e diventa storia di amore. Qui traspare misteriosamente il mistero di Cristo, la Ragione redentiva della Ragione creativa, del Verbo incarnato. E’ quello che ci dicono le Lettere agli Efesini e ai Colossesi: Cristo, il Verbo del Padre nello Spirito Santo fatto carne è il prototypos, la Ragione creativa e redentiva, il primo nato della creazione, l’immagine e la somiglianza vera di Dio, l’idea per la quale è concepito l’universo. Noi entriamo nel movimento dell’universo unendoci a Cristo. Il Padre ci ha scelti: ciascuno di noi è stato pensato e voluto fra tante possibili persone umane. La sguardo del Padre si è posato su di te, a preferenza di tanti altri: sei stato scelto prima della creazione del mondo: il mondo, questo universo immenso entro cui ti senti come un granello di polvere, non esisteva ancora e il Padre ti ha pensato e voluto liberamente, ha scelto te. Se dunque esisti, non è per caso, senza ragione. Ma ci ha scelti, pensati e voluti in Cristo. Quando il Padre ha pensato e voluto Cristo, ha pensato e voluto ciascuno di noi. Con lo stesso atto di pensiero e colla stessa decisione di volontà con cui ha pensato e voluto Cristo nello Spirito Santo, ha pensato e voluto ciascuno di noi, singolarmente presi, predestinandoci nello Spirito di Cristo ad essere figli nel Figlio. Noi entriamo nel movimento dell’universo unendoci a Cristo. Si può dire che, mentre la creazione materiale è la condizione per la storia della salvezza, la storia dell’alleanza è la vera causa del cosmo. Arriviamo alle radici dell’essere arrivando al mistero di Cristo, a questa sua parola viva che è lo scopo della creazione. Servendo il Signore realizziamo lo scopo dell’essere, lo scopo della nostra esistenza.

La legge della tua bocca mi è più preziosa più di mille pezzi d’oro e d’argento… Io sono tuo servo, fammi comprendere e conoscerò i tuoi insegnamenti
Noi siamo sempre alla ricerca della Parola di Dio. Essa non è semplicemente presente in noi. Se ci fermiamo alla lettera, non necessariamente abbiamo compreso realmente la Parola di Dio. C’è il pericolo che noi vediamo solo le parole umane, una conoscenza che non è avvenimento perché non rimanda all’origine, al fondamento, al reale e non vi troviamo dentro il vero attore, lo Spirito Santo. Non troviamo nelle parole la Parola, il Verbo, la Ragione creativa e redentiva. Sant’Agostino, in questo contesto, ci ricorda gli scribi e i farisei consultati da Erode nel momento dell’arrivo dei Magi. Erode vuol sapere dove sarebbe nato il Salvatore del mondo, la Ragione redentiva, il Verbo del Padre nello Spirito Santo. Essi lo sanno, danno la risposta giusta: a Betlemme. Sono grandi specialisti delle Scritture, conoscono tutto. E tuttavia a loro conoscenza non è avvenimento, non rimanda all’origine, non vedono la realtà, non conoscono il salvatore. Sant’Agostino dice: sono indicatori di strada per gli altri, ma loro stessi non si sentono mossi dallo Spirito e non si muovono. Questo è un grande pericolo anche nella nostra lettura della Scrittura: ci fermiamo alle parole umane, parole del passato, storia del passato, e non scopriamo il presente nel passato, lo Spirito Santo che parla oggi a noi nelle parole del passato. Così non entriamo nel movimento interiore della Parola, che in parole umane nasconde e apre le parole divine. Perciò c’è sempre bisogno del cercare. Dobbiamo essere in ricerca della Parola nelle parole.
Quindi l’esegesi, la vera lettura della Sacra Scrittura nello Spirito che l’ha ispirata, non è solamente un fenomeno letterario, non è soltanto lettura di un testo sena la fede professata, celebrata, vissuta e pregata. E’ il movimento della mia esistenza. E’ muoversi verso la Parola di Dio, verso il Donatore divino di ogni essere dono, verso il Verbo, la Ragione creativa e redentiva nelle parole umane. Solo conformandoci al mistero di Dio, al Signore che è la Parola, il Verbo del Padre nello Spirito santo, possiamo entrare all’interno della Parola, possiamo trovare veramente in parole umane la Parola di Dio. Occorre pregare il Signore perché ci aiuti a cercare, sotto la preminente e decisiva azione guida del Suo Spirito, non solo con l’intelletto, ma con tutta la nostra esistenza, per trovare la parola viva.

E’ tempo che tu agisca, Signore; hanno violato la tua legge. Perciò amo i tuoi comandamenti più dell’oro, più dell’oro fino
Tutte le cose umane, tutte le cose che noi possiamo inventare, creare, sono finite. Anche tutte le esperienze religiose umane sono finite, mostrano un aspetto della realtà, perché il nostro essere è finito e capisce solo sempre una parte, alcuni elementi. Solo Dio è infinito. E perciò anche la sua Parola è universale e non consoce confine. Entrando quindi nella Parola di Dio, entriamo realmente nell’universo divino. Usciamo dalla limitatezza delle nostre esperienze e entriamo nella realtà che è veramente universale. Entrando nella comunione con la Parola di Dio, entriamo nella comunione della Chiesa che vive della Parola di Dio. Non entriamo in un piccolo gruppo, ma usciamo dai nostri limiti. Usciamo verso il largo, nella vera larghezza dell’unica verità, la grande verità di Dio. Siamo realmente nell’universale. E così usciamo nella comunione di tutti i fratelli e le sorelle, di tutta l’umanità, perché nel cuore nostro si nasconde il desiderio della Parola di Dio che è una. Perciò anche l’evangelizzazione, l’annuncio del Vangelo, la missione non sono una specie di colonialismo ecclesiale, con cui vogliamo inserire altri nel nostro gruppo. E’ uscire dai limiti delle singole culture nella universalità che collega tutti, unisce tutti, ci fa tutti fratelli. “Preghiamo – ha concluso il Santo Padre la sua meditazione sulla Parola di Dio – di nuovo affinché il Signore ci aiuti a entrare realmente nella “larghezza” della sua Parola e così aprirci all’orizzonte universale dell’umanità, quello che ci unisce con tutte le diversità”.

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