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Lo Spirito Santo a Sydney come una rinnovata Pentecoste

Autore:
Oliosi, Don Gino
Fonte:
CulturaCattolica.it
© WYD 2008

«Il mio pensiero va all’Australia dove, a Dio piacendo, mi recherò sabato prossimo, 12 luglio. A Sydney, infatti, nel sud – est di quel Paese avrà luogo la XXIII Giornata mondiale della gioventù. Nei mesi scorsi la “Croce dei giovani” ha attraversato tutta l’Oceania, e a Sydney ancora una volta sarà testimone silenziosa del patto di alleanza tra il Signore Gesù Cristo e le nuove generazioni. Il 15 luglio è prevista la festa di accoglienza dei giovani, sabato 19 ci sarà la grande veglia e domenica 20 la celebrazione eucaristica, momento culminante e conclusivo dell’evento… I primi gruppi di ragazzi e ragazze stanno ormai partendo dagli altri continenti diretti in Australia. Invito tutta la Chiesa a sentirsi partecipe di questa nuova tappa del grande pellegrinaggio giovanile attraverso il mondo, iniziato nel 1985 dal Servo di Dio Giovanni Paolo II. La prossima Giornata mondiale della gioventù si preannuncia come una rinnovata Pentecoste: in effetti, già da un anno le comunità cristiane si preparano seguendo la traccia che ho indicato nel Messaggio sul tema “Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni” (At 1,8). E’ la promessa che Gesù fece ai suoi discepoli dopo la risurrezione, e che rimane sempre valida e attuale nella Chiesa: lo Spirito Santo, atteso e accolto nella preghiera, infonde nei credenti capacità di essere testimoni di Gesù e del suo Vangelo. Soffiando nella vela della Chiesa, lo Spirito divino la spinge a “prendere il largo” sempre di nuovo, di generazione in generazione, per recare a tutti la buona notizia dell’amore di Dio, pienamente rivelato in Cristo Gesù, morto e risorto per noi. Sono certo che da ogni angolo della terra i cattolici si uniranno a me e ai giovani raccolti, come in un Cenacolo, a Sydney invocando intensamente lo Spirito Santo, affinché inondi i cuori di luce interiore, di amore per Dio e per i fratelli, di coraggiosa iniziativa nell’introdurre l’eterno messaggio di Gesù nella varietà delle lingue e delle culture. Insieme con la Croce, accompagna le Giornate mondiali della gioventù l’icona della Vergine Maria» [Benedetto XVI, Angelus, 6 luglio 2008].

Siamo davanti alla novità di questa XXIII Giornata mondiale della gioventù e il Papa invita tutta la Chiesa ad essere partecipe di questa possibile rinnovata Pentecoste del grande pellegrinaggio giovanile attraverso il mondo per portare la buona notizia dell’amore di Dio e dei fratelli introducendo l’eterno messaggio della presenza e dell’incontro nella Chiesa con la Persona di Gesù Cristo cioè della Verità, della Vita, di Dio, nella varietà delle lingue e delle culture.
In questo momento di emergenza educativa globale sarebbe bello – quello che il Papa annuncia –se fosse vero. Certo non ci si convince con una spiegazione, osservava Carron in un incontro di Scuola di comunità del 20 – 06 – 08 a Milano, ma ci troviamo davanti a una proposta fatta ad ogni persona di tutte le comunità cristiane che la libertà è chiamata ad accettare come sfida all’attuale emergenza educativa. E allora, se liberamente accolta, cominciano a succedere fatti che stupiscono, fatti che accadono dappertutto e non solo a Sydney il 19 e il 20 luglio e che documentano la promessa che Gesù fece ai discepoli dopo la risurrezione, e che rimane sempre valida, reale, e attuale nella Chiesa, nella concretezza del vissuto fraterno di comunione ecclesiale a cui partecipiamo. Con la libertà di ciascuno si può avere forza dallo Spirito Santo, atteso ed accolto,e possono accadere fatti se trova una libertà disponibile. Dio nella sua libertà assoluta sceglie uno per arrivare a tutti, sceglie alcuni dei cinquecentomila mila giovani previsti a Sydney, per arrivare a tutti i giovani del mondo: questo succede sempre, basta avere un cuore puro per vedere questo metodo di Dio con cui il Padre, Dio rigenera il dono dello Spirito di Gesù risorto della Pentecoste degli inizi nell’attuale rinnovata Pentecoste come è descritta da Benedetto XVI: ancora una volta la “Croce dei giovani” sarà testimone silenziosa del patto di alleanza tra il Signore Gesù Cristo e le nuove generazioni, l’adorazione della veglia del 19 luglio e la celebrazione eucaristica del 20 sarà momento culminante dell’incontro dei giovani con il Risorto per offrire alla loro vita un nuovo orizzonte e con ciò la vocazione decisiva, la forza dello Spirito Santo che scenderà su di loro per divenire testimoni credibili al loro ritorno. “Invito – ha detto Domenica 6 all’Angelus il Papa – tutta la Chiesa” ad accogliere, a non rimanere indifferente, ad accompagnare questa novità che fiorisce per tentare e ritentare di nuovo con speranza, certi nella fede, che anche oggi l’educazione alla fede è possibile. Ricordando con gioia i momenti della Giornata mondiale di Colonia, nell’agosto del 2005, Benedetto XVI ha offerto il filo conduttore per Sydney sul tema: “Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni” (At 1,8). Nel 2006 ha invitato a soffermarsi a meditare sullo Spirito Santo come Spirito di verità, nel 2007 quale Spirito di amore, nel 2008 sullo Spirito di fortezza e testimonianza che ci dona il coraggio di vivere il Vangelo e l’audacia paolina di annunciarlo. Dal 20 luglio 2007 ha invitato i giovani nelle loro comunità e con i loro educatori a riflettere su questo Protagonista della storia della salvezza che è lo Spirito Santo o Spirito di Gesù, dono supremo del Padre e verificare la qualità della fede nello Spirito Santo, ritrovarla se smarrita, rafforzarla se indebolita, gustarla come compagnia del Padre e del Figlio Gesù Cristo, grazie appunto all’opera indispensabile dello Spirito Santo.

