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Di quale «obbedienza» è «Il Fatto quotidiano»?

Fonte:
CulturaCattolica.it

Vergogna! Sarà pur vero che quanto riportato dalla stampa è «sconcertante», ma è ancora più vero che la stampa massonica è disposta a tutto pur di annientare i propri avversari, e – da buona alleata del demonio – opera nell'unico senso di dividere.
E così anche amici di CL sono cascati nel trappolone.
Tale intento divisivo è ancor più palese nel tentativo, dei soliti pennivendoli di regime, di attribuire al comunicato di CL (invero un po’ poco meditato e infelice nella sua formulazione) una presa di distanza ufficiale del Movimento da Mons. Negri. Ciò non sarebbe possibile, considerato il fondamentale contributo di Mons. Negri alla crescita del Movimento sin dalle sue origini.
L’appartenenza a CL non dipende, infatti, dagli incarichi nella «associazione» né che la persona sia definita dagli errori, veri o presunti, sbandierati da quei giornalisti che oramai non sono altro che «cimici» di quel potere che non tollera più alcuna identità e nessuna critica, nella totale censura di una storia di dedizione e di fedeltà, come tanti amici di Mons. Negri possono testimoniare e in questa occasione hanno comunicato con passione e affetto.
Anche se da tempo sembra che alberghi tra alcuni responsabili una sorta di incertezza da cui la preoccupazione di obbedire agli ordini di scuderia della stampa di regime, buona bella brava a prescindere, pensando che ogni critica sia da considerare «crimen lesae maiestatis».
Sembra che in questi tempi, la prima evidenza crollata sia quella della storia comune e della amicizia, mentre rimane solidamente in piedi l'evidenza del potere e del consenso mediatico.
Sembra che la virtù dell'amicizia, così vera e reale nella esperienza di Don Giussani, sia retaggio del passato, e non si vedono segni della sua ripresa. No, questa «virtù dell’amicizia» oggi sembra abitare in quei piccoli luoghi di cui ci ha parlato, commuovendoci, papa Benedetto, quando scriveva nella sua giovinezza: «Anche questa volta dalla crisi di oggi verrà fuori domani una chiesa che avrà perduto molto. Diventerà più piccola, dovrà ricominciare tutto da capo. Non potrà più riempire molti degli edifici che aveva eretto nel periodo della congiuntura alta. Oltre che perdere degli aderenti numericamente, perderà anche molti dei suoi privilegi nella società. Si presenterà in modo molto più accentuato di un tempo come la comunità della libera volontà, cui si può accedere solo per il tramite di una decisione.
Come piccola comunità solleciterà molto più fortemente l'iniziativa dei suoi singoli membri». Vogliamo ritornare a questa storia, che sola saprà resistere in questo tempo di rinnovata barbarie.

Ecco il Comunicato Stampa di Mons. Negri

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