2024 07 24 FRANCIA Io non me la bevo: sei cattedrali non bruciano da sole

TURCHIA - Cristiani il gruppo minoritario più perseguitato in Turchia nel 2023
NICARAGUA - Il governo del Nicaragua chiude Radio Maria
VIETNAM - Ancora arresti tra i cristiani Montagnard nonostante i passi avanti di Hanoi col Vaticano
MEOTTI: RIFLESSIONE FRANCIA Io non me la bevo: sei cattedrali non bruciano da sole
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TURCHIA - Cristiani il gruppo minoritario più perseguitato in Turchia nel 2023
È quanto emerge da un rapporto della Freedom of Belief Initiative. A seguire vi sono ebrei, aleviti, yazidi e atei. Gli attacchi a cimiteri, luoghi di culto, case o scuole legati a comunità religiose tra gli incidenti più frequenti. Escalation di violenze anti-ebraiche dalla guerra di Israele a Gaza.

I cristiani sono il gruppo minoritario vittima del maggior numero di attacchi (documentati) a sfondo confessionale in Turchia lo scorso anno. È quanto emerge da un rapporto pubblicato in questi giorni dalla Freedom of Belief Initiative, che riporta decine di eventi violenti legati a “crimini di odio” che hanno preso di mira diversi gruppi religiosi, ma con una incidenza maggiore fra cristiani ed ebrei.

Nello studio relativo al 2023 e intitolato “Hate Crimes in Turkey Based on Religion, Belief, or Non-Belief” sono riportato almeno 47 crimini o incidenti a sfondo confessionale, documentati (anche) con lo scopo di non lasciare impuniti i reati. Il gruppo maggiormente perseguitato è quello dei cristiani, seguito dagli ebrei, gli aleviti, gli yazidi e gli atei. Esso si basa su dati provenienti dal monitoraggio dei media e dalle notifiche delle comunità religiose.

Nel rapporto emerge anche un “aumento” nei casi di violenze lo scorso anno rispetto al passato contro protestanti ed ebrei. E, come negli anni passati, ancora oggi mancano processi legali efficaci per affrontare la portata complessiva dei crimini, con una conseguente - e frequente - impunità.

Analizzando le diverse fasce e appartenenze religiose, gli attacchi nel 2023 sono così ripartiti: per i cristiani 22 incidenti; ebrei 14 incidenti; aleviti sette incidenti; musulmani quattro incidenti; yazidi 2dueincidenti e atei uno. In 26 casi si tratterebbe di minacce o comportamenti minacciosi, in 11 aggressioni violente, nove sono i casi documentati di attacchi a luoghi di culto o cimiteri, almeno sette i danni a proprietà, tre attacchi verbali e un episodio di molestie sessuali.

Una revisione dei dati degli anni passati indica che gli attacchi a cimiteri, luoghi di culto, case o scuole legati a comunità religiose o di fede sono tra gli incidenti più frequenti. Dal 2020, i gruppi più bersagliati sono stati i cristiani (52 incidenti), gli aleviti (42 incidenti) e gli ebrei (23 incidenti), con un persistente pregiudizio o atteggiamento ostile verso queste minoranze.

A fronte di decine di casi, gli studiosi sottolineano che i dati del rapporto sono in genere sottostimati e non registrati, riflettendo solo una parte degli incidenti reali. Al riguardo, i principali ostacoli alla denuncia dei crimini di odio includono: vittime abituate ad azioni motivate da pregiudizi o con soglia elevata di sopportazione prima di ricorrere alla denuncia; paura di esclusione sociale che porta le persone a non denunciare; preoccupazione che le denunce non vengano prese sul serio o che possa comportare un’ulteriore vittimizzazione, anche da parte delle forze dell’ordine.

Alcuni luoghi associati a comunità religiose o di fede sono oggetto di ripetuti attacchi, che indicano minacce sistematiche o pressioni su individui o gruppi specifici. Il rapporto sottolinea che i crimini di odio contro protestanti, assiri e yazidi sono diventati “sistematici” e le molestie “ricorrenti”. In particolare, l’aumento degli attacchi contro i protestanti può essere in parte dovuto ai pregiudizi dei media e alla retorica “di odio” nei loro confronti. Inoltre, dal 2019, circa 250 protestanti sono stati espulsi o hanno visto respinta la loro richiesta di visto per motivi di “sicurezza”.