Riconoscere la vera identità dello Spirito anzitutto ascoltando la Parola di Dio nella Rivelazione narrata della Bibbia
Fin dalle prime pagine la Bibbia evoca lo spirito di Dio come un soffio che “aleggiava sulle acque” (Gn 1,2) e precisa che Dio soffiò nelle narici dell’uomo un alito di vita (Gn 2,7), infondendogli così la vita stessa. Dopo il peccato originale, lo spirito vivificante di Dio si manifesterà diverse volte nella storia degli uomini, suscitando profeti per incitare il popolo eletto a tornare a Dio e ad osservarne i comandamenti.
Nella “pienezza del tempo” (Gal 4,4), l’Angelo del Signore annuncia alla Vergine di Nazaret che lo Spirito Santo, “potenza dell’Altissimo”, scenderà e stenderà su di lei la sua ombra. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio (Lc 1,35) Secondo l’espressione del profeta Isaia, il Messia sarà colui sul quale si poserà lo Spirito del Signore. Proprio questa profezia Gesù riprese all’inizio del suo ministero pubblico nella sinagoga di Nazaret. Rivolgendosi ai presenti, riferirà a se stesso queste parole profetiche affermando: “Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi” (Lc 4, 21). Ed ancora, prima della sua morte in croce, annuncerà più volte ai discepoli la venuta dello Spirito Santo, il”Consolatore”, la cui missione sarà quella di rendergli testimonianza e di assistere i credenti, insegnando loro e guidandoli alla Verità tutta intera (Gv 14, 16-17.25-26). Ciò si realizzò nel giorno della Pentecoste, quando essi erano riuniti in preghiera nel Cenacolo con la Vergine Maria. L’effusione dello Spirito Santo sulla Chiesa nascente fu il compimento di una promessa di Dio assai più antica, annunciata e preparata in tutto l’Antico Testamento.
La sera del giorno della risurrezione Gesù, apparendo ai discepoli, “alitò su di loro e disse: “Ricevete lo Spirito Santo”” (Gv 20,22). Con ancora più forza lo Spirito Santo scese sugli Apostoli il giorno della Pentecoste degli inizi: “Venne all’improvviso dal cielo un rombo – si legge negli Atti degli Apostoli – come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro” (2,2-3).
Lo Spirito Santo rinnovò interiormente gli Apostoli, rivestendoli di una forza che li rese audaci nell’annunciare senza paura: “Cristo è morto e risuscitato!”. Liberi da ogni timore essi iniziarono a parlare con franchezza (At 2,29). Da pescatori intimoriti erano diventati araldi coraggiosi del Vangelo. Persino i loro nemici non riuscivano a capire come mai uomini “senza istruzione e popolani” (At 4,13) fossero in grado di mostrare un simile coraggio e sopportare le contrarietà, le sofferenze e le persecuzioni con gioia. Niente poteva fermarli. A coloro che cercavano di ridurli al silenzio rispondevano: “Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato” (At 4,20). Così nacque la Chiesa, che dal giorno della Pentecoste non ha cessato di irradiare la Buona Novella “fino agli estremi confini della terra” (At 1,8).

