2024 08 14 TERRA SANTA – Pizzaballa: “Dialogo sempre più difficile, non ci resta che pregare”

NICARAGUA – La chiesa nel mirino della persecuzione TERRA SANTA – Guerra in Terra Santa, Pizzaballa: “Dialogo sempre più difficile, non ci resta che pregare”
TESTIMONIANZA SUDAN – Il conflitto dilaga, anche i missionari costretti all’esodo: “situazione spaventosa”
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Nicaragua, arrestato il rettore del Seminario di Matagalpa
Padre Jarvin Tórrez, che è anche parroco della chiesa Santa María de Guadalupe, a Matagalpa, è in carcere da ieri.

Un altro sacerdote è stato arrestato ieri, 5 agosto, nella diocesi di Matagalpa, in Nicaragua. Il rettore del Seminario Maggiore di Filosofia San Luis Gonzaga e parroco della chiesa Santa María de Guadalupe, nel quartiere di Guanuca, a Matagalpa, padre Jarvin Tórrez, è stato portato in carcere, secondo quanto riferito dai parrocchiani ai media. A denunciare il fermo attivisti e organizzazioni in difesa dei diritti umani nel Paese, citati dal quotidiano nazionale “La prensa”, dai quali si è anche appreso che è in stato di detenzione, inoltre, la collaboratrice laica di una parrocchia di Sébaco, Lesbia Rayo Balmaceda.

Sono già tredici i sacerdoti incarcerati nell’arco di una settimana in Nicaragua. Appartengono in gran parte alla diocesi di Matagalpa, il cui vescovo, monsignor Rolando Álvarez, è stato esiliato il 14 gennaio. Nel marzo 2023, la Repubblica del Nicaragua ha chiesto alla Santa Sede la chiusura delle rispettive sedi diplomatiche, senza una rottura completa delle loro relazioni.
(Vatican News 06 agosto 2024)

Il Nicaragua espelle 7 sacerdoti a Roma
Lo scorso mercoledì 7 agosto, sette sacerdoti detenuti in Nicaragua sono stati esiliati e inviati a Roma, dove sono arrivati ieri pomeriggio, 8 agosto: si tratta dei sacerdoti Víctor Godoy, Jairo Pravia, Silvio Romero, Edgar Sacasa, Harvin Torres, Ulises Vega, Marlon Velázquez.

La notizia è stata confermata dal governo nicaraguense in un comunicato stampa: “Sette sacerdoti nicaraguensi hanno lasciato il Nicaragua per Roma”. I sacerdoti appartengono alle Diocesi di Matagalpa ed Estelí ed erano stati detenuti nella sdede del Seminario di Nostra Signora di Fatima a Managua. Secondo i media nicaraguensi, l’amministratore della diocesi di Estelí, don Frutos Valle, arrestato il 26 luglio, non è tra quanti sono stati espulsi dal Paese.

Si tratterebbe del quinto allontanamento di gruppi di sacerdoti dal Nicaragua: negli Stati Uniti sono stati trasferiti due gruppi nell’ottobre 2022 e nel febbraio 2023 e a Roma altri due gruppi nell’ottobre 2023 e nel gennaio 2024, insieme a due vescovi, Rolando Álvarez e Isidoro Mora. Giovedì 8 agosto, il quinto gruppo di sette sacerdoti è arrivato a Roma.
(Vatican News 09 agosto 2024)

Nicaragua, cancellata la personalità giuridica della Caritas di Matagalpa
Con un provvedimento ufficializzato ieri, 12 agosto, il Ministero dell’Interno ha cancellato anche altre 14 Ong della diocesi che ha visto nei giorni scorsi una serie di arresti ed espulsioni di sacerdoti. I beni mobili e immobili delle organizzazioni saranno trasferiti allo Stato

Il Ministero dell’Interno (MINT) del Nicaragua ha cancellato la personalità giuridica dell’Associazione Caritas Diocesana di Matagalpa, una delle otto filiali di Cáritas de Nicaragua, e di altre 14 Ong, nove delle quali per scioglimento volontario. Il provvedimento è stato approvato a Managua dal ministro dell’Interno, María Amelia Coronel, secondo due accordi ministeriali pubblicati sulla Gaceta, la Gazzetta ufficiale nicaraguense, pubblicata ieri lunedì 12 agosto.

