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2020 07 01 Il martirio dei cristiani non ha fine!

Fonte:
CulturaCattolica.it
PAPA FRANCESCO: Quanti cristiani sono perseguitati anche oggi, più dei martiri dei primi tempi: tanti martiri, soltanto per il fatto di essere cristiani. INDIA - Nel Tamil Nadu l’uccisione di due cristiani per avere violato il confinamento imposto contro il contagio del Covid-19 TESTIMONIANZA: padre Cosma SPESSOTTO

PAPA FRANCESCO: Quanti cristiani sono perseguitati anche oggi, più dei martiri dei primi tempi: tanti martiri, soltanto per il fatto di essere cristiani.

ANGELUS del 21 giugno 2020

Il Papa riflette sul brano del Vangelo di Matteo in cui risuona l’invito che Gesù rivolge ai suoi discepoli a non avere paura: la paura, spiega, “è uno dei nemici più brutti della vita nostra cristiana”. Dunque Gesù invita gli apostoli “ad essere forti e fiduciosi di fronte alle sfide della vita”, anche alle “avversità”, prosegue Francesco. Si tratta, chiarisce nella preghiera mariana, del “discorso missionario” con cui Cristo prepara gli apostoli alla “prima esperienza di annuncio del Regno di Dio”. Affronteranno anzitutto “l’ostilità di quanti vorrebbero zittire la Parola di Dio, edulcorandola, annacquandola o mettendo a tacere chi la annuncia”.
I “missionari di Cristo”, aggiunge, incontreranno la minaccia fisica contro di loro, “cioè la persecuzione diretta contro le loro persone, fino all’uccisione”.
Quanti cristiani sono perseguitati anche oggi in tutto il mondo! Soffrono per il Vangelo con amore, sono i martiri dei nostri giorni. E possiamo dire con sicurezza che sono più dei martiri dei primi tempi: tanti martiri, soltanto per il fatto di essere cristiani. A questi discepoli di ieri e di oggi che patiscono la persecuzione, Gesù raccomanda: «Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima». Non bisogna lasciarsi spaventare da quanti cercano di spegnere la forza evangelizzatrice con l’arroganza e la violenza. Nulla, infatti, essi possono contro l’anima, cioè contro la comunione con Dio: questa, nessuno può toglierla ai discepoli, perché è un dono di Dio. La sola paura che il discepolo deve avere è quella di perdere questo dono divino, la vicinanza, l’amicizia con Dio, rinunciando a vivere secondo il Vangelo e procurandosi così la morte morale, che è l’effetto del peccato.

Gesù parla poi di quella sensazione, che si potrà pure sperimentare, che Dio stesso abbia abbandonato i propri figli, “restando distante e silenzioso”. Eppure, chiarisce il Pontefice, “pur attraversando queste e altre insidie, la vita dei discepoli è saldamente nelle mani di Dio, che ci ama e ci custodisce”.
Sono come le tre tentazioni: edulcorare il Vangelo, annacquarlo; seconda, la persecuzione; e terza, la sensazione che Dio ci ha lasciati da soli. Alle volte si sente questa aridità spirituale; non ne dobbiamo avere paura. Il Padre si prende cura di noi, perché grande è il nostro valore ai suoi occhi. Ciò che importa è la franchezza, è il coraggio della testimonianza, della testimonianza di fede: “riconoscere Gesù davanti agli uomini” e andare avanti facendo del bene.

INDIA - Nel Tamil Nadu l’uccisione di due cristiani

“Una brutalità totalmente inaccettabile”. Con queste parole la Conferenza episcopale indiana (Cbci) ha fermamente condannato la barbara uccisione da parte della polizia del Tamil Nadu di due cristiani protestanti, padre e figlio, arrestati per avere violato il confinamento imposto contro il contagio del Covid-19

I fatti, avvenuti distretto di Thoothukud, risalgono al 19 giugno quando Jayaraj e suo figlio J. Fenix sono stati portati al commissariato per aver tenuto aperto il loro negozio oltre l’orario consentito. Lì sono stati torturati e sodomizzati e, secondo quanto denunciato dai familiari, portati solo tre giorni dopo in ospedale, dove sono deceduti poche ore dopo. L’Alta Corte del Tamil Nadu ha avviato un’inchiesta, mentre i poliziotti coinvolti sono stati sospesi. Questo non ha fermato le proteste che continuano in tutto il Paese e alle quali si è unita la voce della Chiesa cattolica indiana. “Una tale violenza da parte di chi dovrebbe difendere i cittadini è inaccettabile”, ha dichiarato il cardinale Oswald Gracias, presidente della Conferenza episcopale indiana, che ha chiesto la punizione dei colpevoli.
Il caso è seguito da padre Sahaya Philomin Raj, un sacerdote avvocato, che in un’intervista all’agenzia Ucanews ha chiamato in causa anche le responsabilità del magistrato che ha confermato il fermo, del medico di guardia e delle autorità carcerarie. “Sembra che il magistrato non si sia preoccupato di vedere le vittime o di chiedere delle loro condizioni prima di mandarli in carcere”, ha spiegato il sacerdote gesuita. “Quando una persona viene incarcerata, le autorità carcerarie sono obbligate a sottoporre i detenuti a una visita medica. Questo non è stato fatto correttamente e sono stati tenuti in cella invece di essere mandati in ospedale”. Intanto, il primo Ministro del Tamil Nadu ha accettato di passare il caso all’Ufficio Federale di Indagine.
Diverse organizzazioni cristiane e per i diritti umani – riferisce il quotidiano on-line “Matters of India” - hanno sollecitato un’inchiesta indipendente sulla vicenda e una riforma della polizia. Tra queste, la All India Catholic Union (Aicu), l’Azione cattolica indiana, e il Movimento delle donne cristiane dell’India (Icwm). Secondo l’Aicu, il caso è solo l’ultimo di una lunga serie di violenze e atrocità commesse dalla polizia indiana che si sono moltiplicate durante l’emergenza Covid-19. L’Icwm, una rete che riunisce donne cristiane di varie denominazioni, ha chiesto al Ministro degli Interni federale Amit Shah e al Primo Ministro del Tamil Nadu un giusto processo e una punizione esemplare dei poliziotti e di tutte le persone coinvolte nell’omicidio.
(Lisa Zengarini - Città del Vaticano - RV 30 06 2020)

