Non ci faremo educare da Repubblica & Co
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Ogni volta che un Ufficio Diocesano invita gli insegnanti ad aggiornarsi su problematiche “sensibili”, la teoria del gender appunto, è abitudine del quotidiano “Repubblica”, scrivere sul proprio giornale cose non molto esatte e piuttosto approssimative pur di mettere in cattiva luce la Chiesa.
L’Ufficio Scuola della Diocesi di Milano scrive ai suoi insegnanti che: “La richiesta di informazioni nasce dalla preoccupazione che gli eventuali discorsi su temi così delicati e all’ordine del giorno del dibattito pubblico, vengano sempre affrontati dagli insegnanti di religione con competenza e rispetto delle posizioni di tutti”.
Quali erano le informazioni che richiedeva il Direttore dell’Ufficio Scuola della Diocesi di Milano?
Ecco quanto il Direttore scriveva: «Cari colleghi come sapete in tempi recenti gli alunni di alcune scuole italiane sono stati destinatari di una vasta campagna tesa a delegittimare la differenza sessuale affermando un’idea di libertà che abilita a scegliere indifferentemente il proprio genere e il proprio orientamento sessuale … Per valutare in modo più preciso la situazione e l’effettiva diffusione dell’ideologia del “gender” vorremmo avere una percezione più precisa del numero delle scuole coinvolte, sia di quelle in cui sono state effettivamente attuate iniziative in questo senso, sia di quelle in cui sono state solo proposte».
Dov’è lo scandalo?
Repubblica pare non voglia assolutamente che l’Ufficio Scuola aggiorni i suoi insegnanti su questo tema ritenuto da noi sensibile!
Invece a noi è sembrata intelligente e opportuna quella domanda proprio ad evitare che qualche insegnante di religione cattolica non si renda pienamente conto della gravità delle idee in circolazione.
Per noi, bisogna evitare che l’insegnante non sia perfettamente aggiornato su tale problematica e disattenda sull’argomento il pericolo di opuscoli o altro.
Ciò che Repubblica & Co vorrebbero è per noi inaccettabile specie al considerare che l’argomento possa essere discusso in collegio docenti o in consigli di classe.
Detto questo, insinuare l’idea che l’insegnamento della religione sia una traversata senza venti contrari è un convincimento che solo chi è fuori dalla realtà scolastica può affermare. Chi, invece, ha le mani in pasta sa quante volte l’IdR deve intervenire per rettificare e chiamare per nome proprio affermazioni fatte in ambito di insegnamento di scienze che presentano teorie come dati perfettamente dimostrati o, in altri ambiti, fatti storici travisati da una ideologia laicista riguardanti la storia della Chiesa o semplicemente civile.
Il docente di religione cattolica sa di essere uno dei docenti e non certo “l’unico responsabile del cammino educativo della scuola”, ha però o meglio deve avere la consapevolezza di essere testimone e trasmettitore di una proposta educativa che punta al bene integrale dell’uomo e contribuisce in modo decisivo al bene comune e alla promessa di un buon futuro per tutti”; è per questo che “pur in un contesto di diffusa secolarizzazione”, egli rivendica il diritto di parlare e di contribuire, così, alla formazione della persona che ha una sua dignità indipendente da qualsiasi istituzione umana.
Non dimentichiamo poi la preoccupazione espressa da Papa Francesco, che, a proposito della educazione, così ha affermato: «Vorrei manifestare il mio rifiuto per ogni tipo di sperimentazione educativa con i bambini. Con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Non sono cavie da laboratorio! Gli orrori della manipolazione educativa che abbiamo vissuto nelle grandi dittature genocide del secolo XX non sono spariti; conservano la loro attualità sotto vesti diverse e proposte che, con pretesa di modernità, spingono i bambini e i giovani a camminare sulla strada dittatoriale del “pensiero unico”. Mi diceva, poco più di una settimana fa, un grande educatore: “A volte, non si sa se con questi progetti - riferendosi a progetti concreti di educazione - si mandi un bambino a scuola o in un campo di rieducazione”» [Alla Delegazione dell'Ufficio Internazionale Cattolico dell'Infanzia (BICE) (11 aprile 2014)].
Nicola Incampo e Don Gabriele Mangiarotti