Questa posizione ufficiale è parallela alle frequenti rappresentazioni dei protestanti come “minaccia” per la società turca a causa delle “attività missionarie”. I giornali locali a volte forniscono indirizzi di chiese, prendendo di mira i luoghi di culto. Infine, vi sono le violenze contro gli ebrei che hanno subito una accelerazione in seguito alla guerra lanciata da Israele contro Hamas a Gaza, in risposta all’attacco terrorista del 7 ottobre 2023. Gli incidenti nelle scuole in cui sono stati utilizzati simboli nazisti sottolineano la necessità di un sistema educativo e di un curriculum inclusivo, pluralistico e antidiscriminatorio per garantire un ambiente scolastico sicuro.
(AsiaNews 12/07/2024)

NICARAGUA - Il governo del Nicaragua chiude Radio Maria
Dopo il blocco dei conti bancari subito in aprile, l’esecutivo di Managua ha ora cancellato lo status giuridico dell’emittente che sparisce dall’etere dl Paese dopo oltre 40 anni di trasmissioni

Lo scorso 9 luglio è stato cancellato in Nicaragua lo status giuridico di Radio María, emittente che trasmette nel Paese centroamericano da oltre 40 anni. Lo riferisce il sito indipendente Noticias.

Lo scioglimento di Radio María, insieme a quello di altre 12 entità, è stato approvato dal ministro degli Interni, María Amelia Coronel, e pubblicato sul periodico ufficiale governativo «La Gaceta de Nicaragua».

Per giustificare il provvedimento, l’esecutivo ha sostenuto che Radio María non ha redatto il bilancio del periodo 2019-2023, e che il suo comitato direttivo è scaduto dall’8 novembre 2021. La misura arriva dopo che l’emittente aveva annunciato la riduzione del suo orario di programmazione, da 24 a 14 ore e in seguito al blocco dei suoi due conti bancari, che gli ha impedito di ricevere donazioni. (11 luglio 2024)

VIETNAM - Ancora arresti tra i cristiani Montagnard nonostante i passi avanti di Hanoi col Vaticano
Avvolta nel mistero la sorte di 11 cristiani, fra cui sei protestanti (Degar) e cinque cattolici della comunità di Ha Mon. In passato erano stati condannati, alla scadenza della pena “non si hanno più notizie” e “sembrano scomparsi”. Alla base della sentenza “attività o appartenenza religiosa”. Preoccupazione per queste repressioni che permangono a dispetto delle aperture verso la Chiesa locale e la Santa Sede.

In Vietnam tornano i casi di persecuzione a sfondo etnico-confessionale contro la minoranza religiosa Montagnard, perseguitata da Hanoi sin dai tempi della guerra negli anni ‘70 del secolo scorso. Secondo quanto denuncia un gruppo attivista internazionale, da qualche tempo vi è grande preoccupazione in merito alla sorte di 11 cristiani imprigionati a causa della loro fede, di cui “non si hanno più notizie” e sembrano “scomparsi nel nulla”. International Christian Concern (Icc), con sede a Washington, riferisce che il gruppo - composto da sei protestanti e cinque cattolici - ha ricevuto condanne fra il 2011 e il 2016 a un totale di 90 anni e otto mesi di carcere. Tra loro vi sono i protestanti Degar Ro Mah Pla, Siu Hlom, Rmah Bloanh e Rmah Khil, accusati di “minare la politica di unità nazionale” e i cattolici Runh, A Kuin, A Tik, Run e Dinh Kuh della comunità Ha Mon, entrambe non approvate dal governo.