TESTIMONIANZA: padre Cosma SPESSOTTO

VATICANO - “Il valore del martirio come elemento della vita cristiana in El Salvador”: verso la beatificazione del missionario Cosma Spessotto

“Chiedo al Signore che al momento opportuno mi dia la forza per difendere i diritti di Cristo e della Chiesa. Morire martire sarebbe una grazia che non merito. Lavare con il sangue versato da Cristo, tutti i miei peccati, difetti e debolezze della vita passata, sarebbe un dono gratuito del Signore. Perdono in anticipo e chiedo al Signore la conversione degli autori della mia morte”.
E’ il testamento spirituale lasciato dal missionario francescano italiano p. Cosma Spessotto, OFM, ucciso a San Juan Nonualco (El Salvador) il 14 giugno 1980. Il 26 maggio è stato riconosciuto il suo martirio, in odio alla fede, con la pubblicazione del decreto della Congregazione delle Cause dei Santi, approvato da Papa Francesco.

Nato il 28 gennaio 1923 a Mansué (Italia), nel 1935 entrò tra i Francescani (OFM). Il periodo della formazione filosofica e teologica coincise con la seconda guerra mondiale. Fu ordinato sacerdote il 27 giugno 1948. Aveva già maturato il desiderio di andare missionario in Cina o in Africa, ma le richieste di sacerdoti giunte dal Centroamerica lo portarono a dirigersi verso El Salvador, dove giunse il 4 aprile 1950 insieme a due confratelli. Gli fu affidata la parrocchia di San Juan Nonualco, nel dipartimento di La Paz, che guidò fino alla morte, guadagnandosi stima e affetto dai fedeli. Negli anni della guerra civile salvadoregna, non mancò di denunciare ingiustizie e atrocità, aiutava i malati e i bisognosi, raccoglieva i cadaveri gettati nei fossati e li seppelliva, senza fare distinzioni. La sua opera gli costò diverse minacce di morte. Sabato 14 giugno 1980, mentre pregava prima di celebrare la Santa Messa, venne ucciso a colpi di arma da fuoco da alcuni sconosciuti, davanti all’altare maggiore della sua parrocchia.

“Il riconoscimento del martirio ha suscitato commozione e gioia, la comunità cattolica in generale ha espresso la sua grande gioia per tale notifica” spiega all’Agenzia Fides il Vescovo della diocesi di Zacatecoluca, Sua Ecc. Mons. Elías Samuel Bolaños. “Nonostante Fray Cosme Spessotto sia poco conosciuto in alcuni contesti, tuttavia, ascoltando la notizia, c’è stata una gioia generale. Nel mese di marzo abbiamo ricevuto la comunicazione che anche P. Rutilio Grande era stato dichiarato martire. La Chiesa cattolica di El Salvador sente il valore del martirio, come elemento della vita cristiana”.

Sulla data della celebrazione della Beatificazione, il Vescovo ricorda che nella riunione della Conferenza episcopale di gennaio era stata valutata la possibilità, qualora fossero stati pubblicati i due decreti, di fare una singola cerimonia di beatificazione per i due Beati, invitando il Papa.
Padre Cosme venne assassinato ormai 40 anni fa, ma il suo ricordo è ancora vivo nella comunità, come sottolinea a Fides Mons. Elías Bolaños: “Nella parrocchia in cui è stato assassinato è molto ricordato. La comunità francescana, ogni 14 del mese dell’anno scorso, aveva organizzato riunioni parrocchiali per farlo conoscere e diffondere la testimonianza della sua vita. Padre Cosme Spessotto era un frate molto umile, molto pastorale, molto dedito al suo servizio pastorale per i suoi fedeli, li visitava sempre. È così che viene ricordato: un sacerdote altruista, generoso, attento ai suoi fedeli, che ha difeso dagli attacchi coloro che erano stati accusati di essere di sinistra, sebbene non lo fossero. Padre Cosme era anche un uomo molto spirituale: un uomo di preghiera, molto pieno di amore per l’Eucaristia. Così lo ricordiamo”. (SL) (Agenzia Fides 17/6/2020)

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