Prendere una lucida coscienza della sua continua, attiva presenza nella vita della Chiesa, in particolare riscoprendo che lo Spirito Santo si pone come “anima”, respiro vitale della propria vita cristiana, grazie ai sacramenti dell’iniziazione cristiana – Battesimo, Confermazione ed Eucaristia
Ma per comprendere la missione della Chiesa dobbiamo tornare nel Cenacolo dove i discepoli restarono insieme (Lc 24,49), pregando con Maria, la “Madre”, in attesa dello Spirito promesso. A quest’icona della Chiesa nascente ogni comunità cristiana deve costantemente ispirarsi. La fecondità apostolica e missionaria non è principalmente il risultato di programmi e metodi pastorali sapientemente elaborati ed “efficienti”, ma è frutto dell’incessante preghiera comunitaria. L’efficacia della missione presuppone, inoltre che le comunità siano unite, abbiano cioè “un solo cuore e un’anima sola” (At 4,32), e siano disposte a testimoniare l’amore e la gioia che lo Spirito santo infonde nei cuori dei fedeli (At 2,42). Il Servo di Dio Giovanni Paolo II ebbe a scrivere che prima di essere azione, la missione della Chiesa è testimonianza e irradiazione. Così avveniva all’inizio del cristianesimo quando i pagani, scrive Tertulliano, si convertivano vedendo l’amore che regnava tra i cristiani: “Vedi – dicono – come si amano tra loro”.
“So bene quanto voi giovani – ha osservato Benedetto XVI – portiate nel cuore grande stima e amore verso Gesù, come desiderate incontrarLo e parlare con Lui. Ebbene ricordatevi che proprio la presenza dello Spirito attesta in noi, costituisce e costruisce la nostra persona sulla Persona stessa di Gesù crocifisso e risorto. Rendiamoci dunque familiari dello Spirito Santo, per esserlo di Gesù. Ma- direte- come possiamo lasciarci rinnovare dallo Spirito Santo e crescere nella nostra vita spirituale? La risposta – lo sapete – è: lo si può per mezzo dei Sacramenti, perché la fede nasce e si irrobustisce in noi grazie ai Sacramenti, innanzitutto a quelli dell’iniziazione cristiana: il Battesimo, la Confermazione e l’Eucaristia, che sono complementari e inscindibili (CCC, 1285)”.
Dopo aver parlato della Confermazione che dona una forza speciale per testimoniare e glorificare Dio con tutta la nostra vita e ci rende intimamente consapevoli della nostra appartenenza alla Chiesa, “Corpo di Cristo”, ha voluto aggiungere una parola sull’Eucaristia. Per crescere nella vita cristiana, è necessario nutrirsi del Corpo e Sangue di Cristo: infatti, siamo battezzati e confermati in vista dell’Eucaristia. “Fonte e culmine” della vita ecclesiale, l’Eucaristia è una “Pentecoste perpetua”, poiché ogni volta che celebriamo la Santa Messa riceviamo lo Spirito Santo che ci unisce più profondamente a Cristo e in Lui ci trasforma. “Se, cari giovani – ha espresso con il cuore Benedetto XVI – parteciperete frequentemente alla Celebrazione eucaristica, se consacrerete un po’ del vostro tempo all’adorazione del SS.mo Sacramento, dalla Sorgente dell’amore, che è l’Eucaristia, vi verrà quella gioiosa determinazione di dedicare la vita alla sequela del Vangelo. Sperimenterete al tempo stesso che là dove non arrivano le nostre forze, è lo Spirito Santo a trasformarci, a colmarci della sua forza e a renderci testimoni pieni dell’ardore missionario del Cristo risorto”.

Testimoni di Cristo solo se ci lasciamo guidare dallo Spirito santo, che è l’“agente principale dell’evangelizzazione”
Qualcuno pensa che presentare il tesoro prezioso della fede alle persone che non la condividono, e non possiamo non farlo, significhi essere intolleranti verso di loro, ma non è così sia perché proporre Cristo non significa imporlo e sia perché le moltitudini hanno il diritto di conoscere il Mistero di Cristo nel quale noi crediamo che tutta l’umanità, tutti i giovani possono trovare in una pienezza insospettabile, tutto ciò che essi cercano a tentoni su Dio, sull’uomo e sul suo destino, sulla vita e sulla morte, sulla verità e sull’amore. “In particolare – ha osservato il Papa con una chiara predilezione per i giovani – vi assicuro che lo Spirito di Gesù oggi invita voi giovani ad essere portatori della bella notizia di Gesù ai vostri coetanei. L’indubbia fatica degli adulti di incontrare in maniera comprensibile e convincente l’area giovanile può essere un segno con cui lo Spirito intende spingere voi giovani a farvi carico di questo. Voi conoscete le idealità, i linguaggi, ed anche le ferite, le attese, ed insieme la voglia di bene dei vostri coetanei. Si apre il vasto mondo degli affetti, del lavoro, della formazione, dell’attesa, della sofferenza giovanile… Ognuno di voi abbia il coraggio di promettere allo Spirito santo di portare un giovane a Gesù Cristo, nel modo che ritiene migliore, sapendo “rendere conto della speranza che è in lui, con dolcezza” (1 Pt 3,15).”

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