L’opera della Caritas
La Caritas di Matagalpa operava come centro di assistenza sociale amministrato dalla Chiesa cattolica. Registrata il 26 marzo 2009, ha promosso in questi anni “lo sviluppo delle comunità più remote del dipartimento di Matagalpa, dando priorità alle fasce più povere della popolazione e a quelle prive di infrastrutture di base: sanità e istruzione”, come si legge sulle pagine social ufficiali dell’organismo.
I beni della Caritas e delle altre organizzazioni passeranno ora allo Stato nicaraguense; il Ministero ha indicato che la Procura Generale sarà responsabile del trasferimento dei beni mobili e immobili.
(Vatican News 11 agosto 2024)

Nicaragua, altri due sacerdoti arrestati a Matagalpa e Estelì
Tra sabato e domenica le autorità del Paese latinoamericano hanno fermato due religiosi e una collaboratrice pastorale

Lo scorso fine settimana la Chiesa in Nicaragua, come riportato da media indipendenti, ha subito altri arresti, almeno due sacerdoti e una collaboratrice pastorale. Sabato 10 agosto sono stati fermati padre Leonel Balmaceda, parroco della parrocchia Jesús de Caridad nel comune di La Trinidad, a Estelí, e la collaboratrice pastorale di Matagalpa, Carmen Sáenz. Domenica è stato trattenuto dalla polizia Denis Martínez, vicario della parrocchia della Cattedrale di Matagalpa.
(Vatican News 12 agosto 2024)

Nicaragua, operazione di polizia nella cattedrale di Matagalpa

Alcuni media nicaraguensi riferiscono anche di una presunta operazione di polizia nella cattedrale di Matagalpa: agenti in abiti civili sarebbero entrati nella chiesa sequestrando il personale amministrativo e minacciando di espellere il clero dal Paese. (Vatican News 13 agosto 2024)

TERRA SANTA – Guerra in Terra Santa, Pizzaballa: “Dialogo sempre più difficile, non ci resta che pregare”

Il “dialogo è sempre più difficile, non ci resta che pregare”. Questo l’accorato appello che il Patriarca latino di Gerusalemme, il cardinal Pierbattista Pizzaballa, rivolge ai cristiani della Terra Santa nel tradizionale messaggio per la solennità dell’Assunzione al Cielo di Maria. La guerra, che da quasi un anno imperversa nei luoghi sacri, seminando morte e distruzione, sembra non volersi placare. Al contrario, evidenzia il Patriarca, “sofferenze e sgomento sembrano essere alimentati ancora e ancora da odio, risentimento e disprezzo, che non fanno che intensificare la violenza e allontanare la possibilità di trovare soluzioni”.

Secondo il porporato, “sta diventando sempre più difficile immaginare una conclusione a questo conflitto”, così come è sempre più “difficile trovare persone e istituzioni con cui sia possibile un dialogo sul futuro e sulle relazioni pacifiche”. In Terra Santa tutto sembra essere “schiacciato da questo presente”, “caratterizzato da così tanta violenza e, bisogna ammetterlo, rabbia”.

Tuttavia, ammonisce Pizzaballa, “questi giorni sembrano essere importanti per riuscire a invertire la tendenza del conflitto, e tra questi in modo particolare il 15 agosto, che per noi è il giorno della solennità dell’Assunzione della Vergine Maria al Cielo”. In questo giorno, la richiesta del Patriarca, “prima o dopo la celebrazione dell’Eucaristia o in altro momento opportuno, invito tutti a pregare per la pace chiedendo l’intercessione della Beata Vergine Maria”. Spero che le parrocchie, le comunità religiose contemplative e apostoliche, e anche i pochi pellegrini che sono tra noi si uniscano nel comune desiderio di pace che affidiamo alla Beata Vergine”.

“Dopo aver speso tante parole e dopo aver fatto il possibile per aiutare ed essere vicini a tutti, specialmente a coloro che sono più colpiti, non ci resta che pregare. Di fronte alle tante parole di odio che vengono troppo spesso pronunciate, vorremmo offrire la nostra preghiera, che consiste in parole di riconciliazione e di pace. Preghiamo affinché in questa lunga notte che stiamo vivendo, l’intercessione di Maria Santissima apra uno spiraglio di luce per tutti noi e per il mondo intero”, conclude il cardinale allegando anche una preghiera scritta ad hoc per l’occasione che riportiamo di seguito:

Supplica per la pace alla Madonna Assunta in Cielo
Gloriosissima Madre di Dio,
innalzata sopra i cori degli angeli,
prega per noi con San Michele Arcangelo
e con tutte le potenze angeliche del cielo
e con tutti i santi,
al tuo santissimo e amato Figlio, nostro Signore e Maestro.

