2014 02 12 PAKISTAN - Ragazza cristiana rapita convertita e costretta a matrimonio islamico. SIRIA - Nuovo video delle suore di Maaloula: chiedono la liberazione di "tutti i detenuti" nel Paese
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PAKISTAN - Ragazza cristiana rapita, convertita e costretta a matrimonio islamico
Una ragazza cristiana 16enne del distretto di Layyah, nella provincia del Punjab, è stata rapita, costretta a convertirsi e a sposare con il rito islamico un ricco proprietario terriero musulmano. Come appreso da Fides, la famiglia di Samariya – questo il nome della ragazza – ha inscenato nei giorni scorsi una vivace protesta pubblica a Lahore, capitale del Punjab, insieme ad altri leader cristiani e a membri di organizzazioni della società civile, chiedendo giustizia al governo del Punjab.
Come riferisce a Fides l’organizzazione LEAD (“Legal Evangelical Assistance and Development”), che tutela la vita cristiani pakistani, Samariya è stata rapita mentre si recava a scuola. In seguito è stata costretta a nozze islamiche con il ricco musulmano, padrone dell’abitazione dove la famiglia della giovane vive. La famiglia ha sporto denuncia alla stazione di polizia del distretto. L’avvocato cristiano Sardar Mushtaq Gill, che ha assunto la difesa della famiglia, ha lanciato un appello al primo ministro del Punjab, Shahbaz Sharif (fratello del Primo ministro del governo nazionale, Nawaz Sharif), chiedendo l’immediato ritorno di Samariya nella sua famiglia di origine e un procedimento legale contro i rapitori.
Gill ha ricordato: “Esistono molti esempi simili di giovani donne cristiane rapite, convertite all’islam e costrette sposare ricchi possidenti musulmani. Queste ragazze sono tenute come schiave e spesso, dopo un periodo di tempo, abbandonate, vendute o perfino uccise”. Secondo fonti di Fides, i casi di ragazze indù e cristiane che subiscono tale sorte in Pakistan sono in media 800-1000 ogni anno.
Gill afferma che episodi tal genere – ampiamente documentati in passato dall’Agenzia Fides – si inquadrano nel generale clima di violenza e intimidazione che subiscono le minoranze cristiane in Pakistan. L’avvocato riporta a Fides un altro incidente: il 29 gennaio scorso, Salamatay Bibi, donna e madre cristiana di 48 anni, operaia in una fornace per la cottura di mattoni, è stata brutalmente percossa, insieme ai suoi figli, da sei uomini, legati ai proprietari della fabbrica di argilla. L’episodio sembra legato alla questione di un debito che la famiglia della donna ha contratto col padrone della fabbrica. (Agenzia Fides 8/2/2014)
SIRIA - Nuovo video delle suore di Maaloula: chiedono la liberazione di "tutti i detenuti" nel Paese
Un nuovo video che mostra le religiose di Maaloula, la cittadina cristiana a 55 km a nord di Damasco, è stato diffuso ieri pomeriggio dalla televisione Al Jazeera con base in Qatar. Le suore erano state portate via con la forza il 2 dicembre scorso dal monastero greco-ortodosso di santa Tecla e finora si sapeva che erano state trasportate a Yabroud, più a nord, da un gruppo di ribelli. Nel video - riporta l'agenzia AsiaNews - le suore non parlano, ma una voce fuori campo afferma che "esse dicono di stare in buona salute , non sono state maltrattate e attendono di essere liberate per ritornare nel loro monastero". La voce non dice nulla del luogo in cui esse sono, ma le definisce "rapite" e afferma che fra loro vi sono "siriane e libanesi". In un video diffuso sempre dalla telvisione del Qatar lo scorso 6 dicembre le suore dicevano che non erano state rapite, ma trasportate fuori da Maaloula per sfuggire ai bombardamenti per garantire la loro sicurezza e che sarebbero ritornate dopo due giorni. Allora, i media siriani avevano accusato i ribelli di usare le suore come scudo umano; ora è evidente il volerle utilizzare come merce di scambio. Nell'ultima sequenza del video di ieri la voce fuori campo dice che "le suore ringraziano tutti coloro che cercando di ottenere la loro liberazione e domandano la liberazione di tutti i detenuti". In precedenza il loro rapimento era stato rivendicato dalle brigate islamiste di Ahrar al-Qalamoun che, in cambio del rilascio delle suore domandavano la liberazione di "mille donne siriane detenute nelle prigioni del regime siriano". Per la liberazione delle suore vi sono stati appelli di papa Francesco e dei vescovi ortodossi. Per esse si sono mossi le autorità libanesi e l'emiro del Qatar, ma finora non si è giunti a nessun risultato. Maaloula, cittadina a maggioranza cristiana, è famosa per essere il luogo dove si parla ancora l'aramaico antico, la lingua del tempo di Gesù. Nei mesi scorsi è stata teatro di una lunga battaglia fra l'esercito regolare e i ribelli. La città è stata invasa diverse volte dai ribelli islamisti che hanno violato chiese e monasteri, e ucciso diversi cristiani.
Radio Vaticana 10 02 2014