Secondo la Campagna per abolire la tortura in Vietnam, ci sono quasi 90 Montagnards attualmente imprigionati o rilasciati dietro condizioni che limitano gravemente i loro diritti civili. “I prigionieri cristiani scomparsi sono lo specchio di un problema più grande interno al quadro giuridico vietnamita per le minoranze della nazione” conclude la dichiarazione Icc.
Nel gennaio scorso 100 fedeli della provincia di Dak Lak - area popolata da circa 30 tribù minoritarie - sono stati processati per un attacco a due quartieri generali della Comune popolare e che ha causato nove morti sul terreno. Di questi, almeno 10 sono stati condannati all’ergastolo con l’accusa di terrorismo. I rimanenti hanno ricevuto pene variabili da tre anni e mezzo sino a 20 anni di prigione, per lo più con accuse legate al terrorismo.

Per anni le “tribù dei monti” hanno subito una persecuzione religiosa da parte del governo, retaggio dei tempi della guerra in Vietnam quando i Montagnard si sono schierati a fianco degli Stati Uniti nel tentativo di dar vita a una nazione autonoma. Nel tempo le autorità di Hanoi hanno continuato a reprimerle, accusandole di “secessione” ed espropriando con questo pretesto i loro terreni. In molti hanno cercato rifugio in Cambogia, ma il governo di Phnom Penh ha più volte rispedito al mittente i fuggiaschi, in violazione alle norme Onu sui rifugiati politici. La loro appartenenza alla comunità cristiana rappresenta inoltre un ulteriore elemento di sospetto, che agli attacchi di natura etnico-politica unisce anche una persecuzione di matrice confessionale.

Persecuzioni e arresti che proseguono ancora oggi, in una fase storica in cui Hanoi ha avviato un cammino di riavvicinamento alla Chiesa, rafforzando le relazioni con la Santa Sede e accogliendo di recente mons. Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati. Un ulteriore passo verso un futuro (prossimo) ristabilimento di piene relazioni diplomatiche e con la speranza, nemmeno troppo remota, di accogliere papa Francesco per un viaggio apostolico impensabile fino a poco tempo fa.

Circa il 7% dei circa 97 milioni di persone nel Paese asiatico sono cattolici.
(AsiaNews10/07/2024)

RIFLESSIONE FRANCIA
Io non me la bevo: sei cattedrali non bruciano da sole.
Una chiesa incendiata ogni mese è più di un indizio. Cortocircuiti, mozziconi e allarmi difettosi, ma guai a pensare che qualcuno possa odiare i simboli dell'Occidente da volerli in fumo
Di GIULIO MEOTTI LUG 13
24 novembre 2018: brucia la cattedrale di Pontoise.
6 febbraio 2019: brucia la cattedrale di Lavaur.
18 marzo 2019: brucia la cattedrale-basilica di Saint-Sulpice.
15 aprile 2019: brucia la cattedrale di Notre Dame a Parigi.
12 giugno 2020: brucia la cattedrale di Rennes.
18 luglio 2020: brucia la cattedrale di Nantes.

Sei grandi cattedrali di Francia incendiate.

Ora se ne aggiunge un’altra: Rouen, la città che, diceva Maupassant, “non si può descrivere, bisogna conoscerla”. La città degli amori proibiti di Madame Bovary col giovane Leone, la sua “babilonia”. La città della cattedrale dipinta trenta volte da Monet. La città dei “cento campanili” e di Place du Vieux-Marché, dove Giovanna d'Arco fu bruciata viva durante la Guerra dei Cent'anni.

Nel 2018, 32 chiese in fiamme.
Nel 2019, l’anno di Notre Dame, 22 chiese in fiamme.
Nel 2023, 23 chiese in fiamme.
Nel 2024 finora, 12 chiese in fiamme.

E spesso bruciano più chiese nella stessa città. La Basilica di Saint-Nicolas a Nantes è stata quasi distrutta da un incendio.
Questi numeri non sono un caso, ma un indizio.

Come che tre chiese sono state bruciate in dieci giorni a Parigi. Alla chiesa di Notre-Dame-de-Fatima, nel 19 arrondissement della capitale, hanno usato un liquido infiammabile. Alla chiesa di Saint-Martin-des-Champs, nel 10 arrondissement, pezzi di legno.

