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2013 10 01 SIRIA e AFRICA persecuzione senza fine

Fonte:
CulturaCattolica.it
Non si riesce a stare dietro a tutte le notizie che giungono da tante parti del mondo riguardo alla persecuzione in atto contro i cristiani. Da noi il silenzio è assordante.
Di ciò che dice il Papa, che continua a parlare anche dei martiri cristiani, si sottolinea solo quello che in qualche modo è comodo per non accorgerci che è necessaria e urgente per tutti una conversione profonda e radicale. La libertà religiosa è il segnale più evidente di una società sana.
"No! Non possiamo mai rassegnarci di fronte al dolore di interi popoli, ostaggio della guerra, della miseria, dello sfruttamento. Non possiamo assistere indifferenti e impotenti al dramma di bambini, famiglie, anziani, colpiti dalla violenza. Non possiamo lasciare che il terrorismo imprigioni il cuore di pochi violenti per seminare dolore e morte a tanti. In modo speciale diciamo con forza, tutti, continuamente, che non può esservi alcuna giustificazione religiosa alla violenza, in qualsiasi modo essa si manifesti". (Papa Francesco 30 09 2013)

SIRIA

Sednaya incursioni delle bande armate contro i cristiani
Dopo Maalula, ora tocca a Sednaya, anch'esso villaggio a Nord di Damasco, noto per il patrimonio storico, culturale e religioso, caratterizzato da larga presenza di chiese e monasteri cristiani, e da una comunità locale che parla ancora l’aramaico. Come appreso dall'agenzia Fides, il villaggio è sotto costante minaccia di milizie islamiste provenienti da Yabroud e dalle montagne libanesi, oltre confine, che organizzano incursioni e blitz per terrorizzare la popolazione civile. Nei giorni scorsi già c'erano stati i primi scontri e un uomo cattolico è morto. Ieri una nuova incursione ha fatto un morto e un ferito fra i cristiani locali. Un religioso di Sednaya, che chiede l’anonimato, nota a Fides che “si tratta di banditismo ma è anche una vendetta contro i cristiani. Non vorremmo dare a questi atti un significato di persecuzione religiosa, ma sono comunque attacchi mirati che hanno l’effetto di creare scompiglio e paura tra i civili, presupposti per la fuga”. La tattica delle bande armate ora è quella di incursioni improvvise che creano terrore fra i civili, generando un esodo. A quel punto, il villaggio potrà essere invaso. “Oggi la gente di Sednaya teme di avere lo stesso destino di Maalula”, conclude il religioso. I civili di Maalula, intanto, tutti sfollati a Damasco, hanno formato un “Comitato”. I cristiani si sentono in pericolo: infatti, viste le migliaia di bande armate disseminate sul territorio siriano, è praticamente impossibile proteggerli. Intanto “fra i cristiani siriani, sempre più vulnerabili, c’è un risveglio spirituale, un rinnovato slancio nelle fede, alla preghiera e alla vicinanza interconfessionale”, nota a Fides suor Carmel, che assiste gli sfollati a Damasco. “Nella estrema sofferenza e sull’esempio dei martiri, come padre Murad o il giovane Sarkis di Maalula, stiamo ritrovando una fede più densa, profonda e unitiva”, afferma la religiosa cattolica. I cristiani sono riluttanti a prendere le armi, anche per difesa, e i leader religiosi continuano a ribadirlo. Ripudiano la logica di un conflitto settario ma, in varie località, si stanno formando piccoli comitati popolari per prevenire le violenze. Accade, ad esempio, nella cosiddetta “Valle dei cristiani” (“Wadi al Nasara”), nella Siria occidentale, storica roccaforte dei cristiani siriani. Nella valle vi sono oltre 50 villaggi cristiani, con 100mila fedeli, cui si sono aggiunti oltre 200mila profughi. Anche questi villaggi subiscono incursioni di gruppi armati.
(Radio Vaticana 01 10 2013)

Integralisti islamici attaccano due chiese nel nord della Siria
Ribelli jihadisti legati ad al Qaeda hanno bruciato statue e croci in due chiese di Raqa, nel nord della Siria. L'Osservatorio siriano per i diritti umani denuncia che ieri i Combattenti per lo Stato islamico dell'Iraq e del Levante sono entrati nella chiesa greco-cattolica di Nostra Signora dell'Annunciazione distruggendo immagini e mobili all'interno. Hanno fatto lo stesso con la chiesa armeno-cattolica dei Martiri. In più, essi hanno distrutto la croce sulla punta del campanile per rimpiazzarla con la loro bandiera qaedista. Raqa e la sua provincia, sulle sponde del fiume Eufrate, - riferisce AsiaNews -sono cadute nelle mani dei ribelli lo scorso marzo.

