2025 01 22 CRISTIANI PERSEGUITATI

CRISTIANI PERSEGUITATI - World Watch List 2025 di Open Doors/Porte Aperte: “Salgono da 365 a oltre 380 milioni nel mondo i cristiani perseguitati e discriminati”
Vai a "Cristiani perseguitati. Memoria e preghiera"

Riportiamo alcuni dati che emergono dall’annuale rapporto di Open Doors.
Non sono numeri ma persone, storie, volti, famiglie e comunità spaventate, provate, disorientate eppure sostenute dalla fede e, lo speriamo, dalle nostre preghiere.

In ogni rapporto, in ogni notizia, non dimentichiamo mai di interrogarci sul perché.
Non sul perché di quell’episodio, ma sul perché della PERSECUZIONE.
“Venne tra i suoi, ma i suoi non l’hanno accolto”, dice il prologo al Vangelo di Giovanni.
Eppure Dio non smette di cercare di abitare nella nostra vita, per darci la Vita.
Anche se lo rifiutiamo.

I cristiani sono il Corpo di Cristo.
Il perché della persecuzione è lo stesso della Croce di Gesù.
La permanente, continua, reale e presente offerta di Dio nel Suo Figlio.
Per ciascuno di noi.
Anche se lo rifiutiamo.

“Salgono da 365 a oltre 380 milioni nel mondo i cristiani che sperimentano almeno un livello alto di persecuzione e discriminazione a causa della propria fede, praticamente 1 cristiano ogni 7;
In Africa – il Continente con i maggiori valori assoluti – sono uno su cinque.
Tra i circa 100 paesi monitorati si conferma l’escalation della persecuzione in termini assoluti,
mantenendo l’impressionante accelerazione degli ultimi 12 anni, con 13 paesi a livelli estremi;
la Corea del Nord, praticamente da 23 anni resta stabile al 1° posto dei Paesi persecutori”.

Sono alcuni dei dati che emergono dalla World Watch List 2025 (Wwl), la nuova lista dei primi 50 paesi dove più si perseguitano i cristiani al mondo, diffusa oggi, a Roma, da Open doors/Porte aperte. L’organizzazione di matrice evangelica, che dal 1955 difende i diritti delle comunità cristiane di tutte le denominazioni nel mondo. Il report viene redatto grazie all’apporto di 4mila persone, tra fonti locali, ricercatori e analisti. Dal 2016 la persecuzione è cresciuta costantemente: come nel 2024 si confermano 13 i Paesi - di cui 8 tra Asia e Medio Oriente - dove se ne registra un livello estremo, sui circa 100 monitorati.
Open Doors analizza le pressioni su sei aspetti della vita dei cristiani - privato, famiglia, comunità, chiesa, vita pubblica, violenza.

I “numeri”, cioè esseri umani

“Salgono da 365 a oltre 380 milioni nel mondo
i cristiani che sperimentano almeno un livello alto di persecuzione e discriminazione a causa della propria fede, praticamente 1 cristiano ogni 7.

In Africa – il Continente con i maggiori valori assoluti – sono uno su cinque.
Addirittura migliaia vengono uccisi: ben 4.476, in media dodici al giorno, altri 3.775 sono stati sequestrati. «Non solo i massacri e i rapimenti ma le oltre 7.600 chiese, cliniche e scuole cristiane attaccate o chiuse – sottolinea Cristian Nani, direttore di Porte aperte/Open doors –, le oltre 28mila case o attività economiche saccheggiate o distrutte, costringono alla fuga famiglie e intere comunità cristiane, dando vita a esodi inumani e a una Chiesa profuga che grida aiuto». Il fenomeno è diffuso a macchia di leopardo nel mappamondo.

Quattro le tipologie di comunità cristiana indagate nel periodo di riferimento (1° ottobre 2023 – 30 settembre 2024): “Comunità di espatriati o di immigrati, Chiese storiche (come quelle cattoliche, ortodosse e protestanti tradizionali), comunità protestanti non tradizionali (come gli evangelici, i battisti, i pentecostali e tutti gli altri gruppi di cristiani che non sono inclusi nelle prime due categorie) e la comunità di convertiti al cristianesimo (dall’islam, dall’induismo ecc., spesso i più colpiti dalla persecuzione).

I luoghi più pericolosi al mondo per i cristiani
Sono 13 i paesi che mostrano un livello di persecuzione e discriminazione definibile estremo.

La Corea del Nord rimane stabile al primo posto
“La politica del regime nordcoreano di tolleranza zero per i cristiani (tra i 50 e i 70 mila rinchiusi nei campi di lavori forzati) – riporta la Wwl 2025 – obbliga i cristiani a vivere la propria fede nel segreto, alimentando il fenomeno della Chiesa nascosta”. Il rapporto parla di “brutali interrogatori di fuggitivi nordcoreani, rimpatriati a forza dalla Cina (che li destina a carcere, tortura e in alcuni casi morte)”.

