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La lezione di Nelson Mandela 3 - L'African National Congress e i primi processi

Fonte:
CulturaCattolica.it
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L’ANC, la Lega Giovanile 1943. L’apartheid
Già aderente all’ African National Congress, movimento nazionalista fondato nel 1912 per la promozione dei diritti civili dei neri e del voto prima di tutto, contro l’apartheid, Nelson fonda con gli amici la Lega giovanile nel 1943, convinto che la vecchia organizzazione abbia bisogno di nuova linfa e nuovi rappresentanti, il cui motto sarà: un uomo un voto. Pur confermando in quegli anni di preferire la linea della non-violenza che l’ANC aveva ereditato da Gandhi, Mandela nella pratica era convinto che la linea di condotta pacifica avrebbe portato la popolazione nera a soccombere.
Negli anni ’50 l’Apartheid è infatti giunta a livelli di follia persecutoria e razzista e in essa si sono buttati i rappresentanti della Purified National Party, fra i quali spiccano Hendrik Verwoerd e il capo del partito Francois Malan che, vinte le elezioni nel ’48, impone la segregazione in tutti gli ambiti della vita sudafricana, ritenendo i neri un pericolo per la prosperità e la purezza degli afrikaner (membri della popolazione dell'Africa meridionale, soprattutto Sudafrica e Namibia, di pelle bianca, di estrazione calvinista ugonotta olandese, francese, belga o tedesca e che parlano l'afrikaans, una lingua derivata principalmente dall'olandese del XVII e XVIII secolo). La sua politica istituisce un sistema fondato sulla supremazia dei bianchi, sul controllo della forza lavoro nera, su una legislazione che avallava soprusi e ingiustizie (5).
Così, quando suona la campana del coprifuoco serale, le residenze e i negozi dei bianchi devono svuotarsi di colpo della gente di colore. La separazione regna anche sugli autobus e treni con feroci conseguenze per i trasgressori. Negli uffici postali e banche ai neri sono riservati appositi sportelli. I neri non frequentano le scuole dei bianchi e apposite commissioni sono addette alla classificazione razziale (cfr. Lapierre pag.129) (6) e non sono sepolti negli stessi cimiteri. Vengono progressivamente dichiarate illegali le relazioni sessuali tra persone di razza diversa, e ogni adulto nero deve portare un pass con tutti i suoi dati, definito da Jack lang nel suo libro dedicato a Mandela, un marchio di asservimento. Gli slogan diffusi dal governo Malan sono: il pericolo nero, il nero al suo posto.
Mandela eletto presidente della Lega Giovanile nel 1951 indice con i suoi amici una prima grande Campagna di sfida per lo stato delle cose il 26 giugno 1952. Gruppi di contestatori infrangono le gabbie della tirannia, bruciano i pass obbligatori, vissuti come marchi di infamia, e senza usare la violenza contro i bianchi, entrano nei loro quartieri, violano il coprifuoco, requisiscono i vagoni ferroviari riservati ai bianchi.

La Campagna di sfida. Il primo arresto e il 1° processo nel 1952
Nel 1952 Mandela, come portavoce ufficiale della Campagna di sfida è arrestato, processato, condannato perché colpevole di comunismo, a 9 mesi di lavori forzati, impedito a partecipare a qualsiasi attività politica.
Stengel scrive di avergli chiesto a proposito di questo periodo se avesse avuto paura. Certo che ho avuto paura, è stata la risposta. Solo un pazzo non avrebbe avuto paura, ma aveva anche aggiunto che quando si ha paura occorre comunque non mostrarla agli altri e fingere di essere impavidi. Il coraggio non è assenza di paura, aveva precisato, ma capacità di dominarla.
Ma proprio alla politica capisce di dover ormai sacrificare tutto. Anche l’unione familiare si spezza, per insanabili incomprensioni reciproche. Dopo qualche anno il regime mostra il pugno di ferro e si origina nel 1955 una battaglia civile e legale per opporsi alla deportazione in massa di un insediamento di neri, (tra gli altri, sono presenti all’evento Nelson Mandela e l'African National Congress, padre Trevor Huddleston, Helen Joseph e Ruth First.) In tre giorni vengono fatti sgomberare con bulldozer e arresti i sessantamila abitanti di Sophiatown, dove erano iniziati i disordini. I deportati e i loro miseri averi vengono scaricati a 50 km. dall’ex sobborgo di Johannesburg.

Il 2° processo nel 1956. La clandestinità. La strage di Sharpeville
Un nuovo processo lo coinvolge per 4 anni con l’accusa di tradimento, azione violenta e comunismo. La difesa dell’imputato è brillante e i giudici pervengono al verdetto di non colpevolezza. Inizia, una volta liberato, un periodo di clandestinità dovuto alla paura di essere di nuovo incarcerato: Ero diventato un animale notturno. Restavo nel mio nascondiglio durante la giornata, uscivo a notte fonda per fare il mio lavoro (J. Lang, Mandela, pag 90 ).
Nel ‘58 sposa Winnie, un’assistente sociale nera che gli sarà vicina per tutto l’internamento successivo.
Gli Africanisti radicali costituiscono nel 1959 il PAC, Pan Africanist Congress che si distacca dall’’ANC ritenuta incapace di vera lotta contro i bianchi e si oppone alle leggi emanate dal governo con accese proteste. La divisione fra i neri anticipa un dramma che doveva comunque succedere, afferma Lang (op. cit., pag. 83). Il nuovo partito chiede ai suoi simpatizzanti di andare a restituire il proprio pass e farsi arrestare. Nella township di Sharpeville 10000 manifestanti si concentrano davanti al commissariato ed è strage. Compresi donne e bambini si contano 67 morti e 400 feriti. Il mondo intero per la prima volta prende coscienza della situazione africana. In conseguenza agli scontri, le organizzazioni per i diritti civili vengono bandite e l'ANC e il PAC sono costretti ad operare in clandestinità.