Missili sulle chiese
Proseguono attacchi mirati contro le chiese: come appreso da Fides, ieri ne sono state colpite due, a Yabroud e Hassakè. “Mai nella storia della Siria avevamo registrato tali attacchi sacrileghi e settari. I siriani non lo farebbero mai, sono attacchi di gruppi stranieri e questo è un pericolo per noi cristiani. Continuiamo a pregare per la pace, seguendo la strada tracciata da Papa Francesco”, commenta addolorato all’Agenzia Fides il Patriarca greco cattolico Gregorio III Laham.
Intanto ieri quattro missili hanno colpito la Chiesa cattolica di san Giorgio a Yabroud, causando gravi danni alla cupola e al centro catechistico-pastorale.
(Agenzia Fides 28/9/2013)

AFRICA

SUDAN - In aumento gli atti intimidatori contro la Chiesa
Sono in aumento gli atti intimidatori nei confronti di sacerdoti e missionari da parte delle autorità del Sudan. Lo denunciano all’Agenzia Fides fonti della Chiesa locale che per motivi di sicurezza hanno richiesto l’anonimato.
In particolare nel mese di settembre quattro sacerdoti sono stati convocati a più riprese dai servizi di sicurezza (Sudan National Security Intelligence Agency) per essere interrogati.
Un sacerdote ha riferito che nel corso degli interrogatori gli uomini della sicurezza lo hanno accusato di essere una spia al servizio di un altro Paese africano, avendo tra l’altro trascorso un periodo di addestramento all’estero. Il sacerdote ha risposto con calma che le accuse sono ingiustificate come dimostrato dal suo passaporto nel quale sono assenti timbri recenti di entrata e di uscita dal Paese.
Sia il passaporto sia il cellulare del religioso sono stati trattenuti dagli ufficiali della sicurezza “per accertamenti”.
Secondo le nostre fonti questo episodio è solo un esempio degli atti intimidatori condotti dalle autorità sudanesi nei confronti della Chiesa cattolica. Negli ultimi tempi infatti alcuni centri ecclesiali sono stati chiusi, diversi sacerdoti e missionari stranieri sono stati costretti a lasciare il Paese, mentre ad altri non è stato rinnovato il permesso di soggiorno oppure rifiutato l’ingresso nel Paese. Infine le riunioni ecclesiastiche e i movimenti dei fedeli sono controllati da una rete di informatori.
Il governo di Khartoum ha già espulso tutti i missionari stranieri delle altre chiese cristiane. Si teme ora che anche il futuro della Chiesa cattolica in Sudan sia a rischio.
(Agenzia Fides 26/9/2013)

KENYA: attacco terroristico contro una chiesa cattolica, un morto e tre feriti
Dopo la sanguinosa azione terroristica dei miliziani somali al Shabaab nel centro commerciale Westgate di Nairobi, ieri in Kenya nuovo grave attentato contro una chiesa cattolica al confine con la Somalia. Un morto e tre feriti il bilancio dell’azione armata. Da segnalare oggi anche il raid contro un posto di polizia nel Nord-Est del Paese da parte di un gruppo di uomini armati. Due i morti.
(Radio Vaticana 26 09 2013)

CENTRAFRICA - Saccheggiata la missione di Nostra Signora di Fatima a Bouar
Un missionario italiano e un diacono centrafricano sono le ultime vittime dei ribelli Seleka. “Il 28 settembre p. Beniamino Gusmeroli, missionario italiano valtellinese, e fr. Martial Mengue, diacono centrafricano, sono stati in balia per tre ore dei ribelli Seleka, che hanno imbavagliato e minacciato di morte il guardiano e sono entrati in casa armati di Kalashnikov” afferma un comunicato inviato all’Agenzia Fides dalla Congregazione Sacro Cuore di Gesù di Bétharram alla quale i due religiosi appartengono.
Il fatto è accaduto nella missione di Nostra Signora di Fatima a Bouar (nel nord-ovest della Repubblica Centrafricana). “Questa è la seconda missione della diocesi che di notte viene danneggiata in una settimana” dice p. Gusmeroli.
“Si è consumato così l’ennesimo atto di prepotenza e di saccheggio da parte dei ribelli Seleka, ormai incontrollati ed incontrollabili da parte della autorità. Segno di un degrado della situazione che non vede spiragli di cambiamento se non vi sarà un intervento rapido e deciso da parte della comunità internazionale”conclude il comunicato. (L.M.) (Agenzia Fides 30/9/2013)

NIGERIA: La Nigeria tenuta in scacco dai Boko Haram. La testimonianza di una religiosa
In Nigeria, dopo l’attentato nel college dell’agricoltura da parte del gruppo estremista Boko Haram nello stato di Yobe, in cui hanno perso la vita circa 80 studenti, è allarme sicurezza. Le forze governative non sono in grado di prevedere o di bloccare le incursioni di questo gruppo che vuole rovesciare il governo per imporre la legge islamica e che colpisce sia cristiani che musulmani. L’Unione Europea ha condannato questo episodio come “orribile attacco terroristico” tramite la rappresentante per la Politica estera, Catherine Ashton. Elvira Ragosta ha raccolto la testimonianza di una suora che abita nel Nord e sulla cui identità manterremo l’anonimato per proteggerla nel suo lavoro quotidiano a difesa della popolazione:

R. - C’è una confusione tremenda tra i musulmani, così come tra i cristiani. Sono uno contro l’altro in continuazione. Però, Boko Haram ha armi sofisticate che superano quelle dei soldati e della polizia, sono potenti.

D. – Questo non è il primo attacco agli studenti. Gli estremisti di Boko Haram – che letteralmente significa “L’istruzione occidentale è peccato” – colpiscono l’insegnamento perché lo ritengono contrario ai dettami dell’islam…

R. – Sì, perché distruggendo i giovani distruggono l’avvenire: non abbiamo più gioventù, è rimasta solamente la vecchia generazione che presto finirà.
(Radio Vaticana 30 09 2013)

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