Nelle prime 5 posizioni ci sono 4 nazioni “fortemente islamiche”, come evidenza del fatto che “l’oppressione islamica rimane una delle fonti principali di intolleranza anticristiana”: Somalia (2°), Yemen (3°), Libia (4°) e Sudan (5°). Le fonti di persecuzione sono connesse a “una società islamica tribale, all’estremismo attivo e all’instabilità endemica di questi paesi: la fede cristiana va vissuta nel segreto e, se scoperti, i cristiani (specie se ex-musulmani) rischiano anche la morte.

L’Eritrea scende al 6° posto per effetto della crescita di altri, confermando la propria nomea di “Corea del Nord dell’Africa”.

La Nigeria “scende” al 7°, confermandosi la nazione dove si uccidono più cristiani al mondo (3.100)”.

Completano questa triste classifica il Pakistan all’8° posto, l’Iran stabile al 9°, l’Afghanistan al 10° posto. Qui, dopo l’avvento dei Talebani nel 2021, “molti cristiani sono stati uccisi (tramite una vera e propria caccia all’uomo), una grossa fetta è fuggita all’estero, mentre una piccola parte è riuscita a nascondersi e tuttora vive la fede nel segreto”. Dopo l’uccisione di tanti fedeli, gli ex studenti coranici credono di avere eliminato la “minaccia”.

Stabile all’11° posto rimane l’India, prosegue il declino dei diritti e delle libertà fondamentali. Nel periodo considerato, sono stati assassinati almeno venti cristiani, 459 chiese sono state distrutte, oltre duemila sono detenuti senza processo. Al 12° posto l’Arabia Saudita, dove, nonostante “alcuni sviluppi positivi nella libertà religiosa, permangono restrizioni significative”.

Allarmante la condizione del Myanmar, che sale al 13° posto “scalando” quattro posizioni nella lista ed entra tra le nazioni con una persecuzione estrema. La guerra, seguita al colpo di Stato del 2021, ha catapultato nel gruppo di Paesi dove le persecuzioni sono estreme. L’esercito attacca frequentemente le chiese cristiane, sospettate di ospitare ribelli. Al tempo stesso, le stesse forze ribelli aggrediscono le comunità cristiane neutrali: almeno 100.000 cristiani languono in campi di sfollati per evitare le violenze”. I battezzati – che costituiscono l’8 per cento della popolazione – sono intrappolati nei combattimenti in corso, i luoghi di culto sono attaccati, oltre centomila di loro, nella sola regione di Kachin, sono sfollati a causa delle violenze.

Preoccupa anche la situazione dell’Asia centrale, dove la libertà di fede è repentinamente deteriorata. L’epicentro è il Kirghizistan, balzato in dodici mesi dal 61esimo al 47esimo posto. Un’escalation di violenza senza precedenti in una nazione con un livello di persecuzione medio-basso che si verifica nell’ambito di un processo di involuzione autoritaria. Nuove leggi, in nome di imprecisati valori culturali, hanno indebolito lo stato di diritto. Open Doors porta come esempio gli atti ostili commessi contro un’organizzazione cristiana di Karakul e la Chiesa Cattolica di San Nicola a Talas. Tali aggressioni fanno temere per il futuro del Kirghizistan, dove il presidente Sadir Japarov “sta accentrando il potere”.
Anche nel Kazakistan - alla 38esima posizione, salito di 9 dal 2024 - di Nursultan Narbayev, messo a dura prova dai disordini seguiti alla crescita dei prezzi dell’energia, hanno ridotto la libertà di fede. I battezzati ne hanno fatto le spese, soprattutto per quanto riguarda la maggior diffusione dei matrimoni forzati e degli stupri: “almeno 20 donne cristiane sono state abusate sessualmente a causa della loro religione, e altrettante sono state costrette a sposarsi con uomini musulmani”. Mentre sono stati segnalati anche “raid della polizia in 4 incontri di 3 comunità protestanti non registrate nel sud”, si legge nel report.

In questo scenario oscuro, uno spiraglio viene dall’America Latina. In Colombia la violenza è calata per effetto del cessate il fuoco temporaneo del febbraio scorso. Soprattutto, poi, nel Nicaragua di Daniel Ortega ha dovuto allentare lievemente la presa in seguito alle sanzioni imposte da Usa, Canada e Ue.

Cristiani uccisi, Chiese attaccate, cristiani detenuti, persecuzione digitale, rapimenti…

Diminuiscono le uccisioni di cristiani per motivi legati alla fede che passano da 4.998 a 4.476 con la Nigeria a determinare questa diminuzione, visto che gli omicidi scendono da 4.118 a 3.100, pur rimanendo epicentro di atrocità, poiché di fatto aumentano la violenza e gli attacchi alle comunità, così come aumentano le vittime cristiane in altri paesi della Wwl 2025 (da 880 a 1.376).

