Associazione Cultura Cattolica

Dio per noi

Fonte:
CulturaCattolica.it
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Nell'anno decimoquinto dell'Impero di Tiberio Cesare,
mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea,
Erode tetrarca della Galilea,
e Filippo, suo fratello, tetrarca dell'Iturea e della Traconitide,
e Litania tetrarca dell'Abilene,
sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa,
la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto.
(Lc 3,1-2)

Siamo nell'anno 782 di Roma (XV anno di Tiberio) quando, sulle rive del Giordano, Giovanni, mentre battezza, incontra Gesù e lo indica ad almeno due dei suoi discepoli: Giovanni (che sarà poi il grande evangelista) e Andrea, che diverrà Apostolo come il fratello Simone, che Gesù chiamerà Pietro.
L'evangelista Giovanni ricorda anche l'ora di quell'incontro: "erano circa le quattro del pomeriggio" (Gv 1,39).
Ancora Luca, sempre al capitolo 3, al versetto 23, aggiunge: "Gesù, quando incominciò il suo ministero, aveva circa trent'anni".
Dionigi il Piccolo (nel VI secolo) calcolò l'anno della nascita di Gesù, sottraendo al 782 i "circa trent'anni". La data 753 di Roma diviene così l'inizio dell'era Cristiana.
Ma altri dati, sempre contenuti nel vangelo di Luca, ci costringono ad accorgerci dell'errore di Dionigi. Gesù nasce quando Erode è Re della Giudea. Questo è il famoso tiranno della strage degli innocenti (raccontata nel Vangelo di Matteo 2,13-19). Solo alla sua morte Giuseppe torna dall'Egitto e decide di andare ad abitare in Galilea, perchè temeva anche Archelao che era succeduto a Erode come re della Giudea.
Sappiamo che Erode muore nel 749 di Roma.
Quindi Gesù deve essere nato prima.
Solo Sua Madre Maria può aiutarci con i suoi ricordi di giovanissima ragazza.
E Luca scrive la testimonianza di Maria.
Ella ricorda che "In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio" (Lc 2,1-2). Siamo tra il 745 e il 747 di Roma.
Continuiamo a seguire la testimonianza di Maria raccontata da Luca.
Maria aveva concepito mentre Elisabetta, sua parente, era al sesto mese di gravidanza.
Elisabetta aveva concepito dopo che suo marito, Zaccaria - sacerdote della classe di Abia -, era tornato dal suo turno al tempio (Lc 1).
Secondo una antica festa della chiesa di Gerusalemme, la concezione di Giovanni avviene il 25 settembre. Secondo i rotoli di Qumran, settembre era anche una delle due settimane in cui la classe di Abia officiava al tempio. Sei mesi ci portano al 25 marzo come data della concezione di Gesù e quindi al 25 dicembre come nascita.

Risultato: non siamo nel 2005. Già Giovanni Paolo II nella Bolla di Indizione dell'anno Santo del 2000, aveva chiarito la non esattezza della data. Probabilmente siamo nel 2013.
Mentre è molto più sicura è la nascita al 25 di dicembre.

Ma rendiamoci conto: stiamo parlando della nascita di un semplice bambino da una qualsiasi ragazza di 2000 anni fa. Ed è davvero straordinario quanti dati storici siano comunque emersi da una testimonianza così lontana nel tempo.

Insomma non è una favola.
Babbo Natale, la Befana sono una favola.
Ma di questi si può parlare, anche a scuola.
Ma guai a fare il presepio e a parlare di un fatto storico che ha cambiato la storia.

Dice ancora Luca: "Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?" (Lc 18,8).

Ascolteremo nella Messa della notte di Natale: "La Luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta".
E anche questa non è una favola. Accade, ieri come oggi, proprio così.
"Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole": così scriveva San Paolo al giovane Vescovo Timoteo verso l'anno 65.

Forse questo giorno è giunto.
Allora il Natale di Gesù, e soprattutto Chi è Gesù, Dio per noi, Crocifisso e Risorto, deve di nuovo essere annunciato: "insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina" dice San Paolo a Timoteo.
Abbiamo un debito con ogni uomo: portare Gesù, l'unico vero regalo.