Associazione Cultura Cattolica

Passione alla ragionevolezza: l'università e la cattedrale

Nel Medioevo vicino alle università c’era la cattedrale, il luogo della memoria della verità e della tradizione.
Tradizione di che cosa? Del senso della vita, della realtà, quindi del significato di tutto quello che studiamo, apprendiamo.
Autore:
Bruschi, Franco
Fonte:
CulturaCattolica.it
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Parlando in classe della nascita delle università, ho ricordato che esse sono sorte dall’esperienza delle scuole delle cattedrali e delle scuole monastiche. Nel Medioevo vicino alle università c’era la cattedrale, il luogo della memoria della verità e della tradizione.
Tradizione di che cosa? Del senso della vita, della realtà, quindi del significato di tutto quello che studiamo, apprendiamo. Nel Medioevo lo studente andava a scuola, all’università portando con sé un’ipotesi di significato da verificare in tutto quello che studiava, imparava, viveva e la stessa cosa succedeva agli insegnanti.
Oggi sembra che la tradizione non esista più, anzi è odiata, combattuta, considerata un “ferro vecchio” che non serve più a nulla, nemica della scienza e del sapere, incapace di dare un senso alla vita. E’ quello che devono aver pensato i giorni scorsi alcuni docenti e studenti della “Sapienza”: “Sappiamo già cosa dirà il Papa, è roba vecchia, sorpassata, non ha nulla a che vedere con la ricerca scientifica, non la vogliamo sentire!”
Il Papa, rendendo pubblico il discorso che avrebbe voluto tenere ai docenti e agli studenti della “Sapienza”, ha sorpreso tutti, per la novità del suo approccio al problema ragione-fede, in particolare ha sottolineato che ciò che rende interessante, vivo, gustoso il sapere, lo studio, la fatica dell’apprendimento, è la proposta e la verifica di una ipotesi di significato, è la ricerca della verità. E’ assurdo, oltre che noioso, studiare delle nozioni, dei contenuti che non si sa perché dovrebbero essere studiati, che non c’entrano con i grandi desideri e le grandi domande che rendono inquieto il nostro cuore. Ma non è questo clima di noia quello che oggi si respira quotidianamente in tante aule scolastiche e universitarie? Il Papa ha dunque indicato come esse possano tornare ad essere luoghi di vita, di ricerca e di scoperta.
Per superare quella che il don Gius chiamava: “orgogliosa disperazione della debolezza” occorrono dunque persone appassionate alla ragione, alla ragionevolezza della vita, alla loro esperienza umana, che fanno “quello che piace di più all’intelligenza, - dice ancora il don Gius - perché l’intelligenza è la porta del gusto e perciò della gioia”. L’intelligenza di cui parla il Papa è la porta del gusto e della gioia: nelle aule scolastiche, nell’esperienza quotidiana dobbiamo cercare, con decisione, ciò che ci pare più intelligente, più capace di darci la gioia, questa è l’unica posizione umana vera.