Il numero di chiese o proprietà cristiane pubbliche attaccate, chiuse o confiscate, si legge nella ricerca, è quasi dimezzato da 14.766 a 7.679, diminuzione dovuta alla Cina, che tuttavia mantiene un record di 31.000 chiese chiuse, confiscate o demolite dal 2016 a oggi. Nel frattempo, il numero in Rwanda è aumentato da 120 a 4.000.

La cosiddetta “persecuzione digitale” rimane uno degli strumenti più efficaci usati dal governo cinese e, di recente, da altri Stati autocratici per limitare la libertà religiosa: il cosiddetto “modello cinese” di controllo della popolazione e sviluppo senza diritti viene pericolosamente emulato da altri stati, a cui la Cina esporta tecnologia a tal scopo.

I cristiani detenuti o condannati per ragioni legate alla fede aumentano da 4.125 a 4.744.
Il livello di ingiustizia in questi casi, denuncia la Wwl 2025, “rasenta la parodia: in carcere finiscono uomini e donne senza processi e senza prove. Inoltre, il grado di impunità spesso concesso a coloro che invece accusano falsamente e/o aggrediscono fino a uccidere i cristiani in vari paesi è davvero preoccupante”.
L’India è anche quest’anno il paese con dati più preoccupanti (2.176).

I rapimenti decrescono da 3.906 a 3.775, con la Nigeria sempre terra di sequestri per riscatto (2.830), ma sorprende il Messico con almeno 116 casi, sintomo di quanto impatto abbia la criminalità organizzata in questa società. Seguono varie nazioni dell’Africa Subsahariana e il Pakistan, con la piaga dei rapimenti di donne cristiane per darle in sposa a musulmani (matrimoni forzati)”.

Aggressioni fisiche e attacchi a negozi e abitazioni.
Sono oltre 54.700 (erano 42.800 nel 2024), invece, i cristiani aggrediti (picchiati o vessati con minacce di morte) esclusivamente a causa della loro fede. Il livello di insicurezza e paura causato dall’incessante flusso di attacchi ai cristiani e alle comunità cristiane da parte di gruppi di terroristi islamici e altri gruppi religiosi radicali in molti paesi subsahariani e asiatici non è ben fotografato da questo numero, poiché sono milioni a subirne le conseguenze (16,2 milioni cristiani sfollati solo in Africa Subsahariana, senza contare le famiglie delle vittime di uccisioni, stupri, detenzioni). Gli attacchi a case, negozi e attività economiche di cristiani crescono ancora nonostante il record dell’anno precedente di oltre 27.100 unità: sale infatti a 28.368 creando sovente un danno permanente alla capacità di sostentamento di queste persone e costringendole spesso alla fuga.

Il fenomeno della Chiesa profuga cresce anche quest’anno

Il fenomeno della Chiesa profuga cresce anche quest’anno, visto l’aumento di profughi e rifugiati registrato a livello internazionale: il mix di violenze, minacce e discriminazioni rendono la fuga l’unica alternativa. Il Medio Oriente è sempre teatro di instabilità e la culla del cristianesimo sta perdendo gran parte delle comunità cristiane. Un dettaglio sulla Siria: scivola dal 12° al 18° posto, ma i dati della Wwl 2025 non tengono conto della recente caduta del regime di Bashar al Assad.

“La pressione, fatta di vessazioni quotidiane, affrontata dalle comunità cristiane è devastante e in aumento. E si esprime in una miriade di forme: discriminazione sul lavoro, negato accesso alla sanità e all’istruzione, pressioni e minacce per far rinunciare alla propria fede, negazione del soccorso in caso di calamità, una burocrazia che impedisce l’autorizzazione delle chiese e molto altro”.

Violenza e abusi contro le donne. In questo ambito le cifre fornite dalla Wwl 2025 sono solo “la punta di un iceberg di violenze domestiche, silenziose, continue specie contro donne e bambini”. La difficoltà di reperire dati certi sul numero di vittime di stupro e violenze sessuali a causa della fede, dovuta alle rare denunce, non impedisce alla ricerca di fornire un numero di 3994, ottenuto grazie a testimonianze raccolte, in aumento rispetto ai 3.231 dell’anno precedente. 821 sono i casi di matrimoni forzati di giovani donne cristiane (erano 609).

Il rapporto:
https://www.porteaperteitalia.org/world-watch-list/2025/

(Articoli utilizzati: SIR 15 Gennaio 2025 di Daniele Rocchi, Osservatore Romano 15 gennaio 2025 di Federico Piana, Avvenire mercoledì 15 gennaio 2025 di Lucia Capuzzi, Asia News 15/01/2025 di Daniele Frison, Vatican News 15 gennaio 2025 di Federico Piana)