NOTE
5) Nel 1931, con l'approvazione dello Statuto di Westminster da parte del parlamento inglese, il Sudafrica aveva ottenuto la piena indipendenza. Fu durante i sei anni e mezzo del governo Malan che furono gettate le basi della legislazione segregazionista, mirante a preservare l'identità del Volk (ovvero, del popolo afrikaner). Fra le più importanti leggi emanate dal Governo Malan vanno ricordate: il Prohibition of Mixed Marriages Act N° 55 del 1949, che proibiva e addirittura considerava reato la celebrazione di matrimoni misti fra bianchi e persone di altre razze; l'Immorality Amendment Act N° 21 del 1950, con il quale avere rapporti sessuali con una persona di razza diversa diventava reato; il Population Registration Act N° 30 del 1950, che portò alla creazione di registri nazionali nel quale ogni persona doveva registrarsi a seconda della razza di appartenenza e che classificava tutte le popolazioni sudafricane in "Bianchi", "Neri", "Meticci" e "Indiani". Con tale legge veniva creato anche un Comitato per la Classificazione, che definiva la razza di una persona in quei casi in cui era difficile stabilire a quale razza appartenesse; il Group Areas Act N° 41 del 1950, che stabiliva le zone di insediamento ufficiali in cui ogni gruppo razziale avrebbe dovuto abitare. Di fatto, questo portò alla divisione del Paese in settori (uno molto vasta per la popolazione bianca e dieci territori nazionali o Homelands, ciascuna destinata a una diversa etnia di colore) e al trasferimento coatto di tutti i non-bianchi che abitavano nelle aree "sbagliate", impedendo ai "comunisti" di partecipare a organizzazioni politiche e addirittura prevedendo il domicilio coatto in particolari aree destinate per i casi "gravi". La definizione di comunismo prevista dalla legge era però talmente ampia e vaga che di fatto colpì tutti coloro, organizzazioni comprese, che richiedevano un cambiamento dello status quo. La vittima più importante della legge fu l'African National Congress nel 1960; il Bantu Building Workers Act N° 27 del 1951, che permetteva alle popolazioni di colore di essere addestrati come operai nel settore edilizio (prima riservato solo ai bianchi). Tuttavia, i neri erano obbligati a lavorare solo all'interno delle zone riservate ai neri, costituendo reato lo svolgere un qualsiasi lavoro specializzato al di fuori di esse; il Separate Representation of Voters Act N° 46 del 1951, che (assieme a un emendamento approvato nel 1956), cancellò di fatto i cape coloured dai registri elettorali comuni; il Prevention of Illegal Squatting Act N° 52 del 1951, che concedeva al Ministero degli Affari Indigeni il potere di trasferire con la forza i neri da proprietà pubbliche o private e consentire la costruzione di campi di sistemazione per alloggiare queste persone deportate; il Bantu Authorities Act N° 68 del 1951, che prevedeva la realizzazione delle Homelands e la creazione di autorità regionali e l'abolizione del Native Representative Council (col presupposto di introdurre maggior autogoverno in tali entità). Nello specifico, la legge prevedeva la costituzione graduale nel tempo di otto "territori nazionali", all'interno dei quali i neri avrebbero dovuto tornare alla loro organizzazione tribale, prima di ricevere l'autonomia sotto l'autorità di capi tradizionali. Qualunque nero che si fosse trovato al di fuori di questi territori sarebbe stato considerato straniero o clandestino; il Native Laws Amendment Act N° 54 del 1952, che restringeva le categorie di neri che avevano il diritto di risiedere nelle città a chi vi era nato, a chi vi aveva abitato ininterrottamente per almeno 15 anni o che vi aveva lavorato ininterrottamente per almeno 15 anni o che aveva svolto lo stesso lavoro per almeno 10 anni; il Natives (Abolition of Passes and Co-ordination of Documents) Act N° 67 del 1952, comunemente conosciuto come Pass Law, che costringeva le popolazioni indigene a portare sempre con loro un documento di identità chiamato "lasciapassare". La non esibizione del documento quando richiesto diventava reato. Inoltre, veniva stabilita la necessità di una autorizzazione esplicita dalle autorità locali per poter lasciare le Homelands e limitato a sole 72 ore il tempo concesso per trovare un lavoro in città; il Native Labour (Settlement of Disputes) Act N° 48 del 1953, che vietava gli scioperi fra i lavoratori neri; il Bantu Education Act N° 47 del 1953, che istituiva un Dipartimento per l'Istruzione degli Indigeni all'interno del Ministero per gli Affari Indigeni. Questo Dipartimento avrebbe compilato un corso di studi che si "adattasse" alla "natura" dei neri, nelle intenzioni del ministro Hendrik Frensch Verwoerd che dichiarava altresì che lo spirito della legge intendeva evitare che i nativi ricevessero una istruzione tale da aspirare a posizioni a loro negate; il Reservation of Separate Amenities Act N° 49 del 1953 introduceva la segregazione in tutte le strutture pubbliche, negli edifici pubblici e nel trasporto pubblico con lo scopo di evitare contatti fra bianchi e le altre razze.
6) Dominique Lapierre, Un arcobaleno nella notte, il Saggiatore, 2008, pag.129.