Soltanto in questo 2024, chiese bruciate a Viarme, a Neufchâtel, ad Agneuax, a Dannevoux, a Poitiers, a Bioussac, a Revel…E soltanto per citarne alcune. Bruciano non soltanto nei “territori perduti”, le banlieue, i “quartieri”, ma anche nelle cittadine rurali e periferiche. Un numero simile alle chiese bruciate in Pakistan, dove però sappiamo chi sia il piromane, mentre in Europa fischiettiamo nell’impunità.

Numeri incredibili e senza contare le profanazioni e gli atti di vandalismo. E mi spaventa che nessuno, pochi, si spaventino. Che questo grande incendio non diventi oggetto di discussione pubblica e di inchieste giornalistiche.

In Francia bruciano decine di cattedrali, basiliche e chiese di paese ma diciamo: "Forse c’era un problema con l’impianto elettrico, forse qualcuno ha lasciato un mozzicone di sigaretta, forse era difettoso l’allarme e se anche fosse criminale non sappiamo chi sia stato”.

Per Nantes, tre focolai di incendio ma le autorità privilegiano l’“incidente”. Per l’incendio a Notre Dame ancora la procura “indaga”. Si parla di “distruzione involontaria mediante incendio”: interessante definizione. Si legge: “A oggi, l’indagine non è stata in grado di concludere in modo definitivo che esista un’unica causa. Ha tuttavia evidenziato diversi fattori di rischio e potenziali carenze nella gestione del sito. Questo tragico evento ha portato a un rafforzamento delle norme di sicurezza sui siti del patrimonio in Francia, in particolare per quanto riguarda le opere di grandi dimensioni. Le lezioni apprese dall’incendio di Notre-Dame hanno influenzato anche le pratiche di restauro a livello internazionale, evidenziando l’importanza della prevenzione nella conservazione dei monumenti storici”.

Evidentemente a Rouen erano “disattenti”.

Sospetto invece che questi roghi abbiano a che fare con quelli delle sinagoghe di Bondy, di Clichy, di Trappes e di tanti altri luoghi di culto ebraici in Francia.
Parigi è piena di persone che volevano veder bruciare Notre-Dame quattro giorni prima del Venerdì Santo, per cui mi è sempre sembrato stranamente improbabile che ciò accadesse “per caso”. Ricordo quei manifesti islamici che su Notre Dame dicevano: “La sua costruzione iniziò nell'anno 1163 e terminò nel 1345. È ora di dire addio al vostro oratorio del politeismo”.

Sarò complottista, ma non me la bevo.

Non credo sia possibile che brucino sei cattedrali e centinaia di chiese in modo incidentale e fortuito. Allora mi sorge una domanda: che qualcuno odi i simboli della fede dell'Occidente al punto di volerle bruciare ci spaventa al punto di coprire tutto col silenzio e i depistaggi tecnici, come se una cattedrale possa bruciare come un bosco d’estate?

Quando prese fuoco la cattedrale di Notre Dame a Parigi ci furono tanti che gioirono e dissero: “L'unica chiesa che illumina è quella che brucia”. Ecco, questa mi sembra una spiegazione più plausibile di un cortocircuito a cattedrali che per mille anni hanno segnato il cielo della nostra vecchia Europa.

Non mi fido di tutti quei tipi astuti e cinici che ci rassicurano che va tutto bene e che capiscono che, in un Occidente in cui tutto è cambiato, a volte aiuta avere un po’ di scenografia religiosa che rassicura i cittadini che non è cambiato proprio nulla. “L’incendio di Notre Dame non è né un attacco né un incidente, ma un tentativo di suicidio”, ha detto il filosofo Alain Finkielkraut, “immortale” dell’Accademia di Francia.

Mentre chiudeva il seminario di Metz, in Francia, a pochi chilometri veniva aperto il cantiere per la nuova Grande Moschea. Non sono mai esistite civiltà atee nella storia (neanche l’Albania del macellaio comunista Hoxha) e la natura non tollera i vuoti. “La civiltà occidentale è in un profondo stato di decadenza e rovina e come la cattedrale di Notre-Dame si sta sgretolando”, ha detto il cardinale Robert Sarah.

Ma i campanelli d’allarme hanno smesso di suonare per una società dedita come l’Europa di oggi alla convinzione che la vita significhi dormire fino a tardi.

Bonne nuit, Occidente!