Ottieni per questa Terra Santa,
per tutti i suoi figli
e per tutta l’umanità,
il dono della riconciliazione e della pace.

Possa compiersi la tua profezia:
i superbi siano dispersi,
i potenti siano rovesciati dai troni,
gli umili siano innalzati,
gli affamati siano ricolmati di beni,
i pacifici siano riconosciuti come figli di Dio
e i miti ricevano la terra in dono.

Possa Gesù Cristo, tuo Figlio,
Colui che oggi ti ha esaltato
sopra i cori degli angeli,
che ti ha incoronato con il diadema del Regno,
e ti ha posto sul trono di eterno splendore, concederci questo
A Lui la gloria e l’onore in eterno. Amen.

(F.B.) (Agenzia Fides 10/8/2024)

TESTIMONIANZA
SUDAN – Il conflitto dilaga, anche i missionari costretti all’esodo: “situazione spaventosa”

“Siamo in una situazione ormai disperata” riferisce all’Agenzia Fides padre Biong Kwol Deng, della diocesi di El Obeid, Segretario generale aggiunto della Conferenza episcopale del Sudan e del Sud Sudan. “Io” racconta il sacerdote “al momento mi sono dovuto spostare a Juba (capitale del Sud Sudan, ndr). Come molti esponenti della Chiesa abbiamo dovuto lasciare i luoghi dove eravamo in Sudan perché sono diventati troppo pericolosi, ma ricevo costantemente notizie. Le ultime qualche giorno fa da un mio parente che è rimasto a Khartoum fin dall’inizio della guerra e mi dice che ormai non c’è più un angolo del Paese che non sia interessato dal conflitto, ci sono combattimenti continuamente e ovunque. Al momento, sono sincero, non si intravvede alcuna speranza perché fonti del governo hanno dichiarato di non volersi fermare, anche se ci sono molte forze in campo che spingono per la fine degli scontri o almeno per una tregua”.
“La Conferenza episcopale – riprende Padre Biong – ha inviato una lettera pastorale che sostiene l’urgenza di aprire un dialogo in Sudan e affronta anche i tanti problemi presenti anche in Sud Sudan. Tra questi, i tantissimi profughi che arrivano dal Sudan. Molti sono i cosiddetti ‘returnees’ cioè ex cittadini del Sud Sudan, che avevano lasciato il Paese per problemi di povertà estrema, alluvioni o conflitto, e che ora sono costretti a farvi ritorno. Come Chiesa cerchiamo di fare alcuni interventi proprio per loro, sia in Sudan che in Sud Sudan. Al momento la situazione degli sfollati è spaventosa, anche nella zona del Kordofan (la vasta area che dal centro del Paese si estende fino a ridosso del Sud Sudan, ndr) ci sono tantissimi profughi e cerchiamo di portare soccorso. Il tutto è aggravato dalla stagione delle grandi piogge, la gente necessita di tutto, acqua, cibo, medicine, manca tutto e il Sudan, complici i conflitti di Gaza e Ucraina, sembra dimenticato dalla comunità internazionale”.
La comunità cattolica si è ridotta a causa degli esodi forzati che hanno generato la crisi di sfollamenti maggiore del momento. “Purtroppo” racconta padre Biong “la nostra presenza è minore adesso, le Missionarie della Carità (le suore di Madre Teresa) che erano nella diocesi di El Obeid sono andate via il mese scorso e con loro anche le suore del Sacro Cuore e i padri comboniani. Si sono spostati a Kosti (a sud di Khartoum, ndr) e stanno arrivando a Juba.

In Sudan – spiega ancora il sacerdote – “ci sono i cristiani del nord, di origine nubiana, e i cristiani del Sudan meridionale che sono rimasti in Sudan anche dopo l’indipendenza del Sud Sudan (2011, ndr). Entrambi sono in una situazione difficile anche per la carenza di aiuti dall’esterno. Per il resto è possibile pregare e riunirsi per le messe in luoghi sicuri e protetti dove ci sono sacerdoti. Spesso i sacerdoti sono soli, e quando sono in due insieme devono operare in aree molto vaste”. (LA) (Agenzia Fides 10/8/2024)

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